Michele Di MuroIl mondo di internet, si sa, può essere difficile e insidioso. Ognuno di noi è raggiungibile e rintracciabile da chiunque. Nascondendosi dietro una tastiera e un monitor, si può con facilità inseguire virtualmente una persona ventiquattrore su ventiquattro. Certo, si può impostare la propria pagina Facebook o il profilo Instagram con filtri e protezioni della privacy, ma sono tante le storie che raccontano di utenti vittime dell'ossessiva, violenta e assillante attenzione da parte di un singolo individuo, quando anche di un gruppo di persone. Comportamenti questi che, attuati nel web (a volte con leggerezza e immaturità), portano a conseguenze nel mondo reale dai risvolti a volte tragici e drammatici. L'arma più efficace che la vittima di molestie e bullismo ha a disposizione resta sempre la denuncia. Proprio a tal fine è stata pensata l'applicazione gratuita 'made in Italy' chiamata 'My Tutela'. Il progetto è nato nel 2017 ed è stato presentato il 24 maggio appena trascorso al 'Tavolo permanente interistituzionale per la prevenzione e il contrasto della violenza nei confronti delle donne e dei minori' presso il Tribunale di Roma. Stando a quanto riportato sul sito ufficiale, si tratta di un'app per la sicurezza personale progettata per la tutela delle vittime di stalking, molestiebullismo. A loro viene fornito così uno strumento, col quale raccogliere le evidenze digitali di reati di 'cybercriminalità'. Tramite algoritmi di calcolo che garantiscono l'autenticità e la provenienza delle fonti di prova, l'utente potrà conservare traccia di foto, mail, telefonate e messaggi provenienti dalla persona di cui è vittima (o pensa di esserlo). Tali informazioni sono salvate indelebilmente, anche qualora il telefono andasse distrutto. E possono essere stampate in forma di report da consegnare, eventualmente, alle autorità competenti. Il funzionamento è semplice: una volta scaricata l'applicazione, si dovrà inserire il numero di telefono e la mail dello/a stalker e il programma registrerà ogni cosa proveniente da quel determinato contatto. Spesso, però, soprattutto quando si tratta di minori, non si hanno gli strumenti per decodificare efficacemente l'intenzione reale di chi sta scrivendo o chiamando. Per questo motivo, gli autori di 'My Tutela' (che sarà disponibile per Android entro l'estate e per iPhone prima della fine dell'anno) hanno lavorato allo sviluppo di allarmi che avviseranno l'utente circa la pericolosità dei comportamenti che si stanno subendo, con tanto di segnalazione del possibile reato. Questo grazie a un programma che scansiona i messaggi, individuando insulti e minacce ricorrenti. In questo modo, potrebbe essere possibile bloccare sul nascere atteggiamenti violenti e minatori oppure fornire un valido supporto in caso di indagini. Fanno parte del team di 'My Tutela' l'ingegner Marco Testi, insieme a Marco Calonzi e Susanna Testi. Il primo, presidente e cofondatore, è un ingegnere elettronico con master in cybercrime e informatica forense, che collabora con diverse procure su tutto il territorio nazionale. Calonzi, Ceo e cofondatore, è esperto nel contrasto dei reati di violenza di genere e contro i minorenni. Egli opera come consulente tecnico forense di numerose procure e tribunali. Infine, Susanna Testi, vice presidente e cofondatrice, collabora con un fondo di investimenti in 'start up' innovative negli Stati Uniti. L'idea dell'app è maturata da un fatto di cronaca nera: l'uccisione nella capitale di Sara Di Pietrantonio da parte del fidanzato, Vincenzo Paduano. Costui aveva eliminato dal suo telefono ogni traccia di informazioni che potessero incastrarlo, mentre quello di lei era protetto da password. In quel caso, uno strumento come 'My Tutela' avrebbe potuto velocizzare di molto le indagini. L'iniziativa s'inserisce di fatto all'interno della doverosa riflessione sull'importanza di una maggiore ed efficace educazione all'uso di internet e, ancora, in un ampio dibattito etico sugli strumenti di controllo di quanto accade su un dispositivo connesso costantemente al web.


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