Vittorio CraxiVoglio rinnovare a tutti gli amici e compagni il mio ringraziamento per aver offerto una testimonianza, un pensiero e un gesto d'affetto in memoria di mio padre Bettino a ben quindici anni dalla sua scomparsa. Il significato di queste testimonianze non mi sfugge, poiché appartengono al legame profondo di una storia collettiva comune, ma anche al desiderio di riscattarla dall'oblio o dall'oltraggio nella quale si intenderebbe farla sopravvivere. Una memoria da sola non fa una politica, ma una radice e un'identità culturale e politica sono essenziali anche per il nostro vivere e agire quotidiano. Non possiamo restare indifferenti di fronte a uno stato di cose che non piace. Di fronte all'avanzare di una società sempre più diseguale e una sinistra sempre più impotente innanzi alle evoluzioni autoritarie e reazionarie, che pervadono anche la nostra democrazia e le riforme istituzionali, minando alla radice il principio del pluralismo e della rappresentatività. Non siamo indifferenti di fronte ai rischi, ormai conclamati, che la lunga recessione ha prodotto e che solo un'inversione di tendenza politica potrà scongiurare per l'avvenire. In questo senso, ci dobbiamo augurare un successo delle sinistre in Grecia e un'affermazione anche del compagno Papandreou, il quale sta cercando di scongiurare, per il suo Paese, la 'cura da cavallo' della Troika europea, che ha immiserito più di un terzo della popolazione. Se avremo forza e capacità faremo rivivere le ragioni del socialismo democratico, che s'incarnò nella stagione politica più importante attraverso l'azione di Bettino Craxi. Per questa ragione, penso che il 19 gennaio, giorno di una memoria, possa aver contribuito a rafforzare queste nostre convinzioni, ispirate da un sentimento profondo.




Responsabile politica estera del Partito socialista italiano

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