Ennio TrinelliQuesta settimana incontriamo Lorenza Morello, giurista d'impresa che spesso vediamo in apparizioni televisive e in programmi di rilievo, nei quali risponde a questioni legali di non secondaria importanza con spirito costruttivo e umanità. Lorenza Morello è uno spirito combattivo, che non si tira indietro nelle lotte per le cose in cui crede. La conoscenza di quattro lingue e i suoi frequenti viaggi in tutto il mondo non le impediscono di avere le idee molto chiare e del tutto indipendenti su quella che è la situazione politico-economica del nostro Paese e di essere presente nelle iniziative che contano, una delle quali sarà resa nota nei prossimi giorni. Lorenza Morello, che conosciamo e stimiamo, ha accettato di rispondere con la sintesi che le è propria ad alcune nostre domande sulla situazione italiana, da un punto di vista 'laicamente' professionale e disincantato.

Lorenza Morello, la politica italiana non sembra passare un bel momento...
"Decisamente no. Ma non è solo da oggi..."

E nemmeno i politici, che la politica dovrebbero farla...
"Nemmeno loro, ma poi passa...".

Dopo le primarie Pd, il diluvio? La scissione? Cosa?
"Credo che la continuità sia importante. Venti di scissione hanno già soffiato, forti e impetuosi, anni fa, eppure il Pd ha resistito. Non credo sia questo il momento giusto per certe cose: il Paese ha bisogno di essere governato, non di lotte intestine che rendono tutto più lento e complicato".

Lei è uno spirito libero e combattivo: se potesse cosa farebbe?
"Nel mio dizionario non esiste il condizionale. Io non 'farei': quando decido una cosa, la faccio".

Molte parole che parlano di ripresa, ma fare impresa o, più in generale, 'fare cose', qui da noi continua ad essere difficilissimo: perchè?
"Perchè non abbiamo una politica di sviluppo e d'impresa consapevole dei problemi reali di questi settori".

Quali rimedi andrebbero adottati?
"Anzitutto, abbattere l'imposizione fiscale, permettere una detrazione maggiore al popolo delle partite Iva, spingere il consumo di prodotti nazionali, per esempio con abbattimenti che siano massimi per chi compra 'made in Italy', minori se si compra in territorio Ue e ancora inferiori se si acquista 'extra-Ue'. Inoltre, si dovrebbe fare una riforma della giustizia seria, che tagli veramente i tempi e i costi del 'contenzioso' in Italia, che ci costa, ogni anno, fino a un punto di Pil".

Qual è il peggior difetto della politica italiana, secondo lei?
"La politica è autoreferenziale: si guarda allo specchio, anzichè guardare fuori dalla finestra".

E del rapporto degli italiani con la politica, cosa ne pensa?
"La maggior parte, purtroppo, vede la politica come un modo per fare carriera, destitutendola del suo ruolo nobile e fondamentale che, invece, è quello di occuparsi della cosa pubblica per il bene comune".

Come vede la situazione economica del futuro prossimo?
"Con un Pil che continua ad aggirarsi attorno a uno 'zerovirgola' e tante inutili parole attorno a questa virgola".

Tre parole 'laiche' per un 'laico' futuro...
"Educazione, consapevolezza, rispetto".

E in tre parole il suo futuro...
"Lotta, passione, gratitudine".


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RENATO TRAQUANDI - AREZZO - Mail Web Site - lunedi 15 maggio 2017 15.18
Vorrei sapere cosa ne pensa della mia proposta. Se, nel 1911 in Italia venne allargata la base degli elettori e nel 1946 vi furono incluse anche le donne, ritengo che sia ora di fornire agli elettori una carta, un certificato, una patente, un attestato, da conseguire dopo un apposito corso di Diritto Costituzionale. SE ci vuole la patente per guidare la macchina, raccogliere funghi, andare a pescare, eccetera eccetera, perché lo stesse non lo si fa per andare a votare. Chi vuol votare deve essere preparato e sapere quello che fa.


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