Molti
attori, autori e
lavoratori dello spettacolo sono, per tradizione, legati al mondo della
sinistra, o culturalmente
progressista. Ma il
tradimento del
Governo Conte nei confronti di
cinema e
teatri sta rimettendo in discussione quest'appartenenza, probabilmente
data per scontata. Io stessa provengo da una
famiglia cattolica marchigiana e sarei nella situazione
'ipotetica' di vagliare altre
proposte, anche
conservatrici, ma
moderate e, soprattutto,
ragionevoli. Invece, no: nell'attuale
centrodestra a
trazione 'sovranista' ci si imbatte in una strana
'egemonia' culturale di
negazionisti e
complottisti. Una visione del mondo che, quando non è semplicemente
obsoleta o
superata, si tramuta in una
deriva psichiatrica tale da giustificare
l'abolizione della
legge Basaglia e la riapertura dei
nosocomi. In pratica, il
'complottismo' non solo rischia di diventare un vero e proprio
'boomerang', dato che sta generando la nascita in rete di migliaia di nuovi gruppi di
'debunkers' o di
ridanciana presa in giro di
faziosi e
irriducibili fuori tempo massimo, ma sta diventando la vera
'stampella' dell'esecutivo attualmente in carica e dell'intero schieramento di
centrosinistra. In sostanza, la
chiusura ideologica delle destre è proprio ciò che impedisce ogni tipo di
'travaso', per lo meno verso un ipotetico
'centro moderato'. A destra, ci sono alcune posizioni di principio che si potrebbero considerare
'corrette'. Ma proprio quest'ultime non vengono né
spiegate, né
esplicitate. Invece, si punta tutto su altre
'news' - le
'fake news', per l'appunto - totalmente
superficiali, che alla fine creano soltanto
confusione. Inoltre, ribadiamo la notizia relativa alla formazione di
nuovi gruppi organizzati, pronti a
'sbertucciare' posizioni e asserzioni assolutamente
folli, da
internamento immediato, di cui le nostre destre
non si vergognano minimamente. La
vergogna stessa non esiste più come
stato d'animo: semplicemente
non viene contemplata. Molti
siti web e
canali YouTube vivono la cosa come una sorta di
'divertissement'. Come se l'informazione fosse una sorta di
'gioco di società', o qualcosa del genere. Ci si diverte, si ride e si scherza, dando in pasto a chi legge o a chi osserva un video tutta una serie di
notizie mai verificate o controllate. Oppure, vere e proprie
'non notizie' presentate in forma
'dopata', cioè
enfatizzate o
esagerate. Un vero e proprio
'gioco degli specchi'. Prendiamo il caso delle
presidenziali americane: dopo la dichiarazione di
Donald Trump di aver vinto le elezioni, molti siti ufficiali hanno proposto la seguente
'titolazione': "Donald Trump si autoproclama vincitore". Dopo alcuni giorni, al termine del
conteggio e del
'riconteggio' - già previsto per legge in molti Stati americani, senza che alcun ufficio legale lo debba richiedere - il nuovo presidente,
Joe Biden, ha informato il popolo americano di aver vinto la consultazione. E subito, molti
siti di destra hanno accusato
Biden di essersi
"autoproclamato presidente". Come se la
notizia fosse la stessa in
ambedue i casi. La prima, infatti, era una
notizia effettiva, poiché le operazioni di spoglio erano ancora in corso e
Donald Trump non avrebbe dovuto dichiarare di aver vinto: una forzatura istituzionale. La seconda, invece, era una
'non notizia': terminato lo
'spoglio', era pacifico che
Biden dichiarasse ai suoi elettori e alla nazione la sua vittoria. La seconda
'autoproclamazione', dunque, non è affatto tale: accade da sempre, alla fine delle presidenziali americane. Ma tutto viene
'appiattito' sul medesimo piano, generando una confusione pazzesca. Addirittura, alcuni
ambienti repubblicani statunitensi, da noi contattati per semplici motivi di
salute o di
accertamento sanitario, ci hanno spiegato che quanto stiamo vedendo è un
inutile teatrino -
"da parte di tutti", ci viene sottolineato - dato che il
voto postale ha finito col confermare i
sondaggi pre-elettorali, quelli che davano la vittoria di
Biden con un distacco di vari punti percentuali.
"La cosa che ha depistato tutti, anche i vostri giornalisti 'ufficiali' e non soltanto i complottisti", ha svelato un nostro amico attore, figlio di un italiano ma di madre americana,
"è stata la decisione dell'elettorato democratico che, a causa del Covid 19, in larga parte ha deciso di utilizzare l'opzione del voto postale. Ma per noi americani, si tratta di una procedura normale: questa non è la prima volta che facciamo ricorso al voto postale, né sarà l'ultima". In effetti, si tratta di
un'opzione perfettamente prevista dall'ordinamento americano in materia elettorale. E la
pandemia spiega perfettamente perché sia stato scelto questo metodo, già utilizzato in passato proprio dagli elettori
repubblicani. Ma tutto ciò a cui stiamo assistendo, in
televisione e sui vari
social network, è solo un modo di prendersi
visibilità: l'ultima
'passarella' per
Donald Trump, quella di
'avvio' del proprio
mandato da parte di
Joe Biden. E'
l'informazione divenuta spettacolo. In una parola:
teatro. Il vero motivo
dell'empasse americana di questi giorni è la
'droga' dell'apparire: il voler rimanere a tutti i costi e fino all'ultimo secondo possibile al
centro della scena. Forse, i media di tutto il mondo, sia quelli
complottisti, sia quelli del
'mainstrem', farebbero bene a relegare
l'elezione americana e le sue
'diatribe' tra le
notizie secondarie, spegnendo i riflettori su questo ridicolo
'teatrino'. Anche al fine di lasciare il
teatro a chi
lo fa veramente e per
mestiere.