Giorgio MorinoRoma sarà candidata alle Olimpiadi del 2024. Il premier, Matteo Renzi, ha infatti annunciato, durante un'assemblea del Coni, che il Governo si impegnerà a presentare nel 2015 la candidatura ufficiale dell'Italia per ospitare i Giochi olimpici. Non è la prima volta che si parla di Olimpiadi: già durante il Governo Monti venne ipotizzato un progetto analogo per il 2020, ipotesi bocciata in tronco in quanto assolutamente inconciliabile con i parametri di austerità, lacrime e sangue che l'Unione europea imponeva in tempi di crisi. Ora, sembra che il Governo e il Paese siano in grado di accollarsi un simile investimento, perché in quattro anni le cose sono migliorate a tal punto che l'ottimismo ci autorizza a osare. Queste sono state le entusiastiche parole del premier: "Da gennaio partirà il Comitato promotore sotto la guida di Giovanni Malagò. E non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere, statene certi". Avanti tutta quindi: forse questa volta riusciremo a dire anche noi: 'Yes we can'. La bufera che ha investito Roma e il suo comune è sotto gli occhi di tutti: storie di corruzione e di campagne elettorali finanziate illecitamente, di appalti pubblici pilotati con tangenti e intimidazioni, di nomi illustri della politica e dello spettacolo più o meno coinvolti nella diffusione del crescente degrado della capitale vengono rivelate ogni giorno, svelando il più grande 'segreto di Pulcinella' degli ultimi anni. Ecco perché annunciare le Olimpiadi a Roma assume un tono propagandistico di tutto rispetto: "Roma è malata, ma in questo modo la guariremo". Una prospettiva che definire ingenua risulta un garbato eufemismo. Facendo un piccolo salto indietro nel tempo, l'ultima volta che è stato organizzato un evento sportivo di caratura internazionale nella città eterna fu cinque anni fa, nel 2009, con i mondiali di nuoto. Purtroppo, i quattro ori conquistati dagli azzurri in quell'occasione non sono serviti a coprire i costi delle infrastrutture previste nel piano lavori originale: l'imponente Città dello sport, progettata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava, doveva essere il nuovo centro nevralgico del nuoto a Roma e cuore pulsante della manifestazione: dopo cinque anni, il sito di Tor Vergata, sulla Roma-Napoli, resta abbandonato. Una 'carcassa' di 130 metri d'altezza che si estende su una superficie di 99 mila metri quadrati, lasciata nel più totale degrado tra tubi d'acciaio arrugginiti e circa 662 mila metri cubi di cemento armato inutilizzati e infiltrazioni piovane nei bacini che avrebbero dovuto ospitare le piscine olimpioniche. Il costo complessivo dell'opera era inizialmente stimato intorno ai 240 milioni di euro, che dopo l'approvazione in Conferenza dei servizi nel 2006, sono lievitati a circa 608 milioni durante la redazione del progetto definitivo: un aumento necessario ad adattare la struttura agli standard olimpionici, in vista di una possibile candidatura ai Giochi del 2016, successivamente sfumata. Nell'estate 2008, gli organizzatori decidono di spostare la sede della manifestazione al Foro italico, dovendo solo adattare le strutture già esistenti, abbandonando i lavori. Fondi finiti, lavori interrotti, relitto abbandonato: tutto immobile. Forse che anche qui il sistema 'Mafia Capitale' abbia allungato i propri tentacoli? Difficile stabilirlo con certezza. Ma resta il fatto che le due figure incaricate  di gestire i fondi del progetto, l'allora direttore della Protezione civile, Guido Bertolaso, e il dirigente pubblico Angelo Balducci, sono stati rinviati a giudizio nell'inchiesta sugli appalti del G8 e di altri 'Grandi eventi': coincidenze? La speranza, quindi, è che una possibile assegnazione a Roma dei Giochi del 2024 non si risolva nel solito 'magna magna' cui siamo, purtroppo, ormai abituati da tempo. A poco servono le rassicurazioni del Presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha assicurato: "Tutto sarà preparato nella massima trasparenza". I precedenti non aiutano a stare tranquilli.


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