Ennio TrinelliL'onorevole Ivan Scalfarotto ha annunciato lo sciopero della fame contro la sua stessa maggioranza, che tiene bloccata la legge sulle Unioni civili in Italia. Scalfarotto ha un compagno da moltissimi anni, con il quale, come molti di noi, vorrebbe avere una relazione stabile anche dal punto di vista dei diritti e dei doveri. I soliti acidi commenti sui 'social' intorno alla cosa hanno, ancora una volta, messo in rilievo la totale incapacità di valutare le azioni di un singolo al di là di antipatie o simpatie personali, al di là di ciò che si pensa ora, sintomatico segnale dell'incapacità dei nostri (poco) stimati concittadini nel valutare una notizia con un minimo di lungimiranza. Offeso io, perché offendono Scalfarotto? No. Conosco Ivan da molti anni e non sono mai stato d'accordo con lui, se non in rare occasioni. E lui lo sa. Ma entrambi abbiamo sempre basato il nostro rapporto sulla stima e sul dialogo tra esseri umani, riuscendo sempre a intenderci. Non sono mai stato tenero con le iniziative che mi sembrano più tese alla soddisfazione dell'ego, piuttosto che a un risultato concreto. Ma ritengo sincera - e dovremmo essere in molti a sostenerlo - la sua inziativa, che avviene in un momento storico in cui, nel pieno fulgore della sua carriera politica (piaccia o no, è così) potrebbe fregarsene altamente di ciò che succede al di fuori di quell'emiclico nel quale il 90% di chi lo contesta e lo offende sui 'social' vorrebbe sedere (ai partner dello stesso sesso di senatori e onorevoli, le Unioni civili vengono già riconosciute). Scalfarotto ha deciso, con una mossa rischiosa per la sua salute e la sua carriera, di intraprendere un cammino difficile, pericoloso e impopolare. Sarebbe ora che chi lotta per il riconoscimento di un diritto all'eguaglianza la piantasse di vedere nemici anche dove non ce ne sono, diventando, a sua volta - e non so quanto inconsapevolmente - il peggior nemico di quel riconoscimento che giustamente recrimina.


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