Fabrizio FedericiBilancio positivo quello delle #FestedelDialogo, organizzate dal 1° all'11 settembre in Italia e in Terra Santa dalla Co-mai, la comunità del mondo arabo in Italia,  dal movimento internazionale e interprofessionale 'Uniti per unire' e dalla Confederazione internazionale, laica e interreligiosa: #Cristianinmoschea. In tutte le regioni italiane sono state infatti organizzate preghiere comuni, incontri, dibattiti pubblici e cene di fratellanza che hanno fortemente contribuito al dialogo tra musulmani, cristiani, ebrei, fedeli di altre religioni e laici, per l'abbattimento dei muri dell'odio reciproco, del pregiudizio e del terrorismo. L'iniziativa ha avuto l'adesione di più di 2500 tra comunità  islamiche, circoli culturali, associazioni, università, sindacati. 'Gran finale' a Roma, Reggio Emilia e Gerusalemme, il 10 e 11 settembre scorsi. Nell'Urbe, il dibattito è stato denso di interrogativi, ma anche di proposte concrete: organizzato dal professor Foad Aodi, presidente di Co-mai e 'Uniti per unire', nonché e fondatore di #Cristianinmoschea, dal vescovo anglicano Luis Miguel Perea Castrillon presso l'Istituto delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù, alla via del Casaletto. "Innanzitutto, dobbiamo tener presente", ha sottolineato il professo Enrico Granara, ministro plenipotenziario del ministero degli Affari Esteri, coordinatore degli interventi di cooperazione nel Mediterraneo, "che il contesto istituzionale più adatto all'azione di tutte quelle realtà che vogliono sviluppare il dialogo nel Mediterraneo non può essere che quello dell'Unione euromediterranea. L'unico organismo sovranazionale, composto da 41 Paesi, che con i fondi di Bruxelles si occupa concretamente di tutto il Mediterraneo. Con queste nostre iniziative", ha invece precisato Foad Aodi, 'Focal Point' per l'integrazione in Italia e per l'Alleanza delle civiltà (UnaOc), organismo dell'Onu, "iniziate ufficialmente con #Musulmaninchiesa del 31 luglio 2016, pochi giorni dopo il tragico attentato di Nizza e proseguite con la nascita della Confederazione #Cristianinmoschea, non vogliamo certo fare miracoli, ma combattere - sempre con le armi del dialogo, della conoscenza reciproca e della buona informazione - i fomentatori di odio e le strumentalizzazioni politiche di problemi complessi come, anzitutto, l'immigrazione irregolare. Vogliamo far vedere le cose a chi non vuol vedere, per far sì che l'ottuso cominci a ragionare. E con le #FestedelDialogo stiamo dando uno strumento per la miglior terapia delle 'zone grigie', anticamera del terrorismo. Proprio l'11 settembre abbiamo voluto chiudere le #FestedelDialogo dedicando questa grande partecipazione al ricordo e alla commemorazione di tutte le vittime del terrorismo, lanciando un appello per fermare qualsiasi discriminazione e qualsiasi massacro di etnìe e religioni". In stile 'I want you', l'intervento del vescovo anglicano Luis Miguel Perea Castrillon, vicepresidente di #Cristianinmoschea: "Ognuno di noi ha una qualche possibilità di partecipare a cambiare il mondo. Ed è nostro dovere non lasciarla cadere. Indegnamente, siamo chiamati tutti  a trasformare questo pianeta col nostro impegno, partendo dal nostro vissuto quotidiano: la forza del dialogo deve permeare la cultura, la politica, lo sport, ogni aspetto della realtà". Sulla stessa linea, l'algerino Kamel Belaitouche, segretario generale della Co-mai: "Ogni civiltà nella Storia s'è sviluppata grazie al dialogo e all'interscambio con le altre, non con le chiusure nazionalistiche esaperate e ottuse", mentre l'imam Salameh Ashour, responsabile del Dipartimento per il dialogo interreligioso della Co-mai, ha ricordato "il principio fondamentale, comune a tutte e 3 le grandi religioni monoteistiche, dell'uguaglianza di base tra gli uomini". Abdo Rad, sacerdote cattolico libanese, ha invece ricordato "la radice di base comune a quasi tutte le religioni: la credenza in Dio e la natura delle varie religioni come 'rami', in fondo, di uno stesso albero. Anche per questo, il dialogo è, di per sè, una festa". Sono intervenuti, inoltre, Kurosh Danesh, responsabile Cgil per le Politiche dell'immigrazione, in rappresentanza del Segretario generale, Susanna Camusso; Andrea Tasciotti, ambasciatore per l'Italia di varie organizzazioni intergovernative; suor Swjitha Xavier, delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù, con esperienza di lavoro tra i musulmani nel suo Paese, l'India e in Guinea Bissau. "E' importante investire nelle nuove generazioni, dando loro esempi positivi cui ispirarsi", ha detto Manuela Trombetta, coordinatrice del Dipartimento istruzione di 'Uniti per unire' e autrice del Progetto 'S.C.U.O.L.A.', promosso da Asi e Unicef per parlare di valori etici e di solidarietà ai ragazzi tra gli 8 e i 13 anni: "Le #FestedelDialogo sono uno di questi esempi, un momento in cui parlare di fratellanza e testimoniare il valore del rispetto reciproco, dell'amicizia e della conoscenza, prevenendo il germe del pregiudizio". Altri due eventi conclusivi delle #FestedelDialogo sono stati la festa, organizzata a Reggio Emilia da Sufi Mustapha, presidente del Congresso europeo degli imam predicatori e le iniziative varate in Terra Santa dalla scrittrice ebrea Shazarahel, vicepresidente della Confederazione internazionale laica e interreligiosa. "Sono stata accolta con grande calore dalla preside e dalla vicepreside della scuola di Jajulia", afferma Shazarahel, "e abbiamo deciso insieme di dare il via a incontri in cui bambini musulmani potranno scoprire il mondo ebraico e bambini ebrei il mondo islamico, mettendo in valore tutto ciò che ci unisce. Questo, per esempio, invitando un rabbino che parli dell'ebraismo ai giovani studenti musulmani e facendo loro visitare una sinagoga. Tenteremo anche di fare l'inverso: lo scopo di queste iniziative è 'seminare' nelle giovani generazioni il seme della bellezza che nasce dalla scoperta del mondo altrui, che arricchisce e completa il nostro". Sempre l'11 settembre, anniversario del terribile 'attentato-spartiacque' del 2001 alle Torri Gemelle di New York, a Gerusalemme il rabbino Mordechai Chriqui, all'istituto 'Rahman' (che sorge, tra l'altro, in un quartiere ortodosso della città) ha parlato su questi temi. Mentre Shazarahel ha annunciato il lancio dell'altra iniziativa di Co-mai e 'Uniti per unire', #Musulmaninsinagoga: un'iniziativa dalle straordinarie potenzialità pacificatrici in un'area come la Terra Santa, che sarà presto organizzata su proposta di Foad Aodi, sia là, sia in Italia.


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