Ilaria CordìRoma era la città più bella del mondo. Anzi, Roma era il mondo; Roma era la primavera; Roma era Alberto Sordi; Roma era Trilussa; Roma era il Tevere; Roma era la pax romana; Roma era il 'Cuppolone'; Roma era il Colosseo; Roma era il tramonto del Pincio; Roma era la civiltà; Roma era il Gianicolo; Roma era Campo de' fiori; Roma era San Pietro visto dal buco della serratura di Santa Sabina; Roma era la via degli innamorati all'Osservatorio di Monte Mario; Roma era via Beato Angelico; Roma era la brezza della sera in quei giorni che anticipano l'estate; Roma era la vita mondana raccontata da Gabriele D'Annunzio; Roma era via dei Fori imperiali, che ci narra le nostre epoche passate; Roma era l'amore; Roma era la Storia. Purtroppo, le cose cambiano: i cittadini romani sono stati testimoni di uno dei più infimi e degradanti episodi sociali che gli potessero capitare. La nostra città, il nostro modo di vivere è stato stravolto e 'sconvolto' da soggetti che hanno pensato di trovarsi in un 'porcile', nell'inciviltà e nella decadenza di un popolo. Perché oggi Roma risulta sfregiata: ha perduto secoli di Storia e l'onore di essere ritenuta una 'capitale'. Ha perso quello stesso valore morale che doveva insegnare al suo popolo: il popolo italiano. Perché all'indomani della presa di Roma, avvenuta tra la notte di mercoledì a Campo de' Fiori, davanti gli occhi inerti di Giordano Bruno e giovedì mattina a Piazza di Spagna, per mano di un gruppo di hooligans olandesi, i cittadini si sentono umiliati e presi in giro. Ma se al posto di una decina di sfegatati irrazionali tifosi ci fossero stati i miliziani arabi dell'Isis pronti a far esplodere decine e decine di kamikaze? È solo una remota domanda che, tuttavia, dopo tali avvenimenti, aleggia inquietante nelle menti della popolazione romana. In migliaia sui social network urlano 'giustizia' e pene severe per coloro che hanno pensato bene di distruggere uno dei simboli della romanità antico di secoli: la Barcaccia del Bernini. Colpiscono le parole del ministro degli Interni, Angelino Alfano, dal Viminale: "Roma è una priorità nazionale sul tema della sicurezza e dell'ordine pubblico. E la sicurezza della capitale sarà ulteriormente potenziata attraverso una legge che riguardi specificatamente il tema del contrasto al degrado urbano e il diritto alla vita sicura nelle città italiane»". E' per questo che, alla luce dei fatti accaduti, il ministro ha indetto un comitato provinciale per definire un piano operativo, finalizzato a proteggere i cittadini. Ma siamo ormai arrivati a un'impotenza politica che fa venire i brividi solo al pensiero. Anni e anni di leggi non applicate, di decreti assai poco necessari e dall'urgenza discutibile, di emendamenti senza senso, di regole aggirate per pura abitudine mentale e istituzioni lente e incancrenite hanno portato a simili infamie da parte delle popolazioni estere, che ormai ci vedono come gli 'zimbelli' d'Europa. Roma ne è stato solo l'esempio: l'Italia è arrivata a un punto di non ritorno, a quel capo del 'fil rouge' che ha unito tutti i più amari episodi degli ultimi 20 anni. Essere italiani è ormai un logorio dell'anima, che inizia a pesare: tragedie che avvengono perché non ci sono ambulanze; benzinai che vengono processati per legittima difesa, anzi no, per eccesso di legittima difesa; politici che continuano a stuzzicarsi sui peggiori cavilli e su ridicole facezie; 60enni che, stanchi dopo anni di lavoro, non sanno se raggiungeranno mai l'agognata pensione; studenti amareggiati dalle condizioni pietose che le scuole e le università hanno raggiunto; posti di lavoro sempre più instabili e precari; processi lunghissimi per decidere le sorti di un uomo accusato di omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave; due militari italiani non ancora riportati in patria. Questi sono solo alcuni dei problemi che entrano a far parte di un quadro generale di ioncapacità e inazione devastante. A causa di tutto ciò, noi non biasimiamo coloro che decidono di emigrare per luoghi dove un futuro, forse, ancora esiste; dove il lavoro non è una mera utopia; dove vi è la possibilità di metter su famiglia; dove la sanità e la ricerca fanno passi da gigante; dove degli animali con sembianze umane non decidono di distruggere quel che di bello ci ha lasciato la Storia.


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