Michela Zanarella"Farsi tatuare sull'inguine per aver amato lo sguardo di un tatuatore, per aver desiderato che le sue mani toccassero la tua pelle segreta". Inizia così 'Tattoo Motel', il primo romanzo di Davide Cortese, edito da Lepisma Edizioni. E' l'amore il cuore pulsante della narrazione. Ed è evidente il legame dell'autore con la poesia. Cortese ha pubblicato diverse sillogi: la poesia s'infila con eleganza tra le pagine, come una sorta di esigenza inevitabile, tanto da rendere il contenuto raffinato ed essenziale. Eva, la protagonista, è l'identificativo di tutto il genere femminile, con chiaro riferimento alla Genesi: è colei che ama e non teme di farlo. La ragazza si innamora di Dan, di quel ragazzo dagli occhi verdi che fa i tatuaggi. Eva, per riuscire a manifestare i suoi sentimenti, sceglie di farsi tatuare la schiena appositamente per sentire il contatto con le mani di quell'uomo che le fa battere inspiegabilmente il cuore. Diventa una sorta di appuntamento al 'Tattoo Motel' per riempire l'anima di vibrazioni ed emozioni, per cogliere tutto il piacere possibile tra il dolore e la bellezza di un tatuaggio, che marchia la pelle in profondità. Le sedute proseguono. E tra i due scatta la complicità, nasce un legame fatto di gesti, sguardi e silenzi che valgono più di tante parole. L'autore sceglie, a un certo punto, la regressione temporale, riprendendo la scena accennata in precedenza, per poi avanzare nuovamente nella narrazione. Sono analessi o flashback che rientrano in uno stile cinematografico, poi si ritorna ad una ripresa sequenziale descrittiva, che rende il romanzo originale. Il lettore diventa spettatore di una passione travolgente, dove l'amore si fa desiderio, istinto, carnalità, lacrime, dolore. E mentre i capitoli scorrono brevi, ma incisivi, con una particolare attenzione alla descrizione degli spazi e dei personaggi, riaffiorano versi potenti, ben costruiti, che si adagiano a perfezione: 'Suono come un'arpa/la mia ragnatela/e lascio sorridere/le mie labbra nere'. Dan è "un ragno che ama Rimbaud". Così lo descrive Eva, un ragazzo dalla personalità complessa, tormentata, che fa dei tatuaggi una vera e propria arte. E nella sua stanza di lavoro non mancano i libri di Edgar Allan Poe, Mary Shelley, William Blake, i poeti maledetti: maledetti come la sua dannata anima d'artista. E' una scrittura visiva, schietta quanto basta per non cedere a fraintendimenti, sembra di assistere alla proiezione di un film dai toni caldi, sensuali, mai volgari, dove non si può fare a meno di lasciarsi coinvolgere. Da notare la scelta di Cortese di narrare in seconda persona, quasi a voler mantenere una distanza, anche se è un modo per analizzare con occhio critico e vigilare sulle azioni dei personaggi creati. Altro particolare da evidenziare è la presenza costante in tutto il romanzo dell'aggettivo 'nero': le sirene nere, una gioia nera, vestito di nero, labbra nere. Si fa insistente questo colore, quasi a dominare, ed il nero ha diversi significati, è il colore del buio, del mistero, del male, assume in questo contesto un valore esoterico. Davide Cortese è riuscito in questa prima prova d'autore di romanzo a superare bene ogni sorta di ostacolo, senza abbandonare la poesia che gli appartiene.

Tattoo Motel
di Davide Cortese
Lepisma Edizioni
pagg. 118, 12,99 euro

L'autore
Davide Cortese è nato nell'isola di Lipari nel 1974 e vive a Roma. Si è laureato in Lettere moderne all'Università degli Studi di Messina con una tesi sulle 'Figure meravigliose nelle credenze popolari eoliane'. Nel 1998 ha pubblicato la sua prima silloge poetica, titolata 'Es' (Edas, Messina), alla quale sono seguite le sillogi: 'Babylon Guest House' (Libroitaliano, Ragusa, 2004), 'Storie del bimbo ciliegia' (autoproduzione del 2008), 'Anuda' (Aletti Editore, Roma, 2011), 'Ossario' (Arduino Sacco Editore, Roma, 2012) e 'Madreperla' (LietoColle, 2013).'Tattoo Motel' è il suo primo romanzo.


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