Ilaria CordìUna barzelletta senza fine. L'anno nuovo vede ancora una volta il Governo Renzi al centro di problemi che si è creato da solo, o che proprio non hanno capo, né coda. Un esecutivo che, invece, dovrebbe concentrarsi su questioni ben più gravi, di utilità sociale primaria. Si apre così il 2015, con l'articolo di un decreto legislativo delegato che, andando contro la legge Severino, permette a chiunque abbia fatto due anni di carcere di ricandidarsi a qualsiasi tipo di elezione. Una norma che depenalizza la frode fiscale, esattamente il reato per cui, nell'agosto 2013, l'ex premier Silvio Berlusconi è stato condannato. Una delega che, adesso, il Governo è costretto a modificare: ma che bel capolavoro! Andiamo a leggerlo, questo ormai famoso articolo 19bis, detto della 'delega fiscale'. Esso recita così: "Per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o l'importo dell'imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al 3% dell'imposta sul valore aggiunto dichiarata. Per tali fatti sono raddoppiate le sanzioni". Una formulazione che tende a rendere non punibili i reati fiscali che raggiungono una somma inferiore al 3% del reddito e, di conseguenza, favorisce coloro che evadono l'Iva. Le polemiche intorno a questo 'errore' hanno condotto Renzi a dichiarare che una legge non può cancellare i reati passati e che, se dovesse passare, sarà il primo a rigettarla. Ma il decreto è stato redatto tra il 29 e il 30 dicembre scorso, esattamente una settimana dopo il Consiglio dei ministri 'natalizio' tenutosi il 24. Dove sta la beffa? Nel fatto che può essere stato solo lui a pensarlo e a progettarlo, con l'aiuto dei suoi magnifici 'esperti'. Renzi, solo apparentemente condanna Berlusconi: questa è la cruda verità. Ed è ormai palesemente chiaro che egli intende governare fino al 2018 con l'appoggio 'occulto' del leader di Forza Italia, magari favorendolo con 'aiutini' e 'pensierini'. Una vicenda che, riletta giornalisticamente, ricostruendo cioè l'intera sequenza di battute e dichiarazioni, ammissioni e pentimenti, ricorda tanto la classica esclamazione di quelle mogli che vengono colte in flagrante adulterio: "No, caro: non è come pensi"! La verità è che siamo allo sbando, come marionette legate a fili mossi da soggetti che non abbiamo nemmeno scelto e a cui avevamo dato una fiducia - platonica - nella speranza di risollevare il Paese. E invece, questi continuano a prenderci in 'giro'. Si voleva far diventare legge un decreto che andava a coprire le 'porcate' fatte, negli ultimi 20 anni, dalle maggiori aziende, banche e boiardi di Stato, anziché impegnarsi in favore di coloro che da anni, se non da sempre, sono costretti a lavorare ogni giorno per quattro soldi 'sudati'. Renzi doveva essere il Robin Hood italiano. Invece, preferisce entrare a far parte del circolo dei '40 ladroni'. E magari fossero solo 40! Adesso, la tattica è quella di far passare del tempo: l'articolo 19bis arriverà in parlamento, ma solo dopo l'elezione del nuovo capo dello Stato e dopo che Berlusconi avrà finito di scontare la sua pena. Ma concepire un simile rinvio significa soltanto, per l'opinione pubblica, esser stati colti con le mani nella 'marmellata'. E' questo il grande problema italiano: i nostri leader e Partiti politici proprio non riescono a uscire dalla loro mentalità 'castale', per provare a fare qualcosa di diverso. E forse anche noi avremmo dovuto sentire 'puzza di bruciato'. Sin dall'inizio.


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Roberto - Roma - Mail - giovedi 22 gennaio 2015 12.14
Articolo grazioso. E anche l'analisi è corretta, anzi forse è la vera questione del momento. La "squadretta" di Lussana comincia a piacermi: state facendo un lavoro che, a prescindere dalle idee politiche, merita rispetto.


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