Vittorio LussanaDomenica prossima, si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Ovviamente, non è nostro compito indicare ai lettori cosa votare e in favore di chi. Anche perché, guardandosi intorno, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. In ogni caso, si consiglia un voto sereno e motivato, che sappia evidenziare nel giusto modo alcune critiche nella costruzione dell'Unione europea, possibilmente senza buttar giù ogni cosa, poiché dai tempi del Trattato di Roma molti passi in avanti sono stati compiuti in direzione della pace e della fratellanza tra i popoli europei. Dunque, si consigliano saggezza ed equilibrio, nonostante le ultime legislature, a guida Ppe, abbiano deluso le aspettative di molti e l'impostazione macroeconomica dell'Europa abbia spesso inciampato in errori di valutazione e in diffidenze eccessive. L'Unione europea rimane una struttura sovranazionale assai utile per i cittadini. In questo, il mondo della comunicazione rimane alquanto deficitario nello svolgere la propria funzione. E gli organi di informazione non sempre sanno cogliere come notizie meritevoli di rilievo alcuni importanti provvedimenti 'antitrust' in difesa della libera concorrenza. Passano soprattutto le 'corbellerie', spesso ad alto tasso di delegittimazione della Ue. Irrazionalismi che, a loro volta, denunciano un approccio alquanto nostalgico nei confronti di un mondo che, ormai, non c'è più e che, se anche venisse in qualche modo 'riesumato', non sarebbe comunque lo stesso di un tempo. Dal passato, sarebbe più corretto recuperare alcuni valori e un certo spirito costruttivo, applicando alcuni princìpi di solidarietà e d'inclusione anche nella nostra vita quotidiana. Ma ostinarsi a reclamare un'impostazione e alcuni atteggiamenti assai vicini all'autoscontro dei 'Luna Park', in reatà favorisce quell'appiattimento e quello schiacciamento verso il basso che finisce col giustificare il 'gigantismo' di una globalizzazione selvaggia e imposta dall'alto, la quale non si combatte 'cozzando' di continuo contro gli 'anelli forti' della 'catena' che essa produce. Affidarsi a forze avventuriste, ideologicamanete arrocate attorno ai nazionalismi del passato, in 'barba' ai disastri che quegli stessi nazionalismi hanno generato, significa unicamente dar credito a inutili e cupi brontolii. Invece, la risposta migliore rimane quella di una 'società aperta', in grado di anticipare le mosse della globalizzazione imponendole una diversa direzione di marcia, più attenta ai diritti del singolo individuo, sostenendolo nei suoi sforzi di affrancamento da quelle visioni statolatriche che, a loro volta, lo confinerebbero dentro esistenze scialbe e consuetudinarie, in un quadro di conservatorismo incapace di leggere il futuro, assai approssimativo nel giudicare persone e cose. Il singolo individuo, nel Terzo Millennio, ha diritto a rendere speciale la propria esistenza. Dunque, egli dev'essere aiutato in questo suo 'nuovo sogno', per quanto individualista esso ci possa apparire, poiché non si tratta di un'umanità animata da cattive intenzioni. Semplicemente, il meglio di noi stessi rimane, troppo spesso, celato dietro ai 'veli' di una società velocizzata e ipertecnologica, che continua ad avvolgerci con nuovi problemi, impedendo alle persone di esprimersi al meglio, generando altresì molta confusione. Si tratta, insomma, di accompagnare questo sviluppo con nuove categorie culturali ed etiche, finalizzate a generare vero progresso. Ecco perché, più che in favore di un'Europa unita, questa volta chiediamo ai cittadini di esprimersi per la nascita di un unico, grande, popolo europeo. Per combattere la demagogia, non si può far altro che chiedere direttamente al popolo di comprendere cosa stia accadendo veramente, in Europa e nel mondo, anche se ciò rappresenta uno sforzo di non semplice decodificazione. Ma una politica realmente autorevole è tenuta a fare esattamente questo: impedire la chiusura psicologica dei singoli individui all'interno di un pessimismo cinico e reazionario, animato, il più delle volte, da personalismi o da meri opportunismi. In una democrazia, è corretto ascoltare il parere di tutti, senza eliminare a prescindere ogni 'punta critica' per mero pregiudizio. Ma la distinzione da fare, questa volta, risiede in questo preciso punto del ragionamento: in quanto teorici e difensori di una 'società aperta', diviene necessario rimanere vigili di fronte alla riedizione di vecchi schematismi più o meno ideologici e alle contaminazioni più o meno irrazionaliste, le quali conducono unicamente allo scontro tra gli esseri umani, alla loro contrapposizione conflittuale, all'odio sociale, alla guerra come principale soluzione di ogni questione. Per questo motivo, vi chiediamo di rimanere coerenti con il sogno europeo, diventando voi stessi un unico popolo. E chiedendo, altresì, alle istituzioni europee di aiutare le future generazioni a realizzare quest'obiettivo di affrancamento, di liberazione di centinaia di milioni di donne e di uomini da antiche paure e insensate forme di disumanità. Siate dalla parte della libertà. E chiedete, con il vostro voto, di essere governati attraverso di essa: tutto il resto, dipenderà soltanto da voi.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italinao magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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