Vittorio LussanaA prescindere dagli accertamenti in corso sul caso del ragazzo ucciso a Colleferro durante una rissa, c'è da dire che l'impressione complessiva in merito a certa gioventù esaltata non può non esser quella di un fallimento storico. Parafrasando Pasolini, viene da chiedersi: "Ma che razza di madri hanno avuto, questi qui"? L'idea stessa di "spedizione punitiva", che risale al militarismo austro-tedesco della prima guerra mondiale, rende pienamente l'idea di forme educative e familiari a carattere autoritario, che hanno prodotto il risultato di una mentalità, al contempo, edonista e violenta. Ogni volta che salta fuori quella frase lì, la "spedizione punitiva", si materializzano conseguenze nefaste. Ma il vero fallimento è quello scolastico, a prescindere dai ministri che si sono avvicendati a viale Trastevere. Il nostro modello di società risulta troppo sbilanciato sull'immagine di se stessi, senza incidere nelle coscienze. Una diagnosi amara, che possiede le sue radici in anni molto lontani. Insomma, siamo di fronte a idee vecchie, totalmente appiattite sul dato pragmatico o grettamente materialista della vita sociale, trascurando gli aspetti intellettuali e spirituali di effettivo "nutrimento culturale". Aspetti che sono poi quelli realmente educativi, poiché anche la visione pedagogica di Giovanni Gentile teorizzava una forma di 'auto-educazione' che comportasse la piena maturità di un giovane o del 'discente'. Insomma, se il problema fosse solo quello di una formazione identitaria di destra o conservatrice, sarebbe già meglio che niente. Invece, qui siamo innanzi al vuoto totale, alla 'fuffa', al nulla. E non c'è più niente da fare.




(nota tratta dalla rubrica settimanale 'Pensierini romani' pubblicata su www.roma/gaiaitalia.com)

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carlo cadorna - frascati - Mail - lunedi 14 settembre 2020 16.40
Poiché si educa, prima di tutto, col buon esempio, bisogna fare in modo che chi ha una funzione pubblica si attenga a quanto previsto dall'art. 54 della Costituzione.


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