Clelia MoscarielloSimone Cristicchi ha dedicato una canzone all'amica Laura Antonelli: "Ora cammini libera e ti perdi tra la gente. Ma mi batte forte il cuore/se ripenso alla bellezza/che fermava gli orologi/congelava ogni secondo/che davanti alla tua grazia/si inchinava tutto il mondo. Le tue curve così dolci/date in pasto alla gente/il tuo corpo da vendere/al miglior offerente/circondata da fantasmi/e da miseri pidocchi/eri carne da pellicola/da masticare con gli occhi". Laura Antonelli si è spenta lunedì scorso alle 8 e 30 del mattino, a 73 anni, stroncata da un infarto. Il suo corpo senza vita è stato trovato dalla donna delle pulizie nella sua casa di Ladispoli, in provincia di Roma, dove l'attrice viveva da tempo. Laura è stata il sogno erotico degli italiani negli anni '70 del secolo scorso. Aveva raggiunto il successo un po' inaspettatamente con il film 'Malizia' di Salvatore Samperi, nel 1973, con il quale vinse un David e un Nastro d'Argento. Nata a Pola da una famiglia istriana nel 1941, il suo vero nome era Laura Antonaz. Inizialmente, si era trasferita a Roma per diventare insegnante di educazione fisica. Invece, fin da subito venne scelta per caroselli e fotoromanzi, che in breve tempo la condussero verso il mondo del cinema con un primo film: 'Le sedicenni' di Luigi Petrini del 1966. Nel 1971, l'attrice iniziò una storia d'amore con Jean Paul Belmondo durata nove anni. L'attore italo-franco-algerino ha così commentato la scomparsa della sua ex compagna: "Laura è stata per me una compagna adorabile, dallo charme eccezionale: di lei, conservo solo ricordi meravigliosi". Dopo 'Malizia', la Antonelli visse un intero decennio di successi con 'Il merlo maschio' di Pasquale Festa Campanile, accanto a Lando Buzzanca; 'Sessomatto' di Dino Risi; 'L'innocente' di Luchino Visconti; 'Il malato immaginario' di Tonino Cervi, a fianco di Alberto Sordi; 'Passione d'amore' di Ettore Scola. Negli anni '80, il mercato iniziò a chiederle di dedicarsi a film assai più 'leggeri', tra i quali ricordiamo 'Viuuulentemente mia' con Diego Abatantuono; 'Grandi Magazzini' di Castellano e Pipolo; 'Rimini Rimini' e 'Roba da ricchi', entrambi per la regia di Sergio Corbucci. L'inizio della fine giunse nel 1991, nella sua villa di Velletri, quando i carabinieri le trovarono in casa alcune dosi di cocaina. Laura fu arrestata e condotta presso il carcere capitolino di Rebibbia. Dopo qualche giorno, le vennero concessi gli arresti domiciliari, per poi essere assolta definitivamente soltanto dieci anni dopo, una volta riconosciuto che la quantità di stupefacenti rinvenuta nella sua residenza di allora rientrava nei limiti dell'uso personale. Ma il 'danno' ormai era stato fatto: proprio nel 1991, l'attrice stava girando un sequel della commedia erotica che aveva colpito così profondamente l'immaginario degli italiani, dal titolo 'Malizia 2000'. La pellicola venne stroncata sia dal pubblico, sia dalla critica, che rimproverò al regista di aver pateticamente inseguito un successo difficilmente replicabile. Ma durante la lavorazione di questo film, al fine di nascondere alcuni inestetismi derivanti dall'età e poter interpretare nuovamente la parte della conturbante ex-domestica, l'attrice era stata sottoposta a un intervento di chirurgia estetica mal riuscito, che le ha deturpato il viso per un'allergia al collagene. Per Laura iniziò una lunghissima battaglia legale, che la prostrò notevolmente. L'attrice cominciò a chiudersi pericolosamente in se stessa, scegliendo una vita di assoluta riservatezza. Nel 2010, l'attore pugliese Lino Banfi, con il quale coltivava un sincero rapporto di amicizia, chiese pubblicamente al Governo, dalle pagine del 'Corriere della Sera', un intervento economico in favore dell'attrice, che ormai viveva con una pensione di 500 euro al mese, ma fu lei stessa a smentire il proprio momento di difficoltà, ringraziando Lino Banfi "e tutti coloro che si stanno preoccupando per me. Mi farebbe piacere vivere in modo più sereno e dignitoso, anche se a me la vita terrena non interessa più: voglio solamente essere dimenticata". La volontà della Antonelli divenne perciò quella di isolarsi a Ladispoli. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, esprimendo in questi giorni il suo cordoglio l'ha definita: "Un'attrice di rara bellezza e grande bravura". Si tratta di una dichiarazione assolutamente fondata: per molti, Laura ha rappresentato un'icona di sensualità, ma furono le sue buone doti di attrice a comunicare una femminilità malinconica, conquistando il grande pubblico. Lo scorso 26 giugno si sono svolti i funerali, celebrati nella chiesa di Santa Maria del Rosario a Ladispoli. Claudia Koll, Lino Banfi e il cantante Simone Cristicchi erano tra i presenti, oltre al fratello Claudio. Il sindaco della cittadina balneare a nord di Roma, Crescenzo Paliotta, ha dichiarato al riguardo: "Laura aveva scelto una vita ritirata, il più privata possibile. Forse, pensava che ormai l'avessero tutti dimenticata. Ma non era vero: nessuno avrebbe mai potuto dimenticarla". Lino Banfi, in onore della profonda amicizia che lo legava all'artista istriana, l'ha ricordata con dolore, come donna e dolce amica: "Era una ragazza così fragile, così bella, così desiderata, eppure così sensibile. Aveva sempre bisogno di ridere: quindi, vorrei tanto farla divertire ancora una volta, affinché possa portare con sé un ultimo sorriso. Mi diceva sempre che ero tra i pochi che ancora riuscivano a farla ridere. Ma è sempre stata fragile, anche quando era famosa, bella e desiderata dagli uomini di tutto il mondo. Portava sempre un fondo di tristezza dentro di sé. E quando le donne hanno questa tristezza addosso debbono trovare un amico che le faccia sorridere: io ero uno di questi. Sono stato uno dei pochi, tra gli attori e i colleghi, che continuavano a vederla, in quest'ultimo periodo: lei si negava a tutti. E' stata il sogno degli italiani". E noi vogliamo ricordarla con una frase ironica che disse, una volta, per difendere la sottile scabrosità di 'Malizia' - che oggi è considerato un vero e proprio film di 'culto' - dalle critiche di alcuni 'benpensanti': "In fondo, ci spogliamo tutti, una volta al giorno...".


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