Domenico BriguglioSi è inaugurata, il 29 giugno scorso, presso la sede della Art Gallery in Roma, la rassegna artistica internazionale 'Art in Rome 2019', a cui hanno partecipato artisti provenienti da ben 22 Paesi di tutto il mondo. Tra le opere esposte, tutte interessanti e appartenenti alle più svariate correnti artistiche, alcune hanno colpito la nostra attenzione per originalità, tecnica di base, trasmissione del concetto espressivo. È il caso dell'inglese Aileen Logan, che padroneggiando come pochi l'acquerello ha dato vita alla figura, talmente piena d'energia che sembra uscire fuori dalla tela, di una donna anziana. Il tratto è deciso, pieno di spigoli espressivi, che sottolineano il carattere del soggetto ritratto. Stupendo il gatto del francese Oscar Prudhomme: viene voglia di giocarci, prendendo il gomitolo che trattiene tra le 'zampine'. Inquietanti, nel senso buono del termine ovviamente, gli gnomi che appaiono nel 'Giardino d'infanzia' di Maurizio D'Amico: forse infantili amici immaginari? Oppure, se le piante non di questo mondo curate dalle piccole creature fossero la reminiscenza di un racconto letto o ascoltato da bambini? Il riferimento alla Storia è invece palese nel 'Doge di Venezia', di Edoardo Maria Ferrari: un'opera che mostra una conoscenza notevolissima della pittura classica e, soprattutto, la perfetta capacità di servirsene. Piena di mistero irrisolto è 'Sigh', del macedone Stevan Cigaridov: la prima opera che, entrando in galleria, ci ha colpiti. Gli 'Stivali rossi' di Luigi Degni sono una particolare variazione di un tema caro a tanti pittori e fotografi: il riflesso dell'ambiente circostante colto sulla superficie di una pozzanghera. In questo caso, nel piccolissimo specchio d'acqua appaiono solo un paio di stivali rossi, riflesso del corrispondente omologo che si trova vicino al margine esterno, senza altri dettagli sul soggetto che li indossa e che possiamo soltanto immaginare. Merita una doverosa menzione anche un'opera che, nel contesto, non sfigura affatto: 'Ricordi', tela del gallerista Angelo Ribezzi, in cui campeggia una 500 gialla, quella vera, vanto dell'Italia su quattro ruote negli anni che furono. Concludiamo con 'Spore' di Franco la Mesa: un maturo artista che, purtroppo, ci ha lasciati da poco con grande rammarico, vista la straordinaria perizia che questa composizione, in gesso smaltato su legno, esibisce. I familiari, con grande rispetto per la memoria dello scomparso ed eccezionale sensibilità, hanno comunque voluto che partecipasse alla mostra: abbiamo perso un grande artista. Chiudiamo qui questo nostro servizio: l'appuntamento è alla prossima mostra.



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