Ed ecco i giudizi finali di Don Gianni Baget Bozzo sull’opposizione italiana. Qualche nota di merito, qualche appunto tagliente, qualche pensiero ‘pensoso e pensante’, ma niente voti da pagella ginnasiale, per personale principio pedagogico.

Fausto Bertinotti – “Una notevole intelligenza politica: è riuscito a riprodursi in un uomo come Cofferati, senza rimanere inviso ad amici ed avversari. Un vero creativo della politica”.

Sergio Cofferati – “Ha tentato di invertire la vecchia logica della cinghia di trasmissione tra partito e sindacato: una cosa che non accadeva dai tempi di Togliatti”.

Oliviero Diliberto – “Rimane sempre giovane”.

Armando Cossutta - “Rimane sempre vecchio”.

Luciano Violante – “Il volto grigio del potere”.

Cesare Salvi – “Chi era costui”?

Piero Fassino – “Ho sempre amato i fenicotteri, sin da bambino, anche se dispiace pensare che finiscono spesso vittime di uccelli rapaci...”.

Enrico Morando – “Tanto tuonò che piovve”.

Alfonso Pecoraro Scanio – “Un bel tacer non fu mai scritto…”.

Enrico Boselli – “Le ali infrante…”.

Ugo Intini – “I fantasmi, a volte, ritornano…”.

Clemente Mastella – “E’ come la camomilla Bonomelli: sogni sani, sogni belli…”.

Francesco Rutelli – “Bello e impossibile”.

Pierluigi Castagnetti – “Un frutto di bosco”.

Giuliano Amato – “Il pensiero di ciò che poteva essere e non è mai stato…”.

Massimo D’Alema - “Le parole non sono cose…”.

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