Roberto LabateCon la premessa che siamo i primi a essere dubbiosi e che vogliamo essere cauti nel trattare una materia così delicata, che implica la vita stessa delle persone, c'è un dilemma che ci stiamo ponendo fin da quando è cominciata questa crisi del coronavirus: facciamo bene a mantenere chiuse tutte le attività? Fa bene lo Stato? Ha il diritto di fermare ogni esercizio, tranne quelli ritenuti indispensabili? Perché così facendo, si mandano in crisi migliaia di attività e di persone, per non dire milioni: gente rovinata, che non riaprirà più. Ha diritto, lo Stato, a fare una cosa del genere? Personalmente, scrivo da Pesaro, che notoriamente è stato uno dei focolai dell'epidemia, fin da subito. Si dice, forse, per la disputa in febbraio delle 'Final Eight': le finali di Coppa Italia di basket, in cui per qualche giorno si sono riunite le prime 8 squadre d'Italia, giunte a Pesaro con le loro tifoserie di centinaia e migliaia di appassionati. E forse, da lì potrebbe essere partito il contagio, che ha reso la mia città una delle zone più colpite d'Italia. Nel pronto soccorso e nell'ospedale di Pesaro lavorano diversi amici, che ho sentito spesso e che mi comunicano una situazione drammatica, con arrivi di ambulanze a sirene spiegate tutto il giorno e tutta la notte. Ambulanze che trasportano pazienti alcuni dei quali molto gravi, che finiscono in terapia intensiva, dove hanno dovuto creare posti in continuazione. In parecchi, a quel punto, non ce l'hanno fatta. L'ospedale di Pesaro è uno di più sotto stress d'Italia e a tutti i sanitari che vi lavorano, lì come in tutti gli ospedali e strutture sanitarie del mondo, dovremmo fare un monumento di ringraziamenti al personale, spesso sottoposto al rischio di contagio, con attrezzature e equipaggiamenti non sempre idonei a prevenire nulla. Detto questo, chiudere tutte le attività e mandarne fallite tante altre che non riapriranno mai più (già ora è pieno di cartelli 'Vendesi' e 'Affittasi'), rovinare persone e aziende con tutti i loro dipendenti, può essere la cura? L'Agi ha pubblicato, di recente, un 'lancio' che riferiva: 2,7 milioni di persone già oggi fanno fatica a mangiare. Ci stiamo rendendo conto di cosa stiamo parlando? In che razza di crisi ci stiamo ficcando? Già da diverse settimane mi sto dando da fare per far circolare un video, che ho preparato artigianalmente, il quale esprime più o meno questi fatti. Cerco di parlare alla radio, cerco di farmi sentire e vorrei che si aprisse una discussione dignitosa su questo argomento. Lo Stato ha diritto di rovinare milioni di persone? L'altra via che vediamo, alternativa, adottata da qualche Paese come la Svezia - che anch'essa, adesso, sta registrando le sue 'maglie', per la verità - sarebbe quella di informare bene i cittadini dei rischi e lasciare le cose alla libera scelta delle persone, al loro libero arbitrio. Con regole e limiti, ovviamente, che prescrivano il divieto di assembramenti, di mantenere il distanziamento sociale, almeno un metro dagli altri. Le persone dovrebbero essere lasciate libere di scegliere se lavorare o meno, se tenere aperta la propria attività o meno, avere magari un calo, ma senza andare verso il fallimento, come sta succedendo a molti. Con le Forze di polizia che controllino il rispetto delle norme, ovviamente. Con l'aiuto di molta tecnologia, anche in Corea del sud stanno tentando qualcosa di simile. E l'epidemia è persino scomparsa. Qui, ovviamente, le scelte del Governo sembra dipendano da quelle degli scienziati, che dicono che fino a quando il contagio non scenderà al di sotto del 'Fattore 1' - che non si propaga ulteriormente in sostanza - bisogna tenere tutto chiuso. Si comincerà a riaprire, eventualmente, dopo Pasqua o a maggio, gradualmente. Sembrerà una liberazione: torneremo a vivere. Manca, tuttavia, l'analisi economica in queste conclusioni scientifiche, che non è una bieca venalità: se teniamo tutto chiuso, milioni di persone andranno in rovina e la criminalità organizzata prospererà. Una persona rovinata sta meglio di una persona eventualmente esposta al coronavirus? Noi non lo crediamo. Pochissimi, come si sa, contraggono malattie gravi da un possibile contagio: le probabilità di avere serie conseguenze dal maledetto virus rimangono alquanto basse. L'80% dei positivi non si è neanche accorta di essere entrate in contatto col virus, non hanno avuto nessuna conseguenza: in questo, concordano tutti gli scienziati. Le persone anziane, fragili, possono benissimo stare a casa per non sottoporsi a rischi. Vorremmo una discussione molto ampia e seria, su questo. E si badi bene che non stiamo istigando nessuno a trasgredire nulla, di andare divertirsi (dove?) o di mettersi nei guai. Ma la questione è vitale: come ne usciremo da questa situazione, quando (sperabilmente) l'emergenza sarà terminata? In quali condizioni? Basteranno 600 euro per le partite Iva per gente che chiuso e ha perduto tutto, mandando rovinati anche i dipendenti e le loro famiglie? Il nostro direttore ci parla di un 'Protocollo di sorveglianza' dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità, ndr) di 90 giorni. Noi non abbiamo certezze assolute, ma quel che vorremmo adesso è avere qualche informazione in più.


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