Vittorio Lussana

La mitica poetessa ed ex docente di Storia, amatissima dai romani dei quartieri Prati e Trionfale, questa volta ci sorprende con un saggio divulgativo-culturale: un tributo affettuoso alla ricchezza delle Isole Canarie tramite il connubio perfetto fra mito e realtà

Mapi, alias Maria Pia Alfonsi, poetessa romana stabilitasi da tempo alle isole Canarie, è di nuovo in libreria questa volta con un saggio: ‘Isole Canarie: tra storia e leggenda’, edito dalla casa editrice 'Le Mezzelane'. Un lavoro che scava tra le leggende di un arcipelago di isole meravigliose, alla ricerca dell’antica Atlantide. Un viaggio affascinante, senza pretese scientifiche particolari: solo il gusto di trasmettere un amore autentico nei confronti di un luogo in cui Storia e mitologia si sono incrociate molto spesso, esattamente come a Roma. Una dimensione culturale che rende le Canarie forse il luogo migliore per fuggire dallo stress di una capitale d’Italia stracolma di problemi, dopo una vita dedicata all’insegnamento. L’autrice, questa volta, ha deciso di trasformarsi da poetessa riconosciuta e di livello a saggista divulgativa, raccontandoci, in totale libertà, tutte le vicende e le leggende legate a queste isole bellissime, sparse in mezzo all’Oceano Atlantico, al di là delle colonne d’Ercole. “E’ forse riemersa la docente di Epica?”, si sono chiesti in molti a Roma Nord. Noi crediamo di sì, perché questo libro, a un certo punto, decolla letteralmente, mostrando un lavoro accurato di ricerca, di testimonianze e di fonti antiche, restituendo al lettore miti e racconti che formano, ancora oggi, l’identità stessa dei popoli 'canari'.

Maria Pia Alfonsi, come nasce questo suo nuovo libro: ‘Isole Canarie: tra storia e leggenda’, edito da ‘Le Mezzelane’?
“Un giorno ero seduta in un bar di Tenerife con diversa gente, anche italiana. Tra questi, c'era una guida turistica che cominciò a parlare di ‘guanches brucas’, delle cose strane che succedevano nella laguna, di grande perdita di memoria e così via. Io mi sono incuriosita e ho cominciato a cercare la parola ‘guanches’, ovviamente su internet, ma quello che trovavo non mi soddisfaceva. Così, cominciai a frequentare le biblioteche e più scoprivo più avevo voglia di scoprire. In seguito, il giardiniere del mio residence, parlando appunto di queste isole, mi raccontò la leggenda di San Borondón: l'isola che compare e scompare. Inoltre, un amico mi aveva raccontato ‘La leggenda di Garajoney’, delle piramidi di Güímar e di tante altre cose. lla fine, la mia curiosità divenne inesauribile. Così, dalla  biblioteca di ‘Los cristianos’, sono passata a quella di Santa Cruz. Qui, ho trovato la direttrice che, quando ha saputo che cercavo storie sui ‘guanches’, mi ha riempita di libri. Pur non essendo iscritta alla biblioteca, mi ha concesso di portarli a casa”.


AFORISMI FIORENTINI
Abbandoniamoci così, senza rancore
Articolo di: Il Taciturno

Il Taciturno

Gli Stati Uniti hanno abbandonato l'Ucraina. A questo punto, l'Italia dovrebbe abbandonare la Nato. Almeno fino a quando c'e questo presidente.

 

 

 


PERSONAGGI
Chiunque
Articolo di: Elisabetta Chiarelli

Elisabetta Chiarelli

“Chiunque”. Questa è la risposta resa dal cantautore Jovanotti alla giornalista Francesca Fagnani, che nel corso di un’intervista nel suo programma ‘Belve’ gli aveva posto la seguente domanda: “Chi vorrebbe riportare in vita per due minuti e cosa vorrebbe dirgli”?

 

 


RECENSIONI
Storia di due amici e dei Dik Dik
Articolo di: Lucilla Corioni

Lucilla Corioni

“Quando sento la parola amicizia, mi viene in mente solo un nome: Lucio”. Con questa frase, semplice e disarmante, Pietruccio Montalbetti, storico chitarrista dei Dik Dik, apre uno dei passaggi più intensi del suo nuovo libro: ‘Storia di due amici e dei Dik Dik’, edito da Minerva. Quel nome, Lucio Battisti, è un legame viscerale che attraversa ogni pagina, ogni accordo, ogni giorno di una vita vissuta tra note, emozioni e sogni. Nato a Milano nel 1941, il grande Pietruccio Montalbetti è uno dei fondatori della band. E’ un uomo che ha attraversato l’Italia dei mitici anni ’60 del secolo scorso, tra prove, concerti, speranze e disillusioni, inseguendo la musica come un destino. E che, lontano dai riflettori, ha viaggiato in solitaria nei luoghi più remoti del mondo, dalla Colombia al Nepal, dalla Birmania al Sahara, spinto da una sete di scoperta, umanità e libertà. Con i suoi Dik Dik, fondati nel 1965 e diventati un’icona della musica italiana, con successi entrati nella memoria collettiva: ‘Sognando la California’; ‘Il vento’; ‘L’isola di Wight’; ‘Il primo giorno di primavera’; ‘Senza luce’; ‘Io mi fermo qui’. Quattro partecipazioni al Festival di Sanremo, una carriera mai interrotta e collaborazioni con giganti come Lucio Battisti, Mogol, Caterina Caselli, Giorgio Faletti, Ricky Gianco, Donatello, Rita Pavone, i Camaleonti, Maurizio Vandelli. Il libro è un tuffo nel passato, ma anche una dichiarazione d’amore nei confronti della musica e dell’amicizia, per come veniva vissuta a quei tempi: “Lucio era timido, profondo, ossessionato dalla musica", ricorda Montalbetti. "In quella prima giornata passata insieme, mi raccontò di suo nonno, che gli aveva costruito il primo flauto con le sue mani. Poi si addormentò, come fanno i bambini piccoli. Era un’anima bella: non potevi non volergli bene”.


CRONACA
Il delitto di Garlasco
Articolo di: Maria Pia Cantarini

Maria Pia Cantarini

L'omicidio di Garlasco (Pv), avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli, si e concluso, dopo 5 gradi di giudizio, con la colpevolezza di Alberto Stasi, il fidanzato della vittima: Chiara Poggi. All'epoca, Stasi venne assolto nei primi due gradi di giudizio, per insufficienza di prove. Proviamo, pertanto, a ricapitolare la sua vicenda processuale: il 30 giugno 2009, il ragazzo è stato rinviato a giudizio, poiché una perizia tecnica, effettuata sul suo computer e sulla bicicletta nera, che aveva i pedali sporchi del sangue di Chiara, insieme alle sue scarpe, rimaste immacolate, rappresentavano delle prove indiziarie per lo svolgimento del processo. Tuttavia, il 17 dicembre 2009, l'imputato Alberto Stasi venne assolto dalla Corte di Appello di Vigevano (Pv) in quanto, secondo i giudici, il grado di colpevolezza riscontrato non andava “al di là di ogni ragionevole dubbio", secondo quanto detta l’articolo 533 del codice di procedura penale. In seguito, il 6 dicembre 2011, il ragazzo venne rinviato a giudizio per la seconda volta e, anche in questo caso, assolto. Anche questa volta, i giudici hanno ritenuto le prove non sufficienti per una sentenza di condanna. Tuttavia, la Procura di Pavia e la famiglia Poggi hano presentato ricorso in Cassazione. E il 18 aprile 2013, proprio la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione, rinviando Alberto Stasi di nuovo a giudizio. Finché, il 17 dicembre 2014, la Corte di Appello di Milano ha condannato Alberto Stasi a 16 anni di carcere per omicidio volontario, in quanto unico soggetto sospettato presente sulla scena del delitto.


SPORT
Savate: scelti gli azzurri
per gli europei di Weiz

Articolo di: Cristian Cacace

Cristian Cacace

Si è tenuto a Roma, il 21 e 22 giugno scorsi, presso lo ‘Sport City’, sede della scuola di ‘savate’ (boxe francese, ndr) ‘Club 50’ del Maestro Masani, direttore tecnico regionale di settore, il secondo collegiale valido per la selezione ‘azzurrabili europei’ a Weiz (Austria) 2025. Due giorni di allenamento intenso, sia da un punto di vista tecnico, sia teorico e tattico. Ottima l’adesione da parte di tutte le regioni partecipanti: Lazio, Lombardia, Puglia, Piemonte e Liguria. Gli atleti si sono confrontati e allenati per un impegno europeo importantissimo, con l’obiettivo di essere selezionati per la nazionale Federkombat Fsn Coni di ‘savate assalto’. Il collegiale si è svolto sotto la supervisione della direzione tecnica nazionale. Importante l’apporto degli arbitri/giudici Pietroni e Traballano e dei tecnici societari delle varie regioni: Maestro Biroli e Maestro Russo per la Lombardia e i Maestri Gilotti e Tortosa per il Lazio. La riuscita dell’evento è risultata ottimale e funzionale agli obiettivi federali per il settore del savate. Il collegiale ha previsto due sessioni di allenamento il sabato e una la domenica, toccando la preparazione atletica, la preparazione tecnica, ma anche la parte teorica, con consigli per il mantenimento del peso, fondamentale negli sport da ring per la gestione dell’ansia pre-gara e, infine, per mantenere le prestazioni fino alla partenza per l’europeo.