Roberto LabateAl di là del fatto penale (anche la semplice promessa di un'utilità non dovuta costituisce reato), da come è nata l'inchiesta dell'Hotel Metropol, secondo le intercettazioni pubblicate da 'BuzzFeed', si ha la netta impressione che questo enorme 'polverone' sia stato una sorta di avvertimento che i servizi segreti americani hanno voluto inviare al vicepremier leghista, Matteo Salvini, affinché non chieda sostegni e risorse alla Russia di Vladimir Putin. A tal fine, risulta avvertita anche l'opinione pubblica italiana, alla cui stampa è giunto tutto questo materiale grazie al quale riviste e giornalisti investigativi del gruppo 'Repubblica-l'Espresso' stavano già lavorando da tempo. Va detto che 'BuzzFeed', il sito che per primo ha diffuso le registrazioni di tali eventi (con quale proprietà della traduzione è difficile appurare: in pochi conoscono il russo e, in teoria, potrebbero far dire alle persone quello che vogliono) ha sede a Washington. Il sito era entrato in crisi, qualche tempo fa. E ha dovuto ridurre gli organici, trasferendo non a caso la propria sede da New York a Washington, dove oggi è più facilmente controllabile. Ovviamente, non si vuole che movimenti e uomini politici italiani cadano nell'orbita russa di Putin. Per cui, mentre erano in corso questi incontri degli uomini della Lega che chiedevano aiuti a monte di strane transazioni petrolifere, le agenzie americane hanno documentato tutto e, quando in Italia è scoppiato il caso, hanno diffuso questi audio con linguaggi tradotti proprio attraverso 'BuzzFeed'. E' ovvio che la Lega di Salvini non abbia preso soldi da Putin. Anche perché, come scrive un politologo russo, quest'ultimo non glieli poteva dare, nonostante le sue simpatie per questi movimenti politici che fanno il suo gioco indebolendo la Ue e la globalizzazione, di cui è nemico. Se, infatti, Putin fosse così ingenuo da fornire loro delle risorse, gli americani lo scoprirebbero facilmente: i passaggi verrebbero tracciati e, a quel punto, lo scandalo diverrebbe enorme. Viceversa, ci sono molti modi di aiutare questi movimenti populisti come la Lega, il cui leader è stato visto in Russia con tanto di maglietta con sopra stampata l'effige di Putin: si possono finanziare, tramite i media e i social network la loro campagna elettorale, come è stato fatto per il referendum sulla Brexit e nelle presidenziali americane. Ci sono uomini che collaborano con una società russa che si occupa esattamente di questo e che agiscono, praticamente, in tutto il mondo, compresa l'Italia. Essi sono in grado di diffondere messaggi mirati a elettori indecisi, come appurato nei recentissimi casi della 'Internet Research Agency' e di 'Cambridge Analytica', società quest'ultima utilizzata da Farage per vincere il referendum sulla Brexit spaventando l'elettorato indeciso con appositi messaggi sui social. Così Farage ha vinto, contro ogni pronostico, il referendum sulla Brexit e ha poi passato questo sistema a Donald Trump, che a sua volta lo ha usato per vincere le elezioni americane, influenzando gli elettori indecisi negli 'Stati-chiave' e sconfiggere Hillary Clinton contro ogni pronostico. I russi hanno influito o cercato di influire anche nelle elezioni italiane, del resto: da tempo si sa che Putin spalleggia i 5 Stelle e la Lega proprio con questi sistemi. Ma a parte ciò, esiste un aspetto etico ineludibile e drammatico, quando si parla della Russia di Putin. E cioè che Putin, presidente inamovibile nel suo sterminato Paese, con enormi risorse e ricchezze, non è un leader a cui persone di buon senso o eticamente responsabili dovrebbero chiedere aiuto o soldi, né andarsene in giro indossando magliette con la sua foto. I suoi avversari e oppositori finiscono in carcere, come accaduto al magnate Kodorkoskji, oppure finiscono misteriosamente ammazzati, come nel caso della giornalista Anna Politkovskaja, la quale stava indagando proprio sui misfatti di Putin in Cecenia e in Afghanistan. Per evitare di finire in carcere, gli oligarchi russi si sono messi a disposizione completa del presidente russo, versandogli il 50% dei loro enormi introiti. Risorse che Putin detiene, tramite alcuni prestanome, nei paradisi fiscali e chelo rendono uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo. Gli uomini di Putin non esitano ad assassinare spie russe o capi di Stato rivali, come è capitato al leader ucraino Jushenko, avvelenato a un pranzo, la cui pelle è divenuta irriconoscibile. E' questo, in realtà, l'uomo che molti leader italiani, occidentali e mondiali, incontrano, con cui trattano, o al quale chiedono soldi e favori. E dovrebbe esser questo a scandalizzare certe 'anime belle'.


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