Andrea Giulia

Una formazione ampia, che unisce innanzitutto post - comunisti e post - democristiani. Questo in sostanza il nuovo Partito democratico, che ha celebrato nei giorni scorsi le proprie elezioni primarie eleggendo come Segretario nazionale l’attuale Sindaco di Roma, Walter Veltroni. La nuova compagine politica non mostra legami con le tradizioni storiche della sinistra europea, pur presentandosi come maggioritaria tra le forze progressiste italiane. Adesso si attende la nascita anche di un’altra formazione, che riunirà tutte le sinistre comuniste eredi del Pci con quelle più estreme e radicali, che hanno come minimo comune denominatore l'appartenenza al perimetro della sinistra europea, la quale raccoglie, infatti, le forze di eredità e di derivazione marxista. Infine, è venuto alla luce il Ps, che non intende riaggregare soltanto i socialisti ’storici’, bensì sembrerebbe voler aprire le proprie porte ad esponenti della tradizione post-comunista e a tutte quelle personalità del mondo laico e riformista che credono nella necessità di una formazione che mantenga saldamente i propri legami con la tradizione socialdemocratica, in Italia e in Europa. Questa nuova forza laico - riformista ritiene fondamentale, per la democrazia italiana, riammettere sullo scenario politico italiano un partito che sappia mantenere un profilo autonomo all’interno della sinistra italiana, esaltando non solo i principi e i valori fondamentali della socialdemocrazia, ma conservando intatto il proprio legame con il mondo del lavoro, la propria funzione essenziale nella difesa delle libertà pubbliche e individuali,della laicità dello Stato e del riformismo in ogni sua manifestazione. Potranno convivere queste tre sinistre diverse? Il Pd sceglierà un rapporto privilegiato coi massimalisti o con i laico - riformisti? In ogni caso, il ‘nodo’ più difficile che si presenta a questo punto della legislatura sembra essere quello di una riforma definitiva del nostro sistema elettorale. A Rutelli piacerebbe il sistema francese, ma ‘obtorto collo’ si accontenterebbe anche del modello tedesco. Fassino e Giordano sono più o meno del medesimo avviso. La Lega Nord, invece, sembra esser stata morsa da una ‘tarantola’ e chiede di varare la nuova normativa in fretta e furia, pur di evitare il referendum. Forza Italia sembra essere d’accordo su un nuovo modello di consultazione nazionale, ma pone delle condizioni che, allo stato, risultano praticamente già accettate dal centrosinistra. Nonostante ciò, il partito di Silvio Berlusconi continua a mostrarsi dubbioso, poiché il sistema tedesco prevederebbe una serie di modifiche di carattere costituzionale. In sintesi, Forza Italia muore dalla voglia di andare al voto, anche con la legge elettorale attuale, poiché il tempo, in verità, gioca a suo sfavore, avendo per ben 15 mesi dichiarato che l’esecutivo di Romano Prodi sarebbe caduto alla prima ‘spallata’. Eppure, una buona riforma elettorale, nei ‘cassetti’ di Montecitorio già ci sarebbe. Esiste, infatti, una proposta di legge della scorsa legislatura che prevede proprio un impianto elettorale alla tedesca con una soglia di sbarramento al 3,5%. Quel ddl potrebbe anche essere ripresentato, volendo, con un semplice ‘copia e incolla’, dopodichè basterebbe mandarlo in Aula e votarlo per tagliare definitivamente ‘la testa al toro’. Naturalmente, ciò non avverrà: innanzitutto, perché quando si vara una nuova legge elettorale, tutti vorrebbero ‘intestarsela’, dato che essa rappresenta una riforma talmente strategica che, casomai funzionasse, tutti amerebbero farsene un vanto. In secondo luogo, in materie come questa generalmente i nostri parlamentari amano dar sfogo a tutte le loro più perverse amenità ‘tecniciste’ e cominciano a proporre in commissione le cose più bislacche, del tipo: “Ma perché non ci mettiamo anche un bel premio di maggioranza? E perché non ridisegniamo ex novo tutti i collegi elettorali, un lavoro geografico che ci farà divertire tutti come dei matti? Poi ci inseriamo pure un po’ di uninominale secca all’inglese, uno ‘strato’ di doppio turno alla francese e due ‘schizzi’ di premierato alla israeliana: che ve ne pare”? Se non si fosse ben compreso, intorno a tale questione siamo alquanto pessimista, al momento, perché se anche venisse effettivamente varata una nuova legge elettorale, questa non potrebbe rappresentare, molto probabilmente, l’ennesimo ‘pasticcio all’italiana’.


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