Vittorio LussanaE adesso sono tutti sono 'macronisti'. Tralasciando per un momento i nostri (molti) vizi e le nostre (poche) virtù, veniamo subito al 'punto' del coerente 'europeismo' espresso, durante la propria campagna elettorale, dal nuovo presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Questo è un elemento dell'attuale dibattito politico che riteniamo fondamentale, poiché dimostra come i cittadini preferiscano un tasso di coerenza e di chiarezza, nei princìpi e nelle indicazioni strategiche che s'intendono rappresentare, che non ammette mediazione alcuna. Se si è favorevoli al sogno europeo, allora si deve dimostrare il coraggio politico di difenderlo senza infingimenti, poiché ciò rappresenta un elemento di convinzione e di onestà intellettuale assai apprezzato dai cittadini, a fronte del sospetto tentativo di molte forze politiche di scaricare ogni colpa, comprese le proprie, su di un comodo 'parafulmini'. Oltre a ciò, l'abbattimento progressivo dei dazi doganali effettuato dall'Unione europea e il successivo allargamento della stessa Ue, avvenuto nel gennaio del 2005, ha indubbiamente prodotto alcuni squilibri macroeconomici che hanno condotto i ceti conservatori e le forze reazionarie a chiedere nuove forme di protezionismo, al fine di difendere i mercati interni dei singoli Stati membri. Ma spesso, se non quasi sempre, si tratta di banalissima ipocrisia. I nazionalismi sovranisti sono forze composte, in larga parte, da emeriti opportunisti desiderosi di bloccare il processo di libera circolazione delle merci e dei capitali poiché, in realtà, esso si è ampliato. Dunque, si vorrebbe tornare verso autarchiche barriere economiche che, da sempre, rendono ogni idea di società tanto statica, quanto malata. Una concorrenza sana e leale pone al centro del modello di economia sociale proprio il cittadino-consumatore, che può avvalersi, nei suoi acquisti, di un'offerta diversificata, maggiormente competitiva sia sul versante dei prezzi, sia in quello delle modalità di acquisto. Nuove forme di mercato che, ovviamente, possono essere regolate, al fine di rendere altamente qualitativi, innovativi e 'performanti' i beni e servizi offerti. Attardarsi a rimpiangere il passato serve unicamente a diffondere nuovo odio ideologico, soprattutto se s'intende chiedere allo Stato di fare un passo indietro nel gestire molti comparti economici. In realtà, il fenomeno delle destre reazionarie, così come quello del ritorno delle sinistre 'assistenzialiste', si configura come quello di minoranze bene organizzate, le quali hanno beneficiato dell'avvento della rete internet che ne ha risvegliato l'attivismo, rendendole più 'rumorose'. Esse hanno cioè goduto delle nuove possibilità di comunicazione a basso costo concesse proprio dal modello di società che esse intendono combattere. Il paradosso che si sta rischiando in questi anni è perciò quello di ideologie antiquate e polverose, che si avvalgono, strumentalmente, delle nuove possbilità offerte da una società sempre più libera, aperta e democratica. Ma certe libertà debbono anche essere 'meritate'. Trasmissioni in cui si teorizza, pari pari, la teoria dei 'Protocolli dei Savi di Sion' o nelle quali viene invitato sempre lo stesso circuito di persone, totalmente inventato o letteralmente resuscitato, sono il segnale evidente di un generalismo televisivo che sta dando evidenti segnali di crisi, dovuti soprattutto alla propria superficialità. L'avvento della rete è la prova stessa di come la libertà di circolazione delle idee si sia amplificata: parlano tutti, adesso, spesso senza averne alcun titolo. La libertà, la democrazia e la pace debbono essere difese, poiché si tratta di valori che abbiamo ottenuto a carissimo prezzo e mantenuto per più di 70 anni proprio grazie all'Europa. E' dunque giunta l'ora di finirla con i troppi 'ciarlatani' della politica e del mondo dell'informazione, i quali hanno abusato eccessivamente della pazienza altrui.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista menisle 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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Vincenzo - Roma - Mail - giovedi 11 maggio 2017 18.19
Perfetto. Concetti espressi in maniera semplice e tutti possono comprendere. sono totalmente d'accordo. buon lavoro.
Paolo - Trescore Balneario (Bg) - Mail - giovedi 11 maggio 2017 17.59
Sono d'accordo con lei.
Cristian - Latiano (BR) - Mail - giovedi 11 maggio 2017 8.47
Una concorrenza sana e leale e questo concetto ci sta tutto. Io aggiungo un sistema finanziario rispettoso dell'uomo, con meno artifizi e con la proprietà della moneta assegnata di diritto a tutti gli Stati, per poter disporre e garantire il welfare essenziale e per poter eliminare le storture che nuocciono gravemente alla democrazia.


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