Marta De LucaLe irregolarità reali o presunte rilevate da molti docenti che hanno partecipato al concorso per dirigenti scolastici,  bandito dal Miur con decreto del Direttore generale per il Personale scolastico n. 1259 del 23 novembre 2017 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 24 novembre 2017, sono state segnalate, tramite esposto, nella giornata del 17 aprile scorso innanzi alla procura della Repubblica di Roma. L'esposto è stato firmato da 271 candidati, che hanno segnalato alla procura "plurime violazioni regolamentari". Si va dal "mancato espletamento della prova in data unica e in contemporanea", alla "divulgazione in tempi diversi dei quadri di riferimento", alla "diversa formulazione dei quesiti rispetto a quelli stabiliti dal bando di concorso", ai "criteri di attribuzione delle prove nel procedimento di correzione, ai criteri di abbinamento codice/candidato". Nell'esposto si fa riferimento anche alle diverse percentuali di ammessi regione per regione e alle effettive modalità di espletamento della prova scritta nelle diverse sedi, nonché ai differenti controlli ivi espletati, senza trascurare probabili fughe di notizie e anomalie nel funzionamento del software 'Cineca'. L'esposto è inoltre corredato da numerose segnalazioni di irregolarità più o meno gravi, provenienti da tutta Italia. Difficile capire cosa potrà accadere ora. Anche se non si può escludere che l'autorità giudiziaria decida di sospendere la procedura concorsuale, con ripercussioni pesanti sull'esito finale. Non è detto, a questo punto, che la graduatoria finale venga approvata entro il mese di agosto, in modo da consentire l'assegnazione dei vincitori alle loro rispettive sedi con decorrenza dal 1° settembre 2019. Gli esponenti hanno richiesto, alla stregua di ogni opportuno approfondimento investigativo - anche di carattere tecnico e previa acquisizione di ogni utile incartamento concorsuale - "che venga svolta ogni più incisiva indagine volta ad accertare le eventuali responsabilità penali correlabili alle violazioni e ai vantaggi in oggetto. Ciò allo scopo di comprendere le ragioni per le quali si sia inteso connotare di permeante oscurità un concorso pubblico improntato, per legge, ai parametri di legalità e trasparenza e a determinare evidenti e inaccettabili disparità di trattamento tra i candidati". Gli esponenti intendono fornire il proprio contributo agli inquirenti nell'accertamento della verità anche tramite l'espletamento dell'attività investigativa difensiva. E desiderano estendere a quanti si trovano nella stessa posizione la possibilità di costituire una voce unica e condivisa. "Per ora", affermano gli esponenti, "si sa che un candidato su tre, tra coloro che avevano superato la prova preliminare con 100, sono stati 'bocciati', mentre uno su due tra coloro che avevano conseguito un punteggio tra 90 e 100. E questo", concludono, "lascia l'amaro in bocca: abbiamo studiato il diritto e sappiamo quanto sia importante il valore della trasparenza". Va anche detto, in ogni caso, che le accuse sono tutte da dimostrare e che il Miur è ancora nei tempi di legge per rispondere ai quesiti esposti dai candidati con l'accesso agli atti.


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