Rachele Zinzocchi“Localizzazione” è la nuova parola chiave. Partita dagli USA e giunta sino a noi, coinvolge testate giornalistiche - che proprio così stanno scoprendo una exit strategy alla crisi – e social network potenzialmente rivoluzionari. Esempi? “VareseNews”, diretto da Marco Giovannelli: 25 mila lettori al giorno e tante notizie su Lombardia e Insubria, Varese Laghi e Busto Arsizio, Gallarate/Malpensa, Saronno/Tradate e Altomilanese. Così 'CityNews', fondato da Luca Lani e Fernando Diana, che unisce 5 giornali locali on line (Il Piacenza, Roma Today, Milano Today, Napoli Today e Il Pescara) e mira ad aprirne altri 30 per “un network nazionale”, vantando già “700 mila visite al mese” e in alcuni luoghi “una penetrazione del 20% nella popolazione cittadina”. Altro caso illustre “Xcittà.it”, diretto da Fabio Amato: network di 10 città da Torino a Palermo, passando per Roma, Treviso e Bologna. La gente ha bisogno di territorio: quel “restare fedeli alla terra” che spinge giornali e comunicazione a farsi ‘iper-locali’. E poiché le informazioni si diffondono sempre più via social media, le notizie si ibridano col network, con gli user generated contents, il citizen journalism. Perciò del social network iper-locale non si poteva proprio fare a meno. Così Mauro Magnani ha creato “MIRANO Community Network” (http://40xmirano.ning.com/), “laboratorio per il social networking iperfocale”: il “primo social media italiano – spiega sulla pagina di MCN - integralmente dedicato all'informazione locale spontaneamente generata dai cittadini”, tra “rete sociale dei cittadini” e “informazione iperfocale”. Un progetto innovativo ove già hanno “fatto Rete” circa 200 persone. Dalla localizzazione alla “Geolocalization” il passo è breve. Non conta solo stare sul territorio: si vuole anche, esplicitamente, lasciarsi trovare dalla community – che dire “virtuale” pare ormai davvero troppo vintage. I servizi LBS, “location-based services”, consentono di “condividere la posizione”, comunicando a tutti, ad esempio via iPhone, dove si è e chi c'è vicino a noi. Una mappatura digitale del proprio network che diventa carne e ossa. Nascono così i “Location-Based Social Media”: social network fatti apposta per essere geo-localizzati. Dennis Crowley ha creato “Foursquare”: già ribattezzato il “dopo Facebook”, sua caratteristica è il ‘check-in’, nuova forma di status update con cui, in giro per la città, si aggiorna la propria posizione tramite smartphone (iPhone, Blackberry o Android). Sulla mappa appare il nome dell'utente presso l'indirizzo o il locale dove ci si trova: per trovare o lasciarsi trovare da altri amici in zona. Già mezzo milione gli iscritti in pochissimo: e il 16 aprile, nel “Foursquare Day”, si parlava di un rapido veleggiare verso il raddoppio. Ugualmente “geo-localizzanti” il social “Gowalla” - diretto competitor di Foursquare, dal motto “Go out. Go discover. Go share” – o i nuovi servizi lanciati da Facebook, Twitter e Google. Il futuro è chiaramente nel mobile, specie nell'uso delle Rete. Almeno 3 milioni di italiani accedono al web dal cellulare e già Ericsson ha annunciato il “sorpasso storico”: per la prima volta, a dicembre 2009, il traffico dati su reti mobili ha superato quello voce nel mondo, con 140 mila terabyte al mese (+280% annuo nell'ultimo biennio, e valori raddoppiati nei prossimi 5 anni). Così da Twitter arriva “Tweet With Your Location”: attivo per ora negli USA, l'utente può “aggiungere una location ai propri tweets” per ‘cinguettare’ dove si trova. Pronto anche Facebook, che già tempo fa, nel comunicare le nuove norme sulla privacy, aveva parlato di “location sharing”, dicendo che ogni condivisione di posizione sarebbe stata trattata come qualsiasi post, in base alle impostazioni predefinite dall'utente. Anche Google ha lanciato la “local search”: su iPhone o Android phone, aprendo Google.com e cliccando su “Near me now”, si trovano i risultati più vicini al luogo in cui si è. Intanto il nuovo avanza. C'è “Glympse”, applicazione per iPhone, Android Phone e Windows Mobile, che all'inno “Share your where” consente di condividere la propria “real time location” con gli amici via email, sms, la propria community su Twitter e Facebook. Infine, il “location based social network” per eccellenza: “Plyce”. Autodefinitosi “come Facebook, eccetto che non ci sono facce ma luoghi”, è la risposta europea a Foursquare: un “mobile social network” che connette “people and places” e consente, via app su iPhone, di geolocalizzarsi su Facebook e Twitter.




(articolo tratto dal quotidiano 'il Tempo', del 29 aprile 2010)
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