Stefano de LucaDi recente, alcuni giornali hanno parlato di una iniziativa di Renato Altissimo ed altri per costituire un partito liberale. Innanzitutto, mi rammarico che ‘L’opinione’ sappia bene che il partito liberale italiano esiste, anche se è costretto a vivere in semi-clandestinità, poiché oggi prevale il populismo e poco o nulla contino le idee. In ogni caso, Renato Altissimo, che è autorevole componente dell’ufficio politico del Pli, non potrebbe che spendersi per rafforzare il partito di cui fa parte e che ha contribuito a ricostruire, e a questo è impegnato. In effetti, il Pli e tutto il suo gruppo dirigente e per primo il segretario, sin dall’inizio dell’estate ha deliberato all’unanimità di promuovere un allargamento dell’attuale modesta area di influenza del partito, per offrire una opportunità politica più concreta a quegli italiani che, in misura sempre crescente, sentono la necessità di un forte soggetto liberale nel metodo e nei principi di cui oggi si avverte la mancanza. Riconoscendo che il Pli, a causa di una totale carenza di mezzi e di visibilità mediatica non sia riuscito ad avere il successo sperato, è stato dunque deciso di avviare una nuova fase ‘costituente’ per far sì che si possa riunire tutti i liberali in un’unica casa più grande, in grado di ottenere, in termini di risultati, quello che, nonostante gli sforzi, il Pli non ha potuto raggiungere fino ad oggi. Non un nuovo soggetto politico quindi, ma un processo voluto e guidato dal partito liberale di aggregazione ulteriore, resa finalmente possibile dalla concreta speranza di superamento del ‘bipolarismo all’italiana’. L’obiettivo è quello di assicurare al centro del sistema politico una presenza liberale, contrapposta sia all’Unione di Prodi, statalista e clientelare, sia ad un centro-destra conservatore, che ha perso le elezioni perché non ha saputo né voluto fare la riforma liberale dello Stato. La rottura dell’alleanza con la CdL da parte dell’UdC accelererà il processo di sfaldamento di entrambe le coalizioni esistenti che, finora, paradossalmente si sono sostenute a vicenda, l’una come negazione dell’altra. E’ pertanto necessaria una componente autenticamente liberale per evitare un centro solo democristiano e per preparare un’alternativa moderata alla fallimentare esperienza del governo delle sinistre, che in poco tempo ha rivelato il suo volto classico, non capendo che punire le classi medie produttive con una insopportabile pressione fiscale e un aumento ulteriore della spesa pubblica, significa frenare la pur modesta ripresa economica in corso e impoverire quindi tutto il Paese. Sarebbe tuttavia un gravissimo errore se per l’accelerarsi della crisi del governo Prodi, nei prossimi mesi, l’Italia venisse consegnata a un centro-destra che non ha ancora potuto e saputo avviare una seria riflessione sulle ragioni della propria recente sconfitta elettorale, e che oggi gode di rinnovate simpatie soltanto a causa di una rendita di posizione antagonista. I liberali sanno bene che non è più rinviabile il momento di grandi scelte, anche difficili e dolorose, per ridurre una spesa pubblica divenuta insostenibile, per liberare i cittadini dal ricatto di una burocrazia attenta solo a rallentare ogni iniziativa pur di affermare il proprio potere e, a volte, per ottenere illeciti guadagni. E’ arrivato il tempo di liberalizzare la stragrande maggioranza dei servizi pubblici al fine di renderli più efficienti e meno costosi, di imporre regole per la concorrenza e la trasparenza del mercato, di incoraggiare gli investimenti e la occupazione produttiva con una consistente riduzione del carico fiscale. E’ necessaria quindi una vera ‘rivoluzione liberale’ che agisca in profondità per modernizzare l’Italia, assumendo iniziative coraggiose anche contro corporazioni forti (cominciando da quella dei magistrati), sindacati, lobbies, e consorterie varie. Tutto ciò non è possibile senza un forte partito liberale, componente vitale di una coalizione riformatrice che sia in grado di unire attorno a un programma forze politiche omogenee sottratte al ricatto delle estreme, da cui sono state penalizzate entrambe le coalizioni attuali.


Segretario Nazionale del Pli
Articolo tratto dal sito web www.partitoliberale.it
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