Johann Rossi MasonGli esami di maturità stanno per concludersi e molti ragazzi, non solo di sesso femminile, cominciano a pensare cosa chiedere ai genitori come regalo per la maturità. Se prima il dono era un telefonino, un computer o un viaggio, oggi molte delle richieste si orientano sulla chirurgia plastica: seno e liposuzione per lei, naso e orecchie per lui. Le ragazze sanno di dover attendere la maggiore età per chiedere una mastoplastica additiva con protesi e per molte la promozione alla maturità coincide con il compimento dei 18 anni. Ecco allora che già da luglio inizia una serie di visite di consulenza per pazienti molto giovani. “Rimando tutti a settembre”, afferma sorridendo il professor Pietro Lorenzetti, direttore scientifico dell'Istituto Villa Borghese di Roma, con quella che solo apparentemente è una battuta, “qualche mese di riflessione, dopo una visita in cui spiego eventuali rischi e illustro le procedure, non possono far male. So per esperienza che alcuni ‘bisogni’ dei giovanissimi scompaiono velocemente come sono apparsi e qualche mese dopo hanno catalizzato la loro attenzione su un nuovo modello di cellulare o su un viaggio con le amiche. Invito tutti, specialmente i familiari, a non promettere nulla e a valutare le richieste con senso critico”. Molte delle ‘pretese’ delle giovanissime sono indotte dall’imitazione di modelli esterni, o dal fatto che l’amica ‘carina’ abbia fatto l'intervento. “Succede allora che una ragazza con una seconda o una terza di seno mi chieda una quarta, un intervento non necessario, che personalmente sconsiglio. Spiego, invece, che il corpo può essere valorizzato con la biancheria intima, con l’abbigliamento e con la costruzione dell’autostima. Per non parlare del fatto che nessun intervento con protesi può considerarsi ‘eterno’ e che andrà ripetuto dopo 10-20 anni in media. Inoltre, si tratta pur sempre di un intervento chirurgico: i ragazzi prendono la cosa con una certa superficialità, mentre mi appello al buon senso dei genitori. Insomma, tento di fare un lavoro di squadra”. Diverso è il caso di una ragazza con una marcata ipoplasia (seno molto piccolo o inesistente) o delle orecchie molto proiettate il avanti, quelle comunemente chiamate ‘a sventola’. In questo caso, il corpo ha davvero qualcosa di non armonioso, se non di antiestetico, così come un naso aquilino e ‘importante’ in una ragazza dai lineamenti delicati. Esiste, allora, uno scarto più profondo tra l’immagine interiore e quella esteriore che, non coincidendo, provocano una frattura e una sofferenza oggettive. “Anche in questo caso, però, preferisco agire con cautela, anche se so che al 90% il ragazzo o la ragazza andranno incontro all’intervento. E’ tuttavia una condizione diversa dal voler assomigliare all’attrice o all’amica: si tratta di far coincidere le immagini corporee (quella reale e quella ideale) in maniera più armoniosa. Esiste una linea sottile di opportunità degli interventi. Per esperienza, le operazioni di ‘rinoplastica’ sono quelle che intervengono più favorevolmente sull’autostima e sulla personalità: il naso è al centro del volto e armonizzarne la forma permette di ‘far pace’ con il proprio aspetto e di acquisire fiducia anche nella propria capacità di relazione. Il seno, invece, ha a che fare maggiormente con una insicurezza nelle relazioni sessuali, una inadeguatezza che, se troppo giovani, deve far sospettare una immaturità affettiva: la ragazza che chiede un seno più grande punta troppo sulla seduzione. Questo in linea generale, ogni caso, poi, è storia a sé. Dopo un colloquio in cui illustro pro e contro, invito genitori e figli ad andare in vacanza e tornare a settembre oppure a ottobre. Molti, infatti, aprono un dialogo familiare e dimostrano ai figli attenzioni che rendono meno importante la modificazione del corpo. Il bisogno rimane, invece, quando il deficit è oggettivo e pone disturbi anche nelle relazioni: penso per esempio ai casi di ‘gigantomastìa’ (un seno molto grande, oltre la quinta, sesta misura) in ragazze appena maggiorenni che vivono il corpo come un ostacolo, oppure un’asimmetria marcata che, in un periodo delicato, porta alla sensazione di essere giudicate ‘sbagliate’ e desiderano ricostruire un’immagine di armonia. Non dimentichiamo che la bellezza, in senso assoluto, si costruisce proprio intorno al concetto di simmetria”. E’ normale che i genitori vogliano accontentare i figli e festeggiare con loro la buona riuscita di questa fase di studi, ma prima di accettare di pagare un intervento di chirurgia plastica è bene che anche loro si interroghino: “Vedo molte persone nel mio studio e, tra queste, anche situazioni relazionali particolari, come alcune descritte nel mio libro ‘Intelligenza estetica’: madri ossessionate esse stesse dall’aspetto fisico, che portano le figlie dal chirurgo indotte a credere che in loro ci sia qualcosa di migliorabile, oppure padri separati, divorziati o comunque assenti che, con un sostanzioso assegno, ritengono di colmare e ‘risarcire’ le proprie mancanze. Ma anche ragazze giovanissime che entrano in crisi quando il padre si fidanza con una venticinquenne e tentano di riconquistare il genitore attraverso una competizione sfrenata con la nuova arrivata”. Prima di promettere la chirurgia, quindi, è bene prendere un po’ di tempo per dialogare e capire le motivazioni profonde: non sempre una simile richiesta è dovuta a superficialità e il bravo chirurgo può aiutare gli adulti a valutare. La chirurgia plastica, in questi casi, può attendere.


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