Andrea GiuliaE così, il buon Paolo Gentiloni guadagna sempre più consensi tra i cittadini, probabilmente grazie alla tanto criticata 'flemma romana' che sembra caratterizzarlo. Ma ci voleva tanto a capirlo? Nel momento in cui un Governo non si vede e non si sente, significa che sta lavorando. E il buon lavoro, in genere, porta 'frutto'. Dopo il ventennio 'berlusconiano', connotato da divertenti frasi 'spericolate' e il triennio 'renziano' tutto composto da 'slide', tweet, lavagne scolastiche e lanci di 'cancellini' durante la ricreazione, alla fine si scopre che la calma è la virtù dei forti e che non servono né voli 'pindarici', né citazioni romantiche da 'cioccolatino stellato', di cui tra qualche giorno faremo senz'altro indigestione per via della tradizionale ricorrenza di San Valentino. Un consiglio, quello della calma, che potrebbe andar bene per qualsiasi esecutivo: di destra, di sinistra, di centro, 'grillino', 'romulano', 'rettiliano' o 'pleiadiano'. Basta non andare in televisione a inquietare i cittadini ed ecco che i consensi cominciano ad arrivare, senza alcun bisogno di forzature mediatiche. Evidentemente, porta fortuna essere normali. In effetti, la 'fretta' di Matteo Renzi, oltre ad arrecare danni ai suoi stessi provvedimenti - come dimostrato dalla fine 'ingloriosa' della legge elettorale nota col bizzarro nome di 'Italicum' - dava l'idea di un Paese in mano a un 'nevrotico', che doveva per forza fare tutto di corsa, come se gli 'scappasse' un treno. L'intento, probabilmente, era quello di dimostrare efficienza. Ma si è trattato di un errore, anche piuttosto grossolano: gli italiani conoscono da tempi immemori l'inefficienza dello Stato italiano, in quasi tutti i suoi organismi e diramazioni locali. Dare la sensazione di voler accelerare generava, a sua volta, l'impressione di voler gareggiare con una 'Panda' su una pista di Formula 1. "Ma 'ndo vai? Dove crede de' annà, questo"? Da almeno 3 anni, il popolo di Roma si poneva codeste questioni. Lo sanno tutti: con la 'Panda' si va piano, ma per lo meno arrivi sano e anche lontano, sino alle elezioni del 2018. Nel frattempo, metti a posto 'qualcosina': cambi le 'pasticche' dei freni; fai la convergenza; sostituisci i pneumatici che Matteo Renzi ti aveva completamente consumato con le sue 'sgommate' da 'smargiasso'. Rimane la questione di fondo: la totale incompatibilità degli italiani con il buon funzionamento della democrazia. In tempi di emergenza climatica e di terremoti, che dovrebbero portare all'attenzione dell'opinione pubblica una più attenta tutela del nostro territorio, la cosa più sensata sarebbe il successo di un Partito ecologista. Ovviamente, il nostro non è un endorsement in favore del 'Sole che ride': si tratta semplicemente di un ragionamento ipotetico. Un forte movimento ambientalista sulla scena politica nazionale avrebbe un suo senso logico. Invece, gli italiani si affezionano sempre a forze politiche che di logica non ne hanno neanche un po': non si sa bene perché. Forse, è una questione di noia: ogni volta che leggiamo o ascoltiamo un programma politico votato alla normalità e all'ordinaria amministrazione si 'gonfiano' i nostri 'attributi'. E ci innamoriamo del primo demagogo di 'turno'. Forse, il placido e tranquillo Gentiloni sta fornendo una prova tangibile di questa nostra 'opinabilissima opinione'. Speriamo non si tratti solamente di una fase di 'quiete' prima della 'tempesta'.



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