Maria Elena Gottarelli2018/2019: a Milano nasce la startup Techyon, sotto l’impulso del trentenne romano, Federico Colacicchi e di Jacopo Tonelli, di origini piemontesi. Obiettivo: rispondere a un’esigenza del mercato italiano agendo esclusivamente sul versante tech e digitale, individuando le migliori competenze del settore, al fine di proporle alle aziende. Queste ultime, infatti, da diversi anni faticano a individuare professionisti specializzati nel settore digitale, vuoi per un ritardo tutto nostrano nello sviluppo di questo settore, vuoi a causa della penuria di giovani iscritti alle facoltà Stem (dall'inglese: Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr). “L’idea è nata ascoltando le richieste dei nostri clienti”, dichiara Colacicchi. Il quale aggiunge: “Siamo partiti in due, oggi siamo più di 30 collaboratori assunti a tempo indeterminato”. Ma la particolarità di Techyon non si ferma al suo approccio empirico. Questa giovane azienda, infatti, ha il merito di valorizzare l’impiego femminile, con il 90% dello staff composto da donne. “Nell’organigramma aziendale", sottolinea il giovane imprenditore romano, "oltre il 70% delle posizioni manageriali è ricoperto da donne; in generale, circa il 90% dei nostri dipendenti è composto da donne. Non si tratta però di una scelta: in Techyon combattiamo il gender gap e crediamo nella diversità come valore, ma è stato tutto frutto di pura meritocrazia”. Una caratteristica, questa, che rende la startup all’avanguardia in un Paese come l’Italia, dove nel 2019 il tasso di occupazione femminile è risultato distante di 17,9 punti in percentuale rispetto a quello maschile, secondo l’Eu Gender Equality Index. Per quanto riguarda i candidati, per il momento il 70% sono uomini: una percentuale che riflette, tuttavia, l’esiguità di donne iscritte alle Lauree Stem (in Italia, solo il 18% delle ragazze studia discipline Stem, contro il 39% dei ragazzi, ndr). Un dato che potrebbe comunque cambiare, nel giro di alcuni anni. Nel 2020, anno ‘funesto’ per l’economia nella maggior parte dei settori commerciali e non, Techyon ha realizzato un fatturato di oltre 2 milioni di euro, a dispetto della pandemia. Techyon si inserisce così in un contesto di crisi del mercato del lavoro, imponendosi con una visione del mondo chiara e definita: offrire alle aziende le competenze di cui hanno più bisogno da una parte; aiutare i professionisti specializzati nel tech e nel digitale a inserirsi nel mondo del lavoro dall’altra. “Techyon si forgia prevalentemente di due strumenti: know-how esclusivamente specializzato in IT Recruitment e strumenti tecnologici innovativi", spiega Colacicchi. "In particolare, le competenze dei nostri Recruitment Engineer sono sottoposte a continui aggiornamenti attraverso percorsi di formazione tecnica. Dal lato della tecnologia, abbiamo sviluppato un software proprietario, 'Techyon-Search', il quale ci permette di scovare i profili IT più adatti a ogni tipo di esigenza e organizzazione. Siamo inoltre in contatto con il mondo universitario: collaboriamo con i maggiori poli universitari italiani per la gestione della fascia talent”, concludono i due manager. Nel giro di due anni, Techyon è diventata un punto di riferimento per 200 aziende-clienti, di cui la metà sono multinazionali note e l’altra metà Pmi. Nel frattempo, la voglia di valicare i confini ha portato la startup ad aprire degli uffici anche in Spagna. Il mondo post-pandemia sembra dunque prospettarsi più digital. Intercettando questa tendenza, Techyon potrebbe imporsi come un 'trait d’union' in un universo che cambia, tra giovani talenti e imprese innovative.





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