E così, il buon
Paolo Gentiloni guadagna sempre più consensi tra i cittadini, probabilmente grazie alla tanto criticata
'flemma romana' che sembra caratterizzarlo. Ma ci voleva tanto a capirlo? Nel momento in cui un
Governo non si vede e non si sente, significa che
sta lavorando. E il buon lavoro, in genere,
porta 'frutto'. Dopo il ventennio
'berlusconiano', connotato da divertenti
frasi 'spericolate' e il triennio
'renziano' tutto composto da
'slide', tweet, lavagne scolastiche e lanci di
'cancellini' durante la ricreazione, alla fine si scopre che la calma è la virtù dei forti e che non servono né
voli 'pindarici', né citazioni romantiche da
'cioccolatino stellato', di cui tra qualche giorno faremo senz'altro indigestione per via della tradizionale ricorrenza di
San Valentino. Un consiglio, quello della calma, che potrebbe andar bene per
qualsiasi esecutivo: di
destra, di
sinistra, di
centro, 'grillino', 'romulano', 'rettiliano' o
'pleiadiano'. Basta non andare in televisione a inquietare i cittadini ed ecco che i
consensi cominciano ad arrivare, senza alcun bisogno di
forzature mediatiche. Evidentemente, porta fortuna
essere normali. In effetti, la
'fretta' di
Matteo Renzi, oltre ad arrecare danni ai suoi stessi provvedimenti - come dimostrato dalla
fine 'ingloriosa' della
legge elettorale nota col bizzarro nome di
'Italicum' - dava l'idea di un
Paese in mano a un
'nevrotico', che doveva per forza fare tutto
di corsa, come se gli
'scappasse' un treno. L'intento, probabilmente, era quello di dimostrare
efficienza. Ma si è trattato di un
errore, anche piuttosto
grossolano: gli italiani conoscono da tempi immemori l'inefficienza dello
Stato italiano, in quasi tutti i suoi organismi e diramazioni locali. Dare la sensazione di voler
accelerare generava, a sua volta, l'impressione di voler gareggiare con una
'Panda' su una pista di
Formula 1. "Ma 'ndo vai? Dove crede de' annà, questo"? Da almeno 3 anni, il
popolo di Roma si poneva codeste questioni. Lo sanno tutti: con la
'Panda' si va
piano, ma per lo meno arrivi
sano e anche
lontano, sino alle
elezioni del 2018. Nel frattempo, metti a posto
'qualcosina': cambi le
'pasticche' dei
freni; fai la
convergenza; sostituisci i
pneumatici che
Matteo Renzi ti aveva completamente consumato con le sue
'sgommate' da
'smargiasso'. Rimane la questione di fondo: la totale incompatibilità degli italiani con il buon funzionamento della
democrazia. In tempi di
emergenza climatica e di
terremoti, che dovrebbero portare all'attenzione dell'opinione pubblica una più attenta tutela del nostro
territorio, la cosa più sensata sarebbe il successo di un
Partito ecologista. Ovviamente, il nostro non è un
endorsement in favore del
'Sole che ride': si tratta semplicemente di un ragionamento ipotetico. Un forte movimento ambientalista sulla scena politica nazionale avrebbe un suo
senso logico. Invece, gli italiani si affezionano sempre a forze politiche che di
logica non ne hanno
neanche un po': non si sa bene perché. Forse, è una questione di
noia: ogni volta che leggiamo o ascoltiamo un programma politico votato alla
normalità e
all'ordinaria amministrazione si
'gonfiano' i nostri
'attributi'. E ci innamoriamo del
primo demagogo di 'turno'. Forse, il
placido e
tranquillo Gentiloni sta fornendo una prova tangibile di questa nostra
'opinabilissima opinione'. Speriamo non si tratti solamente di una fase di
'quiete' prima della
'tempesta'.