Michele Di MuroIn tanti si ricorderanno di Stork, il membro della Delta House nel film 'Animal House' che, dopo aver parlato a malapena per tutto il film, si rende protagonista nella scena finale del sabotaggio della parata scolastica, durante la quale direziona la banda del college all'interno di un vicolo cieco. Bene, il celebre personaggio è interpretato da uno degli autori del film stesso, Douglas Clark Francis Kenney (1946-1980), considerato uno dei padri fondatori della comicità moderna americana. Fu un autore poliedrico e, nella sua pur breve carriera, seppe sperimentale spaziando tra editoria, cinema e radio. Il suo era un linguaggio dissacrante, politicamente scorretto, surreale fino all'eccesso. Un personaggio decisamente fuori dagli schemi e una figura che, in soli trenta tre anni di vita, ha impresso la sua indelebile impronta nel modo della comicità statunitense. Oltre al già citato 'Animal House', Doug Kenney prese parte a numerose imprese, dalle quali sono emersi una serie di personaggi attivi ancora oggi, come Bill Murray per citarne uno. La sua parabola artistica è stata raccontata nel libro 'A futile and stupid gesture: how Doug Kenney and National Lampoon changed comedy for ever' (letteralmente: 'Un gesto stupido e futile: come Doug Kenney e National Lampoon hanno cambiato per sempre la comicità', ndr) scritto da Josh Karp e pubblicato nel 2006. Dal libro è stato tratto un adattamento cinematografico, distribuito dalla piattaforma on demand 'Netflix'. Il film, diretto da David Wain, è stato presentato lo scorso gennaio al 'Sundance Film Festival'. Protagonista della pellicola è Will Forte, attore americano che il pubblico italiano ricorderà per il ruolo di Randy Wharmpess nella serie tv: 'How I met your mother'. In patria ha scritto per diverse serie e programmi televisivi (That '70s Show) e ha fatto parte del cast del 'Saturday Night Live', il celebre show fondato nel 1975 che, nelle sue prime edizioni, vide la partecipazione di attori scoperti proprio da Doug Kenney con il programma radiofonico 'Radio Hour' e poi col film 'Animal House': John Beluschi e Chevy Chase. 'A futile and stupid gesture' è un film biografico. La narrazione viene sviluppata secondo lo schema del finto documentario. In omaggio alla comicità surreale del protagonista della storia, troviamo un improbabile anziano, Doug Kenney, nelle vesti del narratore (ruolo interpretato da Martin Mull). L'opera pone in risalto le imprese artistiche di Kenney, ma si sofferma molto anche sulla componente umana e personale della vicenda dell'autore. Viene messa in risalto la genialità pionieristica di questa importante figura, ma al contempo se ne evidenziano le debolezze e le fragilità. Il film prende avvio negli anni '60 del secolo scorso ad Harvard, dove Doug Kenney, assieme al collega Henry Beard (interpretato da Domhnall Gleeson, ovvero Billy Weasley in Harry Potter), lavorano al libro 'Bored of the rings', parodia del capolavoro di Tolkien e al magazine umoristico universitario 'Harvard Lampoon'. Finiti gli studi, i due fondano la rivista 'National Lampoon', che raggiunse col numero di ottobre del 1974 la tiratura record di un milione di copie. Si trattava di una rivista, pubblicata fino al 1998, fondata con la chiara intenzione di dare avvio a un nuovo linguaggio comico che attraesse il pubblico giovanile: una sorta di ponte tra il 'New Yorker' e 'Mad Magazine'. Il film evidenzia la portata innovativa della rivista, che ebbe il merito di rompere il muro del perbenismo imperante attraverso una satira che colpiva tutta la società e la classe dirigente con un linguaggio brillante, che ha fatto scuola. Lo spettatore rivive l'atmosfera allucinata che si respirava (e inspirava) all'interno della redazione. Viene così mostrata la nascita di vignette e copertine storiche. Come la ripresa della pubblicità del maggiolino Volkswagen ritratto mentre galleggia sull'acqua, alla quale viene aggiunta la didascalia che recita: "Se Ted Keneddy avesse guidato una Volkswagen, oggi sarebbe presidente" (in riferimento all'incidente automobilistico di cui fu protagonista il senatore americano, colpevole di essersi allontanato dal luogo senza prestare soccorso all'assistente Mary Jo Kopechne, che morì annegata all'interno del veicolo, ndr). Oppure, come non citare la famosa copertina del cane con la pistola puntata alla testa e la frase a commento: "Se non comprate questa rivista, uccideremo questo cane"? Nel film viene descritta la frenesia creativa di Doug Kenney, controbilanciata dalla ponderatezza di Henry Beard. Si insiste molto su questo rapporto: dapprima molto uniti, i due finiscono per allontanarsi, complice la dipendenza di Kenney dalle droghe e i suoi molteplici impegni, come il programma radiofonico 'Radio Hour', che lanciò attori del calibro di John Beluschi e Bill Murray. La fine del rapporto con Beard spingerà Kenney a cercare nuove strade, approdando al cinema. 'A futile and stupid gesture' racconta quindi la nascita di 'National Lamponn's Animal House', il celebre film di cui sono protagonisti gli scalmanati e nullafacenti studenti del Faber College. La pellicola, che ha incassato più di 140 milioni di dollari, è considerata l'apripista del cinema comico e demenziale legato all'adolescenza e al mondo universitario. 'Animal House' costituisce l'apice della carriera di Doug Kenney. Da qui, inizia la sua parabola discendente: incapace di gestire il successo e la dipendenza da alcol e droga, egli produrrà il fallimentare 'Caddyshack' (in italiano: 'Palle da golf'), divenuto opera di culto col passare del tempo, prima di entrare in una voragine depressiva che lo condurrà al tragico epilogo. Il film, distribuito da Netflix, ricostruisce il profilo di un personaggio di spessore, che ha fatto ridere intere generazioni, ma non è riuscito a gestire la sua vita. Genio e sregolatezza, Doug Kenney è stato schiacciato dai fantasmi del passato. Eternamente giovane, non è riuscito a diventare un uomo maturo. 'A futile and stupid gesture' è un film piacevole e agrodolce. Pregevole la ricostruzione storica, possibile grazie al preciso lavoro svolto sul piano scenografico e dei costumi. L'unico vero difetto è il montaggio, che in alcuni momenti tradisce una sequenzialità troppo vorticosa, che difficilmente riesce a catturare lo spettatore neofita.


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