Fabrizio FedericiSi chiamano #Festedeldialogo e sono un insieme di appuntamenti dedicati alla conoscenza, al dialogo, all'informazione e alla pace nel mondo, per contrastare con la forza dell'unione l'ignoranza, la paura, il pregiudizio e il terrorismo. Si stanno svolgendo in tutte le regioni italiane e in Terra Santa già dal 1° settembre, giorno della festa musulmana dell'Eid, presso moschee, chiese e centri culturali. L'iniziativa, che punta al coinvolgimento dei fedeli appartenenti alle diverse religioni, è lanciata dalle comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), dal movimento internazionale 'Uniti per unire' e dalla confederazione internazionale #Cristianinmoschea. L'iniziativa avviene in seguito al successo degli eventi #Musulmaninchiesa e #Cristianinmoschea dell'11 e 12 settembre 2016 (giunti ora alla seconda edizione), sempre con l'obiettivo di costruire ponti di pace e favorire il dialogo tra culture e religioni diverse, guardando più alle cose che uniscono che a quelle che dividono. Il 1° settembre scorso, tutte le moschee italiane per la festa dell'Eid, dopo la preghiera della mattina, hanno accolto i visitatori di tutte le nazionalità e religioni. La comunità islamica di Trieste ha condiviso la festività dalle ore 8.30 presso il 'Pala Trieste'; nella stessa giornata, a Napoli, alle ore 9.00 è stata condivisa la preghiera del mattino con i visitatori di tutte le fedi in piazza Garibaldi e, a Bari, la preghiera del mattino è divenuta una preghiera comune presso il Centro islamico di Puglia. A Forlì, la grande moschea sita in via Ravignana ha aperto le sue porte per condividere la preghiera del mattino; a Roma, la moschea di El Fath, in via della Magliana n. 77, ha condiviso la festività con due preghiere (alle 8.00 e alle 9.00). Nel Lazio, la preghiera condivisa si è tenuta anche alla moschea Dar al Islam, in via dell'Esercito 58, alle ore 8.00 del mattino e a quella di Ostia, con doppia preghiera, alle 8.00 e alle 9.00 alla via Isola Salomone; così come a Perugia, alle 8.30, presso il Centro islamico di via Carattoli 11/13, dove si è festeggiato l'Eid all'insegna del dialogo. La preghiera è stata inoltre condivisa anche dal Centro islamico Assalam di Corciano (Pg) e, nelle Marche, presso il Centro culturale della Misericordia di Fabriano, a partire dalle 8.30 e il Centro culturale Al Huda di Jesi, che lo ha festeggiato presso la palestra Carbonari alle 9.00. La moschea di Forlì, in via Bassetti, il 2 settembre scorso ha organizzato un evento di preghiera comune a partire dalle 17.00, col coinvolgimento delle autorità. In Lombardia, la moschea ha festeggiato l'Eid con una preghiera condivisa presso la moschea di Segrate (Mi), alla via Cassanese n. 3 e con un pranzo alle ore 12.00, tenutosi presso l'Autasi Onlus in via Alberto da Giussano n. 3 a Cinisello Balsamo (Mi). Tra il 4 e il 5 settembre si sono svolti una serie di incontri dedicati al dialogo organizzati dal Centro culturale 'Mecca' di Torino. Infine, il 10 settembre è stata la volta di Roma, dove il vescovo anglicano Luis Miguel Perea Castrillon, vicepresidente della confederazione #Cristianinmoschea, ha organizzato con Foad Aodi, presidente di Co-mai e Uniti per unire, un incontro a porte aperte con rappresentanti delle autorità e delle varie comunità presso l'istituto delle Suore Oblate del S. Cuore di Gesù, in via del Casaletto 128. Nella stessa giornata, dalle 10.00 alle 15.00, a Fabriano, nelle Marche, si sono tenute altre iniziative congiunte presso il Centro culturale della Misericordia. In data 11 settembre, le iniziative si sono concluse con una festa presso la moschea Assalam di Reggio Emilia, in via Flavio Gioia n. 7/9, che è durata tutto il giorno, dalle 10.00 alle 20.00. Hanno partecipato all'iniziativa anche Imam, moschee e centri culturali di altre regioni, tra cui Lombardia, Lazio, Umbria, Campania e Sicilia. Il professor Aodi, fondatore di Co-mai e #Cristianinmoschea, nonché 'Focal point' per l'integrazione in Italia per l'alleanza delle civiltà UNAoC, a conclusione della missione 'Pace, dialogo, conoscenza e informazione in Terra Santa', ha aperto presso il comune di Taiba, davanti a una platea di 500 donne musulmane, ebree e cristiane, il convegno dedicato alla pace e al dialogo organizzato dal movimento 'Women Wage Peace' ('Le donne dichiarano la pace', ndr). "Ringrazio la stampa", ha dichiarato Aodi, "che ci ha seguito, ma ancora di più i rappresentanti di 'Women Wage Peace', che ci sostengono e hanno risposto positivamente al nostro appello. Siamo lusingati", ha proseguito Aodi, "che in Terra Santa, la culla delle tre grandi religioni, venga portato avanti il messaggio delle #FestedelDialogo. Senza troppe parole, vogliamo dimostrare che possiamo costruire insieme ponti di pace, contro l'ignoranza e contro l'odio religioso e il terrorismo, che miete vittime in Europa e in Medio Oriente. Sono fiero di questa onda popolare al femminile, colorata da tutte le religioni, che parte da Gerusalemme e da Nazaret,  muovendosi dal basso per costruire la pace in Terra Santa. Siamo tutti stanchi delle guerre e degli scontri: la politica deve cambiare agenda, a favore della pace". In Terra Santa, per il 1° settembre, numerose moschee, imam, rabbini, sindaci, giornalisti, intellettuali e associazioni hanno aderito alle #Festedeldialogo. L'imam della città di Jajulia, Jaber Jaber, ha addirittura organizzato una preghiera comune presso lo stadio, che ha unito migliaia di fedeli delle tre moschee in loco; l'11 settembre, invece, Shazarahel, vicepresidente della Confederazione internazionale laica interreligiosa e coordinatrice del dipartimento #Donnedeldialogo di 'Uniti per unire' in Terra Santa, insieme al rabbino Rav Mordekhai Chriqui ha organizzato, per le ore 18.00, una preghiera presso l'istituto 'Ramhal' di Gerusalemme, videoripresa e trasmessa in diretta su Facebook. In quest'occasione è stanto anche lanciato l'evento di portata storica - promosso da Foad Aodi - #Musulmaninsinagoga, la cui organizzazione è prevista nei prossimi mesi e che unirà elementi di tutte le religioni sulla base del principio che tutti i luoghi sono sacri e aperti a tutti,  senza muri, ma con ponti di pace. Oltre al movimento 'Women Wage Peace', hanno aderito alle #Festedeldialogo anche il sindaco di Taiba, che ha proposto d'intensificare la collaborazione con Co-mai e Uniti per Unire, la preside e la vicepreside della scuola 'Ajyal' di Jaljulia, rispettivamente Fidaa Aodi e Hala Aodi. Con questa scuola, Foad Aodi si propone di lavorare per intensificare lo scambio, attraverso la collaborazione: 'Scuola, istruzione, conoscenza e dialogo interreligioso'. Anche i giovani e gli studenti di scuole e università saranno coinvolti per le #Festedeldialogo. E la settimana prossima, Shazarahel visiterà appunto questa scuola, con l'obiettivo di organizzare eventi di sensibilizzazione rivolti ai giovani ebrei, musulmani e cristiani. "In questi giorni", ha dichiarato Shazarahel, "stanno avvenendo tanti piccoli-grandi miracoli, proprio a partire 'dal basso'. Il problema del conflitto nasce dal fatto che, in effetti, si vive nel medesimo territorio e, tuttavia, non ci si conosce, se non attraverso stereotipi e pregiudizi alimentati dalla propaganda politica. Bambini ebrei, musulmani e cristiani, non si sono mai potuti conoscere davvero: si tratta di mondi chiusi ed ermetici, di vasi non-comunicanti. Se vogliamo risanare gli odi e le paure, dobbiamo fare in modo che le persone s'incontrino e imparino a conoscersi".


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