Roberta ValerianiLa metropoli ti stressa? Uno studio tedesco svela il meccanismo che sta alla base del fenomeno: vivere in città popolose aumenta il rischio di soffrire di disturbi mentali. La probabilità sembrerebbe aumentare più è grande la città: le persone che vivono nelle capitali hanno una probabilità di subire un attacco di panico superiore del 20% rispetto a chi vive in aree rurali. In città, sembra tutto più facile: più opportunità di lavoro, negozi sempre a portata di mano e possibilità di spostarsi facilmente in poco tempo. Non solo: più igiene e migliore assistenza sanitaria potrebbero far pendere la lancetta della bilancia sulla scelta di andare a vivere in una metropoli. Sono queste le motivazioni che, da più di cinquant’anni, hanno portato al lento e progressivo svuotamento delle campagne. I dati parlano chiaro: più della metà della popolazione mondiale vive in città, mentre nel 1950 il dato era solo del 30%. Ma vivere in città non è certo il paradiso terrestre. La ragione? Chi ci vive è maggiormente predisposto a sviluppare disturbi mentali. Lo dicono le statistiche e uno studio, pubblicato da poco sulla rivista ‘Nature’, che avrebbe individuato il meccanismo alla base del fenomeno. Secondo i dati forniti dagli ultimi studi epidemiologici, le persone che vivono in città hanno una probabilità di subire un attacco di panico superiore del 20% rispetto a chi vive in aree rurali. Addirittura la probabilità aumenta sino al 40% per tutti i disturbi tipici dell’umore come la depressione. Inoltre, secondo un numero crescente di psichiatri, la schizofrenia colpirebbe con una probabilità doppia chi vive in città e, dato curioso, quanto più la metropoli è popolosa. L’analisi pubblicata su Nature, opera dei ricercatori tedeschi dell’Istituto Centrale di Salute Psichica dell’Università di Mannheim, sembra confermare i dati epidemiologici. Per la prima volta in assoluto, però, è stata individuata una specifica area cerebrale, la cui attività è differente in chi abita in città rispetto a chi vive in campagna, correlata ai più comuni disturbi mentali. L’indagine è stata effettuata reclutando diverse persone provenienti da zone rurali, da piccoli paesi e da città sopra i 100 mila abitanti. Analizzati costantemente attraverso risonanza magnetica, i partecipanti hanno dovuto risolvere alcuni problemi logico-matematici in condizioni di stress. Attraverso delle cuffie, psichiatri e psicologi criticavano pesantemente l’operato degli individui sottoposti al test. Dai risultati è emerso, oltre ad un aumento dell’attività cardiaca, della pressione sanguigna e dei livelli di cortisolo circolanti (ormone dello stress), che l’attività dell’amigdala, la struttura cerebrale responsabile della sensazione di paura, era molto più intensa più era popolosa la città nella quale la persona viveva. Anche un’altra area, la corteccia cingolata anteriore, risultava più attiva se l’individuo sottoposto al test aveva vissuto in città la propria infanzia. “La scoperta dei ricercatori di Mannheim è affascinante” - afferma lo scienziato Daniel Kennedy del MIT di Boston, autore di un articolo a commento dello studio tedesco – “perché da alcuni anni è proprio questo circuito cerebrale disturbato a essere messo in relazione con un maggior rischio genetico per alcune malattie mentali. Probabilmente” - continua Kennedy – “il punto fondamentale è che le persone si differenziano molto in base a quanto si adattano alla vita di città. Alcuni rifioriscono a New York, altri la scambierebbero con gioia con un’isola sperduta”.




(articolo tratto dal sito www.radioatlantica.it)
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