Stefania CatalloIl 'fattaccio' di Castellamonte, località in provincia di Torino in cui un ventiduenne 'belloccio', Gabriele Defilippi, vero campione di trasformismo e manipolazione, ha ucciso Gloria Rosboch, insegnante non bella, ma che di belle speranze aveva colorato la sua relazione con il giovane Gabriele, rappresenta la manifestazione di un fenomeno in ascesa: il 'sentimental scam'. Noi crediamo che in molti, mettendo a confronto le foto dei due protagonisti della vicenda, abbiano concluso che "c'era da aspettarselo: figurarsi se uno come Gabriele, così bello e giovane, potesse perdere la testa per una tipa bruttina e attempata come Gloria. Lei avrebbe dovuto sospettarlo, che il vero motivo dell'interesse di Gabriele fossero solo i soldi: è stata un'ingenua". Ecco, forse 'ingenua' non è la parola adatta. In realtà, dovremmo tutti guardare bene la foto di questa donna e chiederci che vita conducesse, quale fosse il suo passato e cosa si aspettasse dal futuro. La immaginiamo, Gloria, felice come una bambina per quell'amore inaspettato e fascinoso: un 'flirt' da tenere ben nascosto, perché le voci 'girano', si sa. Quasi la vediamo andare in banca a prelevare quei 187 mila euro che le avrebbero permesso di cambiare vita, di sentirsi come tutte le altre, però lontano dal suo paese, ché altrimenti il giudizio della gente l'avrebbe perseguitata per sempre. Da parte sua, Gabriele avrà recitato benissimo la parte dell'innamorato, facendola sentire desiderata, bella, la migliore di tutte le donne, o quella 'giusta'. E quando le anime gemelle s'incontrano, devono crearsi il futuro che hanno sempre sognato: una casa, magari in Francia, in una villa bianca, immersa nei campi di lavanda della Provenza, dove essere liberi di amarsi e di vivere questa libertà. E quando Gloria ha capito che la realtà era totalmente diversa, che il suo Gabriele viveva altre vite parallele e truffaldine alle spalle di tante e tanti altri, si è trovata da sola o quasi. Nessuno era lì ad aiutarla, oltre la madre. E la vergogna era troppa. Reagire si può e si deve, perché di vergogna si può morire, così come del giudizio della gente. E non è giusto che ci si debba nascondere per paura di raccontare di avere creduto nell'amore, o nelle parole di un artista della truffa sentimentale. Perché, a volte, il silenzio uccide.

Il Centro antiviolenza 'Marie Anne Erize' e il direttore responsabile di www.laici.it, Vittorio Lussana, già da tempo si sono attivati per la diffusione della conoscenza della nuova fattispecie del 'Sentimental scam', ovvero della truffa sentimentale e del suo contrasto. E' evidente che la prevenzione sia importantissima, così come il sostegno psicologico alle vittime, le quali molto spesso sono persone sole, con difficoltà di relazione e bassa autostima. La conoscenza del fenomeno è un mezzo basilare per riconoscere e difendersi dagli 'scammers' che popolano la rete, ma che si possono incontrare anche nella nostra vita quotidiana.




Presidente del Centro antiviolenza 'Marie Anne Erize'
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