Giuseppe LorinÈ allestito nel cortile, accanto alla fontana dei pesci rossi, l'albero di Natale che Ramon Unabia, giunto in Italia da Cavite, nei pressi di Manila, ha ideato per festeggiare l'evento natalizio nel palazzo di via Fabiola 1, nel quartiere Monteverde, XII Municipio di Roma. Da qualche indiscrezione dei condomini, abbiamo saputo che il portiere, ormai al suo ultimo mandato, è considerato "un mago della genialità". Dal nulla e con nulla, Ramon riesce, infatti, a esprimere la sua fantasia natalizia, che quest'anno si è concretizzata in una creazione arborea: il suo albero di Natale ricorda, infatti, una grande capanna indigena, anche se qualcuno già lo ha definito "la capanna dello zio Tom", poiché composto di foglie di eucalipto e di oleandro. La sua preparazione ha avuto bisogno della collaborazione di tutta la sua famiglia, che si è affaccendata intorno all'originalissimo albero che, solo da qualche giorno, si ammira nell'illuminazione al led nel cortile del palazzo, a conclusione della sua opera. È certo che Ramon Unabia, come ogni anno, riesce a proporre, nell'originalità della forma, una versione sempre diversa d'interpretazione visiva della sua opera natalizia. Non a caso, spetta a lui puntualmente, ogni dicembre, preparare l'albero condominiale: una creazione così originale, così fantasiosa, così magica, da far fermare anche i semplici passanti, o coloro che hanno avuto la notizia di questo strano 'addobbo' allestito nel cortile del palazzo di via Fabiola 1. In questo spazio, negli anni sono stati allestiti vari alberi natalizi, nel rispetto della tradizione e della consuetudine, ma mai così perfetti nella loro originalità. La perfezione e la pazienza nell'allestimento, per Ramon è infatti la consuetudine e la regola.

Ramon, cosa ci dici dei commenti per il tuo albero di Natale 'versione' 2015?
"L'albero, questo albero, piace: mi fanno i complimenti e ne sono felice. Certo, c'è anche qualcuno che non ti elogia se è troppo bello, ma si lamenta se, per una volta, non riesco nell'intento...".

Ma come puoi pensare questo, quando tutti i condomini ti vogliono bene e ti considerano un genio dell'albero e un vero 'curatore' del palazzo? Che cos'è la perfezione, secondo te?
"È difficile dire che cosa rende perfetto un albero di Natale. I requisiti sono abbastanza evidenti nell'albero tradizionale, quello vero, che si compra nei vivai di piante. L'albero deve essere alto e dritto e i suoi rami, spessi e aggraziati, devono puntare verso l'alto, così da dare l'impressione di protendersi verso il cielo. E devono essere 'flessibili': gli alberi che, alla fine, vengono scelti hanno un qualcosa di più dell'altezza, della robustezza e dell'elasticità. Un qualcosa che prescinde perfino dalla bellezza. Ed ecco il momento in cui subentro io. Per molti versi, non sono un tipo eccezionale, però ho questo dono: capisco se un albero ha carattere; se possiede uno spirito capace di offuscare gli ornamenti, le luci e le decorazioni; se la sua bellezza nasce dall'interno e non solo dall'esterno. Non saprei come spiegarlo, altrimenti: è per queste ragioni che ho scelto d'inventarlo, di proporlo secondo la mia fantasia".

In fondo, è un modo come un altro di dimostrare cura nello svolgimento del proprio mestiere: non sono poi molti gli italiani che possiedono un'etica del lavoro, non credi?
"Ho spesso desiderato di avere lo stesso dono anche con le persone, ma stando in un palazzo di 44 appartamenti si affina la psicologia della comprensione, dello humor e della pazienza. Nel corso degli anni, in questo cortile abbiamo avuto qualche abete della Val Gardena che la signora Maria Galluccio aveva regalato al vecchio portiere, che si chiamava Rocco Reale. Ma questo è successo prima che arrivassi io, da Manila. Inoltre, siamo stati fortunati, di solito, con gli abeti delle foreste alpine italiane: quasi tutti belli e verdi. Dopo qualche mese, tuttavia, si seccavano, lasciando l'amarezza di una visione scomparsa troppo presto. Gli abeti della Val Gardena vennero poi messi a dimora nel giardinetto qui a fianco al palazzo e, oggi, dopo 50 anni, raggiungono il cielo. In ogni caso, notando come si riducevano in pochi giorni gli abeti 'veri', ho pensato a come evitare questo momento triste. E con questa soluzione dell'albero allestito con i rami potati degli oleandri, posizionati capovolti in cerchi concentrici fin su, alla punta, ho risolto l'increscioso problema. Gli addobbi natalizi non debbono coprire del tutto le foglie oblunghe dei rami di oleandro, anche perché tra qualche giorno le foglie si incurveranno verso l'alto. Ho restituito la gioia, insomma, che dovrebbe esser propria delle festività natalizie, che comprendono anche il Capodanno e l'Epifania, che tutte le feste si porta via. Ciò, nonostante questa crisi finanziaria, che ancora ci attanaglia...".

Puoi dirci, Ramon, i nomi dei tuoi familiari?
"Dico subito che mio figlio Randy è quello mi ha aiutato nell'allestimento dell'albero natalizio. E che il mio 'maschietto' più piccolo si chiama Rajid. Poi, c'è mia moglie Thelma, io, mia figlia Rona e la piccola Gabriella: l'ultima nata. Ecco la 'Unabia Family', giunta da Manila, Philippines islands. Sono portiere di questo stabile da più di dieci anni e questa è la settima volta che facciamo l'albero di Natale nel cortile. Per tre volte l'ho addobbato sulla fontana dei pesci rossi, che si trasformava, come per incanto, in un suggestivo albero natalizio pieno di luci colorate. Dalla famiglia Unabia giunga a tutta la vostra redazione i migliori auguri di un allegro Natale e un felice anno nuovo".


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio