Vittorio LussanaDopo i fatti di Zurigo e il trasversale ostruzionismo di molti esponenti cattolici alla normazione di un qualsiasi tipo di testamento biologico o di direttiva anticipata di fine vita, crediamo necessario provare a suggerire un ritorno delle forze moderate, o sedicenti tali, verso una laicizzazione della dottrina politica cattolico-democratica. Un rientro nell'alveo della credenza 'in partibus', che conferisca un forte grado di rinnovamento etico e di responsabilizzazione individuale di coloro che professano una fede religiosa. Non è più tempo di attendere redenzioni o invocare la buona volontà dei santi, poiché risulta ormai urgente richiamare quella dei singoli individui. Una sorta di 'fede laicizzata' impone una serie di prese d'atto tutto sommato piuttosto chiare: a) non aspettarsi nulla dagli altri rispetto a ciò che chiediamo a noi stessi; b) richiamarsi a un principio di libero arbitrio che imponga un rinnovato senso del dovere, da attuare attraverso un profondo sentimento di autocoscienza organizzativa; c) dare valore anche a ciò che è opera, scelta e decisione del singolo individuo. A prescindere da riti e simbolismi, chiedere una 'via liberale' al cattolicesimo-democratico implica inoltre: 1) il coraggio di riflettere anche in antitesi con le proprie convinzioni più radicate; 2) aprirsi a un'autocritica superatrice di quell'ambizione a identificarsi con una dottrina morale 'naturale', nella pretesa di annettere l'intera società a un'unica visione del mondo, a un solo modo di intendere e impostare la vita privata, i rapporti sessuali, i legami di paternità e di maternità. La morale cattolica, posta oggi innanzi alla modernità, si dimostra al contempo monolitica e astratta: monolitica, poiché dotata di scarsa agilità all'interno di una secolarizzazione che rischia di 'ghettizzare' i cattolici stessi negli angusti confini dello spiritualismo esoterico; astratta, in quanto la sua tendenza alla deresponsabilizzazione individuale e alla non decisione, la rende superata di fronte a un mondo in cui nessun essere umano é più disposto a diventare oggetto di una volontà teologica, trascendente, omologativa e assoluta, bensì avanza ogni giorno nella direzione di un soggettivismo tendente a giungere persino al limite di 'sganciarsi' da ogni genere di etica valoriale o di principio che dir si voglia. Proprio per quest'ultima conseguenza, che si pone innanzi agli occhi dei laici medesimi come un Giano bifronte, tendente a sottoporre il singolo individuo a prove estreme e spesso opposte tra loro, chiediamo con dovuto rispetto un rinnovamento pieno dell'impegno politico cattolico-democratico, affinché esso sappia aprirsi al dubbio riflessivo con umiltà, abbandonando vetuste certezze.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)


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Fra Diavolo - Roma - Mail - giovedi 9 marzo 2017 15.39
Caro Direttore, rieccomi qua. Sono di nuovo Giorgio Salerno, ma da sempre ho usato lo pseudonimo di Fra Diavolo (senza che ciò l’autorizzi a considerarmi integralista), per cui lo spolvero per l’occasione.
La tranquillizzo subito perché non farò sfoggio di arzigogoli mentali e dialettici. Per farli, infatti, dovrei prima aver capito bene, ma non ci sono riuscito… Forse ha ragione lei: l’arteriosclerosi avanza… (che poi sarebbe la versione buona rispetto a quella che non ho mai capito nulla).
Cristina - Milano - Mail - mercoledi 8 marzo 2017 1.41
Argomento deliticatissimo, ma io, in tutta sincerità, sono favorevole al testamento biologico. Trovo che sia una forma di rispetto per il futuro de cuius e, soprattutto, anche per i familiari.
Roberto - Roma - Mail - martedi 7 marzo 2017 9.57
Direttore, la prego, non faccia il democristiano, che a noi lettori ci piace tanto quando le si "intrecciano" i "fili".....


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