Vittorio Craxi
Signor Presidente del Consiglio di Sicurezza, Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite, Eccellenze, Signore e Signori, vorrei innanzitutto ringraziare il Presidente del Consiglio, Vice Presidente e Ministro degli Affari Esteri di Panama, per aver organizzato questa Conferenza, che offre un’occasione preziosa per discutere la questione dei bambini nei conflitti armati. Riteniamo infatti che il CDS abbia una responsabilità particolare nella lotta contro questo odioso fenomeno. Permettetemi di esprimere il sostegno del mio Paese al lavoro del Segretario Generale e del Rappresentante Speciale del Segretario Generale per i bambini nei conflitti armati, all’UNICEF e all’UNIFEM, al Comitato per i Diritti dei Bambini, al Comitato per i Diritti dell’Uomo e a tutte le ONG che lavorano nel mondo per proteggere i bambini. Le cifre davanti a noi sono spaventose e richiedono un’azione immediata da parte della comunità internazionale: negli ultimi dieci anni i conflitti armati hanno provocato la morte di più di due milioni di bambini e ne hanno mutilato sei milioni. Ugualmente si contano milioni di bambini rifugiati. Altri sono presi in ostaggio o sono oggetto di traffico illegale. La comunità internazionale non può ignorare. L’Italia è da sempre attiva nella promozione dei diritti dei bambini. Durante la Presidenza italiana nel 2003, l’Unione Europea ha adottato le linee guida relative al tema dei bambini nei conflitti armati. E’ grazie a questo strumento che l’Unione Europea agisce concretamente nelle sue relazioni con i Paesi terzi e nelle relazioni multilaterali per la protezione dei bambini nei conflitti armati. In particolare siamo favorevoli ad un incremento della cooperazione dell’Unione Europea con le Nazioni Unite a questo riguardo. Nello stesso spirito l’Italia ha fatto di questo tema una delle sue priorità, come indicato al momento della propria candidatura al Consiglio dei Diritti dell’Uomo. Siamo ugualmente convinti che ci sia un legame molto stretto tra la protezione dei diritti dei bambini e lo sviluppo. Bisogna agire in seno alle società coinvolte nei conflitti per offrire la prospettiva di un futuro diverso ai bambini. Bisogna impegnarsi con dei progetti concreti nell’ambito di sanità, educazione e lavoro per offrire ai bambini delle alternative reali, favorendo il loro reinserimento nella vita civile. Nel quadro della cooperazione allo sviluppo, l’Italia ha confermato questo impegno in materia di protezione dei bambini, sviluppando nuove strategie di assistenza in questo campo. L’Italia sostiene l’ONU in tutti i suoi programmi in favore dei bambini nei conflitti armati. Molto recentemente, infatti, alcuni progetti dell’UNICEF sono stati finanziati dall’Italia: è il caso, per esempio, dell’Afghanistan, dove un certo numero di iniziative sono state destinate all’educazione e alle strutture scolastiche, e dell’Iraq dove l’assistenza italiana comprende un contributo specifico all’UNICEF per migliorare la condizione dei bambini che hanno sofferto le conseguenze dei conflitti. Siamo determinati a continuare questi sforzi concreti. Nello stesso tempo, l’Italia sostiene e partecipa attivamente al Gruppo di Lavoro del CDS, sperando che il suo ruolo si ampli e le sue raccomandazioni possano trovare rapidamente applicazione. In questo momento, desidero accogliere la presentazione del Rapporto del Segretario Generale per l’anno 2007 ed esprimere il sostegno italiano per il suo contenuto ed in particolare le sue raccomandazioni. L’Italia condivide l’idea che, per combattere questo odioso fenomeno, ci sia bisogno di una strategia globale, che non sia limitata a far fronte all’arruolamento dei bambini. Per questo desidero unirmi ai miei colleghi europei incoraggiando il CDS a includere gli abusi e le altre gravi violenze sessuali sui bambini fra le cause di iscrizione di un paese nell’allegato al Rapporto del Segretario Generale. Inoltre, l’Italia sostiene la raccomandazione del Segretario Generale mirata a sottoporre alla Corte Penale Internazionale i casi di violazione dei diritti dei bambini nei conflitti armati che rientrino nella sua giurisdizione. Infine, permettetemi di ricordare che l’Italia si riconosce nella posizione dell’Unione Europea che è attivamente impegnata perché la comunità internazionale adotti uno strumento legale per la proibizione delle armi che causano sofferenze inaccettabili per la popolazione civile ed in particolare per i bambini. Signor Presidente, Eccellenze, Signore e Signori, non terminerò senza ricordare che abbiamo il dovere di fare in modo che questa Conferenza sottolinei un momento importante nella lotta al fenomeno dei bambini nei conflitti armati. Per questa ragione mi auguro che possa rappresentare una tappa fondamentale nel cammino verso una nuova Risoluzione del Consiglio di Sicurezza da adottare nella prossima Conferenza su questo tema, tenendo conto delle azioni intraprese e dei progressi realizzati dall’approvazione della risoluzione 1612 del 2005. Vi ringrazio per la Vostra attenzione.



(testo originale del discorso pronunciato dal Sottosegretario di Stato agli Affari esteri, Vittorio Craxi, innanzi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite lo scorso 12 febbraio 2008)
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