Maria Elena GottarelliAntico come il mestiere del giornalismo, il problema delle fake news (false notizie, ndr) negli ultimi anni è drammaticamente aumentato. Per ragioni svariate, che includono il ruolo del web, ma anche il gusto per il sensazionalismo, o l'avidità di guadagni come unico fine esistenziale possibile, accompagnato da una generale decadenza dei costumi. Uno studio pubblicato sul sito di 'Demos' e portato avanti in collaborazione con 'Coop' rivela che già nel 2017 il 40% degli italiani di età superiore ai 15 anni affermava di avere incontrato "spesso o qualche volta" nel web notizie che si sono poi rivelate false. Il dato saliva al 56% se si considerava quanti avevano creduto "raramente" a queste notizie (ma le avevano comunque ritenute vere...). Titoli fuorvianti, citazioni riportate in maniera incompleta o errata, immagini decontestualizzate: il nuovo millennio si apre all'insegna di una serie di 'false/inesatte notizie' che, se non ricondotte al loro giusto contesto, contribuiscono alla promozione di un sistema informativo corrotto e intrinsecamente manipolatorio. D'altra parte, l'analfabetismo funzionale è fra i principali drammi che affliggono il nostro tempo: una società che vive sugli schermi nutrendosi (quasi) solo di immagini, non può che disimparare a interpretare il mondo che la circonda. Vi lasciamo liberi di figurarvi le conseguenze di tutto ciò. Dall'Australia alla Finlandia, passando per la Cina, ecco una breve lista delle principali 'fake news' che, solo a partire dall'inizio di questo 2020, ci hanno già rifilato.

1) La foto 'satellitare' dell'Australia in fiamme in realtà non è una foto
Non è la prima 'bufala' divulgata nel 2020, in ordine cronologico, ma senza dubbio è la più condivisa sui social. Da giorni, centinaia di migliaia di utenti sul web si stanno mobilitando per il disastro ambientale che affligge l'Australia, dove i roghi hanno messo in ginocchio la popolazione umana e animale disboscando, dallo scorso ottobre a oggi, circa 8 milioni di ettari di territorio tra New South Wales, Victoria, Sud Australia e Queensland. Per rendere l'idea della gravità della situazione, il grafico Anthony Hearsey ha realizzato un'immagine 3D che riporta gli incendi che hanno afflitto il continente australiano dal 5 dicembre 2019 al 5 gennaio 2020. Tuttavia, quell'immagine, condivisa da Hearsey sul suo account Istagram, è stata ripostata centinaia di volte e spacciata per una foto satellitare della Nasa, inducendo gli utenti a credere che si trattasse di uno scatto riferito al presente. Indignato per la scorretta interpretazione del suo lavoro, il grafico ha precisato in un post successivo: "Questa è una visualizzazione 3D degli incendi in Australia. NON E' UNA FOTO. E' stata realizzata utilizzando i dati provenienti dal servizio Firms della Nasa dal 5 dicembre 2019 al 5 gennaio 2020. Notate anche che NON tutte le aree stanno ancora bruciando". Il grafico ha poi ribadito "l'importanza di donare per aiutare la popolazione australiana".  

2) La spettacolare esibizione dei droni nel cielo di Shanghai a capodanno, in realtà non è avvenuta nella notte del 31/12 (e potrebbe non essere mai avvenuta...)
Il nuovo decennio si è aperto con la diffusione, da parte di Associated Press, di un video che ritrae una spettacolare esibizione di circa 2 mila droni nel cielo di Shanghai. Le immagini mostrano gli oggetti volanti librarsi nel cielo della metropoli cinese a partire dal 'Bund', centro nevralgico della città, situato sulla riva sinistra del fiume Huangpu. Durante lo spettacolo, i droni avrebbero disegnato in cielo varie forme, prima di comporsi nella cifra 2020, a mezzanotte in punto. Naturalmente, le immagini sono state condivise centinaia di volte sui social. Tuttavia, il giornale anglofono 'Shanghaiist' rivela che, in realtà, quello spettacolo non è mai avvenuto veramente, per lo meno non durante la notte di capodanno. "C'è solo un piccolo problema", scrive il sito di informazione, "le persone che si trovavano sul Bund la sera del 31 dicembre non hanno visto nulla nel cielo. Niente droni. Niente di niente". A confermare questa testimonianza, tutti gli altri video postati dagli utenti la notte di capodanno, che mostrano un cielo sopra Shanghai piuttosto plumbeo e privo di spettacoli aeronautici di sorta. "La spiegazione più caritatevole", scrive ancora 'Shanghaiist', "è che il video sia stato girato qualche giorno prima di capodanno, anche se non si può escludere che si tratti di un fotomontaggio".

3) Nell'agenda di governo della premier finlandese, Sanna Marin, non compare la proposta di ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni e le ore lavorative a sei
La 'notizia' della proposta di legge della premier finlandese di ridurre drasticamente gli orari di lavoro senza tagli retributivi ha fatto il giro del web a partire dallo scorso 3 gennaio, quando diverse testate giornalistiche, sia italiane, sia estere, l'hanno proposta ai loro utenti e lettori, con gravi imprecisioni. La giovane (34 anni) premier, Sanna Marin, "vuole introdurre la settimana lavorativa accorciata a soli quattro giorni alla settimana e con un orario quotidiano di sole sei ore al giorno, senza riduzioni retributive", aveva scritto 'Repubblica', ripresa da diversi altri quotidiani. In realtà, la Marin ha avanzato l'idea in forma di 'tweet' nel mese di agosto del 2019, cioè quando ancora non era premier. Attualmente, sul tavolo della leader 34enne non compare nessuna proposta di legge facente riferimento a una riduzione degli orari di lavoro. Per di più, nel suo tweet di agosto, la Marin proponeva di ridurre a quattro i giorni di lavoro e a sei le ore lavorative, quindi un provvedimento che esclude l'altro, diversamente da quanto riportato dalla stampa nazionale. Sulla sua pagina twitter ufficiale, il Governo finlandese ha tenuto a precisare che nel suo programma non si fa alcun riferimento alla settimana lavorativa di quattro giorni: "Non è una questione all'ordine del giorno". La prima ministra, Sanna Marin, aveva infatti brevemente esposto quest'idea durante un panel di discussione avvenuto, per l'appunto appunto, lo scorso agosto, quando era ministra dei Trasporti, ma non vi è in tal senso nessuna iniziativa recente.


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio