Fabrizio FedericiGrande il dolore collettivo per la scomparsa, avvenuta poche settimane fa, di Gigi Proietti. Un grande attore, un maestro e una persona perbene: un 'mattatore' degno erede di Vittorio Gassman. A funerale ormai concluso abbiamo voluto riflettere adeguatamente per chiederci: perché è morto? Oggi, in Italia, la vita media è di 82-85 anni. Dunque, Gigi Proietti è scomparso un po' troppo presto e ancora in piena attività: poteva e, forse, doveva non morire. In merito a questi temi, abbiamo raccolto il parere di Rudy Punto Rudy, presidente di 'Benessere senza fumo Onlus', l'associazione dei 'Rudy' italiani, ovvero dei 'non fumatori', patrocinata dalla Commissione europea e da vari altri enti di rilievo, come per esempio la partnership e la consulenza scientifica della Sitab, la Società italiana di tabaccologia che vede, come presidente onorario, il professor Silvio Garattini. "Per chi non fuma e non beve", ricorda Rudy Punto Rudy, "le possibilità di superare i 90 anni sono oggi molto alte". La sua associazione è nata, infatti, per occuparsi di un problema immenso, quello del fumo, volutamente sottovalutato a livello di pubblica percezione  e comunicazione, che ha in programma una campagna culturale permanente in tutto il Paese, basata soprattutto su conferenze nelle scuole secondarie (dagli 11 anni in su), interventi adeguati sui mass media, cicli di eventi informativi in varie città occupandosi, in sostanza, di una 'droga legale'. L'associazione (www.benesseresenzafumo.it) ha dunque la 'mission' di "cambiare la 'non-cultura' del fumo" e, come 'vision' la massima: "Non vogliamo scoprire presto i tumori, vogliamo non farli arrivare affatto". L'obiettivo, insomma, è quello di fare vera prevenzione, primaria e assoluta.

Presidente, lei di recente ha avanzato una tesi particolare intorno alla scomparsa di Gigi Proietti: può spiegarci meglio il suo pensiero?
"Diciamolo forte e chiaro: anche Gigi Proietti è stato ucciso dal fumo. Purtroppo, era anche lui, da sempre, un fumatore. Tecnicamente, per tumori o altre patologie, alla fine tutti muoiono e tutti moriremo, perchè il cuore si ferma e non pompa più: si muore, insomma, sempre per infarto o insufficienza cardiaca. E anche il cuore di Gigi Proietti si è fermato. Da anni, ormai, Gigi era un cardiopatico grave".

Sta affermando che l'apparato cardiocircolatorio del grande attore romano era così deteriorato da collassare già a 80 anni?
"Purtroppo, il fumo fa esattamente questo: demolisce lentamente, ma inesorabilmente, l'organismo a causa del polonio radioattivo presente nelle sigarette e ad altre decine di sostanze cancerogene enormemente più concentrate e molto più dannose rispetto a quelle presenti nel cibo o nell'aria inquinata. Questa massa micidiale entra per anni nel nostro corpo per 10, 20, 30 volte al giorno e, attraverso il sangue, va dappertutto, provocando tante patologie e tanti tipi di tumori un po' ovunque, non solo in bocca, alla gola o nei polmoni".

E cosa succede, di solito?
"Prima di tutto, arrivano tosse, asma, enfisemi e polmoniti frequenti, mentre le vene e le arterie si induriscono, si tappano e, infine, partono trombosi, aneurismi, ictus e infarti. E' vero che, in molti decessi, come concausa c'è anche l'alcool: un fortissimo cancerogeno, già molto dannoso senza essere per forza grandi bevitori. E non possiamo dimenticare, ovviamente, anche l'uso di stupefacenti. Ma è sempre il fumo la vera, assoluta, causa primaria: quante altre persone amate - scienziati, letterati, sportivi e artisti - dovremo continuare a piangere per colpa di questo commercio che fabbrica morti e provoca immensi danni economici, sociosanitari e ambientali disperdendo ogni giorno, in tutto il mondo, miliardi di 'cicche' tossiche nella catena alimentare"?

Come combattere questa forma di edonismo?
"È importante, che i 'comunicatori', se in buona fede, la piantino di chiamarlo 'vizio', 'scelta', 'abitudine': fumare è scientificamente una malattia cronica, conseguenza di una vera e propria 'trappola' creata dal marketing e dalle multinazionali del tabacco ai danni di ragazzini incoscienti di 15 anni, sospinti sia da amici e familiari, sia dalle mode, dai divi, da immagini e modelli di comportamento costruiti appositamente. Da 100 anni ormai, questo impero senza scrupoli finanzia uffici stampa, media e 'show-business', produttori e sceneggiatori, registi e attori, compositori e cantanti, sport, eventi, giornalisti e influencer. Tantissimi di loro sono solo 'pupazzi' pubblicitari a busta paga, ricoperti di soldi sia in chiaro, sia in 'nero'. Inoltre, sempre parlando di 'big' scomparsi di recente, i mass media  hanno casualmente 'sparato' ovunque foto del mitico 'Connery/007' sempre con una 'stupida' sigaretta in bocca: una ghiotta occasione per fare tantissima pubblicità legale. Ma ora che è morto, chi ha ricordato che l'uomo Sean Connery aveva smesso di fumare da 20 anni e che, probabilmente, proprio per questo è riuscito ad andare avanti sino a 90, pur malato? È infinito l'elenco dei grandi personaggi che il fumo si è portato via, certamente non colpevoli, nè viziosi, ma solo vittime di modelli imposti".

Chi, per esempio?
"Limitandoci agli italiani, si va da Walter Chiari, morto a 67 anni per infarto, a Gino Bramieri, anche lui deceduto a soli 67 anni per un tumore al pancreas; da Franco  Califano, 74 anni, morto per una broncopneumopatia cronica ostruttiva e relativo infarto, a Gino Cervi (72 anni,  edema polmonare); da Mike Bongiorno (85, infarto) a Corrado Mantoni (74, cancro ai polmoni), da Lucio Dalla (68, infarto) a Mino Damato (72), da Alberto Sordi (82) a Totò (69, infarto). Ricordarli vuol dire sia rendere omaggio alla loro memoria, sia farli essere ancora vivi e utili tra noi, affinché la loro scomparsa possa aiutare chi fuma a riflettere per cercare di salvarsi, per emergere da questo tunnel dove regna l'inesorabile equazione: fumo=malattie+morte".

Le istituzioni e i politici cosa dovrebbero fare per cambiare 'registro'?
"Le istituzioni e i politici debbono decidersi a fare nuove norme antifumo fatte bene, finanziando e promuovendo nuove strategie di prevenzione vera, in favore dei giovani e per chi gode ancora di buona salute".





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