Giorgio PrinziIl 10% degli italiani sarebbe favorevole alla riapertura delle centrali nucleari dismesse; il 2% è convinto che l’Italia utilizzi ancora la fonte nucleare. Questi due dei risultati ‘curiosi’ emersi dalla ricerca dal titolo “Osservatorio sulla percezione delle questioni energetiche” che il dottor Alessandro Lanza, Direttore Esecutivo della “Fondazione Eni Enrico Mattei”, ci ha cortesemente fatto pervenire in prospettiva del Congresso Mondiale dell’Energia che si terrà a Roma dall’11 al 15 novembre 2007 e vedrà la partecipazione di rappresentanti delle maggiori istituzioni internazionali, dei CEO delle maggiori società dell’industria energetica mondiale, di delegazioni provenienti dai cento Paesi membri del WEC (World Energy Council) – di cui il WEC Italia, l’Ente organizzatore presieduto da Chicco Testa, è membro fondatore dal 1923 – di ricercatori e studiosi provenienti da tutto il mondo. Lo studio, di cui ‘L’opinione delle Libertà’ ha anticipato alcuni contenuti, è stato presentato lo scorso 18 luglio 2006, nel corso dell’incontro “Informazione ed Energia”, promosso e organizzato da Wec Italia.
Il convegno è stato introdotto da una relazione del Presidente di Wec-Italia Gilberto Callera e dalla illustrazione dello studio “Osservatorio sulla percezione delle questioni energetiche” a cura del Direttore Esecutivo della Fondazione Eni “Enrico Mattei” Alessandro Lanza. Di seguito, si è svolta una tavola rotonda sul tema, moderata da Chicco Testa, Presidente del Comitato Organizzatore di “Roma 2007”, alla quale parteciperanno Pierluigi Magnaschi, Direttore Ansa, Roberto Napoletano, Direttore “Il Messaggero”, Gianluca Comin, Direttore Comunicazione Enel, Stefano Lucchini, Direttore Relazioni Istituzionale e Comunicazione Eni, Vittorio Meloni, Direttore Relazioni Esterne Banca Intesa, Maurizio Sandri, Direttore Comunicazione Acea. I dati ‘curiosi’ citati in apertura sono significativi di due orientamenti generali: quello di coloro che seguono con attenzione la questione energetica e che sono informati persino su un aspetto marginale della questione, quale la riattivazione delle centrali elettronucleari di Caorso e di Trino Vercellese, di cui è promotore il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (CIRN), e quello di coloro che sembrano vivere su un altro pianeta e non sono neppure a conoscenza della scelta nazionale di rinunziare a produrre energia elettrica dalla fonte nucleare. Comunque, è la stampa che plasma e condiziona fortemente l’orientamento dell’opinione pubblica. Ad esempio, a seguito della crisi invernale del gas ‘intercettato’ dall’Ucraina, si è fatto un gran parlare di rigassificatori come la ‘panacea’ del problema, con la conseguenza che il 78% del campione intervistato (31% molto, 48% abbastanza) si è dichiarato favorevole alla realizzazione di questo tipo di infrastruttura contro solo il 6% di contrari, il 10% di poco favorevoli ed il 5% di astenuti. Ma alla controprova della domanda “Lei sa cosa è un rigassificatore”? ben il 78% non ha saputo rispondere, solo il 17% ha risposto correttamente, con un 5% che ha risposto a vanvera. La stampa ha fatto un gran parlare di rigassificatori, ma si è quasi sempre dimenticata di spiegare cosa fossero, a cosa realmente servissero e, soprattutto come invece ha fatto ‘L’opinione delle Libertà’, che essi presuppongono un sistema che postula a monte impianti di liquefazione, navi metaniere, e, al termine, i rigassificatori. Il sistema richiede forti investimenti e tempi relativamente lunghi; dissipa dal 25 al 30% del contenuto energetico a bocca di pozzo, con costi finali relativi. Probabilmente, se tutta la stampa avesse informato in questa maniera, il risultato sarebbe stato differente. Una ulteriore controprova dell’influenza sull’orientamento dell’opinione pubblica è fornito dai dati relativi all’orientamento sulla questione nucleare. Tra la fine dello scorso anno e nelle prime fasi della campagna elettorale ad inizio 2006 si è ricominciato a dibattere sulla questione nucleare. Questo ha influito sugli orientamenti rilevati in successivi sondaggi. Dalla prima rilevazione del 2005 alla prima del 2006 i dati sono passati dal 28 al 38% di coloro che si sono dichiarati molto od abbastanza favorevoli (da 13 al 16% i molto, da 15 al 22% gli abbastanza), sono scesi dal 65 al 51% i poco o per nulla favorevoli, con un aumento degli indecisi dal 7 all’11%. Interessante anche la lettura dell’atteggiamento verso il risparmio energetico dove l’82% asserisce di praticarlo (di questi il 61% dice di perseguirlo lasciando meno luci accese in casa), mentre il 18% non si pone il problema. Più “risparmiosi” i coniugati (85% di coloro che adottano misure di risparmio) contro il 75% di celibi o nubili ed il 69% di separati/e, vedovi/e, divorziati/e. Il dato viene confermato nella scomposizione dei “non risparmiosi”, dove per i “mai coniugati” la percentuale è del 23%, per i coniugati del 15%, per gli altri single del 31%. C’è da chiedersi, allora, visto che l’opinione pubblica si forma su ciò che viene veicolato dalla stampa, perché a questo genere di dibattiti non vengono invitati relatori “fuori dal coro”, ad esempio testate quali ‘L’opinione delle Libertà’, che in materia hanno sempre espresso convinzioni “non politicamente corrette”. Anche il Cirn (Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare) lamenta una informazione ed un dibattito a senso unico, dove la tribuna viene sempre concessa solo e soltanto agli oppositori dell’energia nucleare. Per questi motivi ha fatto sapere di avere avanzato richiesta ufficiale agli organizzatori della Conferenza mondiale sull’energia, che si svolgerà a Roma nel novembre 2007, di invitare anche suoi esponenti, in modo che possano confutare e controbattere tesi, a volte solamente ideologiche, che condizionano poi gli orientamenti della stampa e quelli indotti dell’opinione pubblica. Comunque, sarebbe auspicabile che nelle redazioni vi fossero giornalisti competenti nelle materie trattate e non semplici tastieristi abili nel “copia/incolla” dalle agenzie di stampa, le quali spesso, a loro volta, fanno da cassa di risonanza a loro canali privilegiati, in genere abbonati con efficienti uffici stampa e relazioni esterne.


Articolo tratto dal quotidiano 'L'opinione delle Libertà' del 18 luglio 2006
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