Carla De LeoIn Italia è in continuo aumento il numero di vegetariani e vegani. Una forma di salutismo che, nel nostro Paese, è seguito dal 9% della popolazione: oltre 4,2 milioni di persone (dati Eurispes). In Italia, quindi, 1 persona su 10 è diventata vegetariana o ‘vegana’. E sulla propria tavola sono scomparsi alimenti quali carne, pesce, formaggi e uova. Un cambiamento di abitudini alimentari che si slaccia dall’osannata dieta mediterranea, per abbracciare un approccio più sano e consapevole al cibo e alla vita. I motivi di fondo di queste scelte alimentari ‘alternative’ vanno rintracciati in una serie di ‘prese di coscienza’, lucide e responsabili. E dal corso della raccolta Eurispes 2014 si evince che,  per il 24,9% degli intervistati, la scelta di diete ‘animal free’ è determinata da motivi salutistici: la carne fa male e, forse, in questa percentuale avranno pesato le dichiarazioni di eminenti personalità del mondo della medicina, come per esempio quelle dell’oncologo Umberto Veronesi, il quale ha sostenuto che “la carne è dannosa, le proteine animali non servono a niente se non a complicare la vita al nostro fegato e ai nostri reni”. Forte è anche la motivazione etica che, con il 31% dei consensi, evidenzia come la scelta di non mangiare carne sia dettata dalla forte attenzione e dalla grande sensibilità nei confronti degli animali. Non è di poco conto (9%) anche la spinta nei confronti di una maggior attenzione contro gli sprechi e a favore della tutela ambientale: scegliendo prodotti la cui produzione minimizzino gli impatti delle attività umane sull’ambiente, si sceglie di salvaguardare il futuro. Questi dati non possono che far rallegrare, facendo immaginare una popolazione ‘matura’ e cosciente del peso delle proprie azioni. Ma a giudicare dal proliferare di personalità del mondo dello star-system, che in qualche modo hanno ‘aperto la strada’ verso certe scelte di vita ‘veg’, un dubbio ci assale: si sta realmente formando una coscienza alimentare nuova e più responsabile, oppure stiamo assistendo ai risvolti dell’ennesima emulazione di una moda lanciata dalle star? Con tutto il rispetto dovuto a chi questa scelta la compie in maniera cosciente, consapevole e del tutto libera da condizionamenti, la domanda ci sembra lecita. Perché quella in atto - tra il pullulare di festival vegetariani, di chef che in televisione propinano sempre più assiduamente squisite ricette vegane, di libri e film incentrati sulla cucina e sulla vita ‘animal free’ - sembra talvolta delineare più le sembianze di una moda o di un’ossessione verso l’universo biologico, piuttosto che di una reale scelta di vita. Questa ipotesi pare trovare conferma nel fatto che i grandi distributori di generi alimentari si siano accorti di questa ‘tendenza’: è sempre meno insolito trovare, sugli scaffali o nei banchi frigo dei supermercati, prodotti ‘veg’ o negozi specializzati in alimenti ‘liberi’ dalla carne e i suoi derivati. E come non notare anche il crescente numero di ristoranti vegetariani e vegani? O di ristoranti e bar che, accanto alla domanda ‘tradizionale’, affiancano ricche proposte gastronomiche ‘alternative’, rivisitate in chiave vegana e, quindi, prive di proteine animali? E ancora: è possibile mangiare dolci privi di derivati animali, bere cappuccini con latte di soia, gustare pizze al taglio ‘veg’, fare aperitivi ‘veg’ e persino avere il ‘vegan coach’ o il parrucchiere veg? È stata istituita di recente anche la giornata vegana mondiale, il ‘World Vegan Day’, che si festeggerà il prossimo 1º novembre, per celebrare la fondazione della prima ‘vegan society’. Insomma, l’approccio allo stile di vita ‘veg’ sta diventando sempre più diffuso, facile e condiviso. E, forse, anche sempre più ‘cool’ e di moda. Sottolineando che il presente contributo non costituisce un’accusa e non vuole essere una critica nei confronti di chi sceglie una vita e un’alimentazione alternative (che anzi teniamo in grande considerazione: non si vogliono negare i problemi - anche di salute - che possono derivare mangiando carne di animali allevati in condizioni ‘estreme’, non si vuole sminuire la sensibilità di chi si sente un assassino mangiando la carne degli animali) qui si sta soltanto cercando di evidenziare un paradosso in cui, spesso, sprofonda l’essere umano: l’estremismo di alcune scelte radicali, che nel caso dell’alimentazione possono condurre verso problemi di salute ancor più seri (tema affrontato anche al Festival di Venezia dal cineasta romano Saverio Costanzo, con il film “Hungry Hearts”). Che si tratti di un ‘boom’ etico-ideologico o dell’insorgere di una nuova ‘coscienza alimentare’, siamo del parere che l’eccesso, qualsiasi eccesso, non costituisca mai una soluzione virtuosa. E che, probabilmente, “in medio stat virtus”.

Le principali motivazioni salutiste anti-carne e il proliferare di diete a base vegetale
Tra i motivi principali per i quali molti esperti consigliano di non abusare, o di evitare completamente un’alimentazione ricca di carne, figura innanzitutto la correlazione (risalente ormai a più di dieci anni fa) tra il consumo di carne (in particolare, quelle rosse e quelle conservate) e il rischio di patologie croniche. A destare preoccupazione sono diversi fattori, che tengono in considerazione le condizioni degli animali negli allevamenti e non scartano la possibilità di poter ‘ingerire’, attraverso la carne, malattie virali precedentemente diffusesi tra gli animali allevati. Anche il crescente uso di antibiotici e di altri farmaci negli allevamenti (che potrebbero accumularsi sempre nelle carni) costituisce un altro campanello di allarme. Se a ciò si aggiungono i numerosi riconoscimenti benefici e salutisti che le diete ricche di cibi vegetali hanno ricevuto negli ultimi anni, così come la divulgazione di dichiarazioni in cui la carne viene descritta come un alimento opzionale per la dieta umana, sarà facilmente intuibile il perché della crescente diffusione di diete vegetariane e vegane.

Chi è vegano?
Sono vegane le persone che si ispirano ai principi etici di rispetto per tutte le specie animali. E che rifiutano l’idea che gli uomini possano disporre come meglio credono della loro vita, per quanto si possa ammettere che la sola esistenza dell’uomo implichi, anche involontariamente, la loro morte. I vegani, dunque, non acquistano, non usano e non consumano prodotti derivanti da sfruttamento e uccisione degli animali. Di conseguenza, si astengono anche dal partecipare, dal dedicarsi o dal sostenere attività che utilizzano gli animali: niente partecipazione o sostegno alla sperimentazione, alla caccia e alla pesca. O a spettacoli con animali: corrida, combattimento di galli, circo con animali, rodei, competizioni sportive dove vengono impiegati animali (corse di cavalli, corse di cani, ecc.). Ma anche manifestazioni folcloristiche che fanno uso di animali come gli zoo, gli acquari e altre strutture simili, che cioè detengono animali. Sono contrari (e quindi si astengono) anche al commercio degli animali da compagnia.

Cosa rifiutano i vegani?
I vegani rifiutano di mangiare qualsiasi tipo di carne (compresa la carne delle creature marine, ovvero pesce, crostacei e molluschi), latte e derivati, uova, miele e altri prodotti delle api, anche quando presenti come ingredienti in altri alimenti (preparati con strutto, pasta all'uovo, brodo di carne). Essi evitano anche l’acquisto di capi d’abbigliamento ottenuti da parti di origine animale (pellicce, pelle, seta, lana, piume). Indossano, quindi, solo capi in fibre vegetali e sintetiche. Un vegano usa cosmetici, prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della casa non testati sugli animali. E, in generale, evita l’acquisto di qualsiasi merce ottenuta da parti animali o che contiene loro parti (divani in pelle, tappeti in pelliccia, pennelli in pelo animale, ornamenti in avorio).

Curiosità dal mondo religioso vegan
Alcune religioni adottano la dieta vegana come pratica dei loro precetti. È il caso del ‘Giainismo’, un movimento religioso indiano che contempla un approccio alimentare rigorosamente vegetale. Ritenendo che tutti gli esseri viventi abbiano un’anima e professando un'etica di rispetto per ogni forma di vita, animale o vegetale (basata sul principio della non-violenza), i ‘giainisti’ prestano la massima attenzione a non provocare né morte, né violenza, alle altre creature. In questa concezione di vita, talvolta il ‘vegetalismo’ è osservato in una accezione estrema. E si arriva persino a escludere diversi tipi di vegetali. Nel comportamento, invece, la fedele osservazione dei precetti può giungere ad azioni ‘limite’. È il caso della setta degli ‘Svetambara’, i cui adepti si coprono la bocca con un fazzoletto per impedire che gli insetti possano entrarvi. E sono anche muniti di uno ‘scopettino’ che useranno per spazzolare lo spazio nel luogo in cui intendono sedersi, così da evitare di schiacciare inavvertitamente degli insetti.


Lascia il tuo commento

RENATO TRAQUANDI - AREZZO ITALIA - Mail - lunedi 8 settembre 2014 10.22
Gentile signora,

sono già diversi anni che seguo questo interessante sito. In esso appaiono via via articoli di politica, di costumi, di scienze, che spesso trovano la mia piena condivisione. Lei, con questo, tratta un aspetto importante per la società italiana della seconda decade del terzo millennio. Alla sua analisi, però, mi permetto di aggiungere un ulteriore dato, che è quello che mi riguarda direttamente. Ho recentemente compiuto 73 anni; sono un vecchio, grasso e canuto. Se il lato della mia formazione culturale è da sempre occupato dal mazzineanesimo repubblicano; quello relativo al giorno per giorno devo dire è stato quello di un gaudente. Laico, illuminista, positivista quale sono, poche sono state le piacevolezze che ho trascurato. Risultato? Da alcuni mesi ho il diabete mellito, la pressione alta e gli acidi urici con indece elevato ( una volta la chiamavano gotta). Io, anche se questo è diventato un paese di "squinternati"", ci stò bene a questo mondo ed intendo rimanerci. Per farlo devo prendere due pastiglie la mattina, due prima di pranzo e due prima di cena. Il medico mi ha messo a dieta stretta: niente più pane, niente vino, carne e dolci. Agli inizi di agosto ho "fatto il tagliando". I problemi che erano sorti, sono sotto controllo. La cosa mi è costata, e mi costa. molta fatica. Altro che moda e moda. Non sono diventato ne vegetarianom ne tantomeno vegano! Sono solo uno cui piace continuare a vivere. Cordiali saluti


 1