Vittorio LussanaLa prima cosa che balza agli occhi, dopo le consultazioni primarie del Partito democratico di questi giorni, è il dato di affluenza e partecipazione. Minore rispetto al passato, essa ha tuttavia segnalato la vitalità di una forza politica a cui una buona parte del popolo di sinistra assegna, ancora oggi, un compito di speranza e di equilibrio. Si tratta di un dato non disprezzabile, fermi restando i vari problemi di identità culturale che, ostinatamente, richiamiamo alla dirigenza reinsediatasi a largo del Nazareno, al fine di non lasciarsi coinvolgere in confusioni mediatiche prive di ogni criterio di principio. L'ennesima rincorsa ai populismi antieuropeisti non risulterebbe a noi gradita, poiché trascinerebbe il Paese verso il disastro. Si cerchi di pensare, invece, all'Italia e all'Europa. E nessuno si limiti a rappresentare unicamente se stesso, poiché la politica non è altro che l'attività dello 'spirito' in quanto Stato. In secondo luogo, la riconfermata leadership di Matteo Renzi rappresenta il tentativo di proseguire lungo la strada di un rinnovamento del ceto politico nazionale, in grado di innescare meccanismi di maggior 'rotazione' delle cariche pubbliche, consegnando agli italiani una forza più dinamica, che dimostri il coraggio di rinnovare la propria classe dirigente dopo un numero limitato di mandati, abbandonando gli immobilismi e le fossilizzazioni del passato. Si rifugga dal 'personalismo', che non se ne può più di 'buffoni impagliati' per interi decenni all'interno di 'talk' televisivi sempre più dispersivi e confusionari. Matteo Renzi ha indubbiamente dimostrato di riuscire a controllare il proprio Partito e d'incarnarne attese e speranze. Tuttavia, egli non riscuote alcuna simpatia al di fuori dei confini della propria formazione politica. Come già detto in passato e come intendiamo ribadire in quest'occasione, la vera questione rimane quella di aver ecceduto nella comunicazione propagandistica e mediatica. Pertanto si eviti il ricorso a quella 'annuncite', che ha finito col 'saturare' anche molti cittadini disposti ad accordare un mandato pieno al giovane leader fiorentino. Renzi è di fronte a una partita decisiva, per il Paese e per la sinistra italiana. Gli chiediamo di giocarla, questa volta, in forme e modi parzialmente diversi rispetto al passato più recente, moderando i toni e riservando maggior attenzione ai contenuti concreti. La campagna elettorale che si andrà ad affrontare da qui a meno di un anno rappresenta una sfida particolare, che il Partito democratico dovrà giocarsi su due fronti. Dunque, sarebbe assai significativo mandare in soffitta la vecchia idea, strategicamente sbagliata, di una 'vocazione maggioritaria' che, all'interno di un nuovo contesto elettorale, potrebbe non avere alcun senso. Meglio ragionare 'degasperianamente', creandosi una serie di alleati minori in grado di rassicurare i ceti medi nel merito di un rilancio economico 'espansivo', che produca tangibili ricadute occupazionali. L'idea di un centrosinistra 'ampio', comprensivo di tutte le forze politiche programmaticamente più affini, rimane la sola opzione in grado di evitare quell'isolamento autoreferenziale che tanto costò a Walter Veltroni e che corrisponderebbe a ricadere, per l'ennesima volta e con tutte le 'scarpe', in una 'trappola' propagandistica di cui altri gestiscono le 'leve'. Si lavori, invece, sulla proposta programmatica. E si abbia particolare attenzione verso il mondo giovanile, che da troppo tempo si sente considerato come un insieme inesplorato di ragazzi dediti unicamente a 'selfies' e social network. C'è 'fame' di nuove esperienze e nuove opportunità: le si creino e le si sostengano. Si ponga, inoltre, maggior attenzione ai mercati interni, rigenerando i settori in crisi e moltiplicando le 'nicchie' creative, soprattutto sul fronte culturale, artistico, turistico e divulgativo. Si punti, infine, sulle novità introdotte in questi anni, sia nella dialettica politica, sia nell'impegno di Governo, andando a connotare ai cittadini e ai potenziali elettori tutte quelle innovazioni che, in generale, vengono considerate come dei provvedimenti banali, che non fanno notizia per il conservatorismo mediatico vigente nel nostro Paese, cronicamente malato di parossismi ed esagerazioni. Si chiarisca al popolo italiano, con pazienza, saggezza e umiltà, come il mondo della cosiddetta 'post verità' non sia affatto la teorizzazione di una società di 'fessi', che ottengono la propria ragion d'essere sempre in ritardo, o quando non serve più a nulla, perché lo sforzo di cercare nuove verità rappresenta il solo e unico metodo per evitare l'imposizione di quelle strumentali, semplicistiche o addirittura automatiche, di mera ricerca del 'nemico' di turno: i migranti, le 'lobbies', la moneta unica, la stessa Unione europea. Si tratta di uno sforzo a cui l'intero popolo italiano è chiamato a partecipare in prima persona, con attenzione, intelligenza e senso del dovere. Innanziutto, nei confronti del nostro Paese, che non ne può più di improvvisazioni, 'scorciatoie' e mezze verità.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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Francesca - Milano - Mail - sabato 6 maggio 2017 15.3
Concordo:Renzi è intollerabile. Eppure rischiamo di vederlo nuovamente a capo di questo Paese. E siccome il 'ragazzo' sembra 'de coccio', forse è bene che gli si dica fermamente che se non cambia i toni e i modi, rischia di replicare questi ultimi anni di disastri. Senza contare che se ci dovessimo ritrovare, invece, con un premier penta stellato una qualsiasi idea di opposizione renziana sarebbe un danno irreversibile per la sinistra italiana.
Marina - Urbino (PU) - Mail - mercoledi 3 maggio 2017 0.57
Non sono per niente d'accordo questa volta.
Lei scrive sempre molto bene, ma Renzi è intollerabile.
Cristina - Milano - Mail - lunedi 1 maggio 2017 20.57
E' un personaggio che non tollero... come tanti altri
Sonia - Cagliari (ITALIA) - Mail - lunedi 1 maggio 2017 20.40
Caspita: dalla padella nella brace...
Nicoletta - Brescia - Mail - lunedi 1 maggio 2017 16.27
Il vero problema è che la massa risulta stufa dell'aristocrazia politica e dei falsi borghesi, il signor M. Renzi appartiene alla classe dirigenziale e imprenditoriale, lui gioca con i soldi e il popolo ha fame, non può e non possono pensare di sfamarci dando la risposta: "dategli delle brioches" .... il movimento 5 stelle manca di credibilità, io non voto alle prossime elezioni perchè nessuno rappresenta i miei pensieri e nessuno sta risolvendo i miei problemi: ora è non fra 1 anno come in genere tenta di fare il processo legislativo italiano, la cui colpa non è nelle due camere ma nel lassismo dei rappresentanti
Roberto - Roma - Mail - lunedi 1 maggio 2017 13.14
Bene questa volta, li rincorra con la frusta a questi del PD che sennò sono guai seri, questa volta!!


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