Clelia MoscarielloLe donne non si distinguono dagli uomini solo per il sesso. Possiedono qualcos'altro, che spesso si rivela un'arma a 'doppio taglio': la femminilità e la sensualità. Le quali, se utilizzate con intelligenza, si rivelano un valore aggiunto. Già gli antichi egizi avevano compreso bene il valore della femminilità: le donne si truccavano, ben consapevoli del valore della bellezza. E la bellezza, spesso era associata al potere. Diventare 'cortigiane', per esempio, in epoca romana significava avere un ruolo determinante nella società, che conduceva ad avere a che fare con uomini che detenevano il potere decisionale. Se la donna diveniva la preferita dell'uomo che prendeva decisioni, poteva dare consigli ed era lei, in realtà, a influenzare le scelte e, dunque, anche lo sviluppo della società. La donna, nella Storia, ha sempre puntato sulla bellezza e sul fascino per ammaliare gli uomini, utilizzandola come il canto delle sirene che aveva fatto perdere lucidità a Ulisse. Le donne più stravaganti, milioni di donne che hanno peccato di eccentricità, sono state bruciate vive ai tempi della caccia alle streghe da parte dell'inquisizione nel medioevo. La donna veniva considerata una tentazione offerta da Satana all'uomo, quindi un essere diabolico. Ma quello che ha sempre fatto paura della donna è la sua capacità di dare la vita. Tra gli uomini e le donne forse non potrà mai esserci un'uguaglianza assoluta, perfetta: le idee delle donne sono per natura diverse da quelle degli uomini. Nell'emisfero sinistro del cervello delle donne, le emozioni sono collegate alla razionalità. Questo rende più sviluppato l'intuito e l'intelligenza emotiva, rispetto agli uomini. Questi aspetti rendono la figura femminile più complessa, inquietando la banalità di molti uomini. Certo, a qualcuno può dare fastidio non avere una 'bambola' accanto. Come scrisse la grande Mia Martini nel brano 'Donna': "Donna come l'acqua di mare, chi si bagna vuole anche il sole, chi la vuole per una notte e c'è chi invece la prende a botte. Donna come un mazzo di fiori, quando è sola ti fanno fuori. Donna cosa succederà, quando a casa non tornerà"? Con l'aumento di violenza generale, avvenuto in seguito all'espansione tecnologica delle armi e delle guerre, è aumentato anche il fenomeno dei 'femminicidi': oggi, le statistiche ci dicono che ogni due giorni viene uccisa una donna. Perché? Che bisogno c'è di uccidere una donna, anziché lasciarla o comprendere che una storia è finita? Non esiste una spiegazione plausibile, se non in quei retaggi per cui la donna sarà sempre vista come oggetto di possesso e non in quanto persona. Inoltre, l'emancipazione della donna odierna spaventa ancor di più determinati uomini: alla donna inconsciamente non è permesso fare tutto quello che fa l'uomo. Essa sarà sempre più scandalosa via via che si raggiungerà una condizione di parità sostanziale, oltre che formale. I suoi tradimenti, o le sue 'avventure' provocheranno sempre più scandalo, rispetto a quelle di un uomo. Sta di fatto che sul lavoro le donne ottengono risultati migliori, oltre che negli studi. La società e, in particolare, l'uomo 'latino' si ribella a ciò, perché la donna non può fare le stesse cose che fa l'uomo: essa deve, se non subire, sopportare, nelle realtà più piccole, con pazienza. E non deve allontanarsi dalle regole imposte dalle consuetudini, poiché se si ribella dalla sua condizione di inferiorità rischia di rimetterci la 'pelle'. Come si può ben comprendere, siamo nel campo delle inciviltà sociali e morali. Un terreno in cui il nostro Paese, che oggi fa parte di una comunità internazionale in cui un'opinione pubblica globale pesa sempre di più, è tenuto a compiere nuovi passi in avanti, se non vorrà ritrovarsi isolato, contenuto, storicamente giudicato. Negativamente.


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