Alfredo BiondiSenza entrare nel merito della concreta possibilità di realizzazione di un’area liberalsocialista, io penso che bisognerebbe chiamarla area liberal-riformista, anche per comprendere quelli che liberali e socialisti non sono, ma che sono disponibili ad assumere l’impegno per un’effettiva modernizzazione del sistema Italia.
L’iniziativa, che mi trova del tutto consenziente, servirebbe per verificare l’esistenza della concreta disponibilità, culturale e politica, oltre le logiche dei partiti. Ora più che mai bisogna rendersi conto che la politica della contrapposizione, del muro contro muro, determina un effetto di valorizzazione di soggetti politici spesso improponibili, con una variabile indicativa, aritmicamente conveniente, ma politicamente pericolosa, specie nel centrosinistra. Invece, un’area riformista potrebbe consentire lo sviluppo di soluzioni e di programmi di riforma del diritto, dell’economia e delle politiche sociali. D’altronde, il poco tempo a disposizione e la necessità di trovare delle soluzioni dovrebbero spingerci più all’azione positiva che all’inerzia statica.
Così almeno la penso io, indipendentemente dai doveri di lealtà e di coerenza che ho e che mantengo nei confronti della Casa delle Libertà e di Forza Italia, di cui sono deputato.



Vicepresidente della Camera dei Deputati
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