Clelia MoscarielloLa Rai, nonostante riscuota un 'canone' da tutti coloro che possiedono un televisore - introiti che dovrebbero garantire una programmazione ricca di contenuti 'qualitativamente validi' - di fatto continua, da anni, ad adeguarsi sempre di più agli standard della tv commerciale, riguardanti soprattutto operazioni di basso profilo, proponendoci programmi come 'L'isola dei famosi'; 'Forte, forte, forte'; 'Così lontani, così vicini'. Talent show e programmi d'intrattenimento che sono, nel migliore dei casi, imitazioni mal riuscite dei format di successo di Mediaset. La Rai un tempo svolgeva - e dovrebbe svolgere ancora oggi - una funzione non solo di intrattenimento, ma anche educatrice. Possiamo ricordare, tra i programmi che hanno svolto tale prezioso servizio, 'Non è mai troppo tardi', una trasmissione condotta da Alberto Manzi che insegnò a milioni di italiani del dopoguerra a leggere e a scrivere. Oggi, purtroppo, la funzione educativa prevista dal servizio pubblico ormai è relegata a pochi programmi su Raitre, come per esempio 'Report'. Un genere di approfondimenti che viene addirittura definito per 'intellettuali', o per 'eletti', se messi a confronto con la tv 'spazzatura', mentre invece si occupano, il più delle volte, di semplici fatti di cronaca. Se una tv commerciale dovesse adeguarsi agli standard delle altre televisioni per ricavare attraverso lo 'share', ossia i dati di ascolto, maggiori introiti pubblicitari, la Rai, ricevendo il sostegno del canone, ossia di una tassa, non dovrebbe averne bisogno. O, per lo meno, non quanto la televisione commerciale. E non è neanche vero che la tv proponga ciò che la massa richiede: purtroppo, la maggior parte dei telespettatori sono costretti ad adeguarsi a un'offerta televisiva così com'è, anche se non ne sono affatto soddisfatti. Inoltre, molti programmi proposti non hanno nulla di originale: si tratta di produzioni ormai sature, che tendono a replicare se stesse. Nel caso de 'L'isola dei famosi', il pubblico non apprezza più di vedere personaggi che vogliono tornare alla ribalta, oppure sconosciuti che litigano per un piatto di riso o piangono come disperati quando sentono i propri cari, quasi qualcuno li avesse costretti a partecipare a un 'reality' con una pistola puntata alla testa. Anche perché è fatto notorio che tali personaggi gareggino per partecipare 'all'isola' e che ricevano un compenso per rimanerci. Un programma che sostanzialmente tratta i telespettatori come fossero degli stupidi. Chiunque venga eliminato ripete sempre la stessa identica frase: "L'isola mi ha cambiato la vita". In seguito, però, vediamo queste piccole e povere 'stelle' della televisione campare di rendita solo per un po' come opinionisti in vari programmi, per poi tornare nell'ombra, eccetto pochissimi casi. Ci auguriamo veramente che il Governo metta a punto una buona riforma della televisione, anche e soprattutto di quella pubblica, affinché queste 'pagliacciate' finiscano. Per sempre, grazie.


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