Come di consueto, nel tentativo di comprendere in anticipo quale sarà l’andamento del dibattito in aula allorquando verrà posto in votazione il disegno di legge di iniziativa del governo in materia di nuova disciplina dell'uso e detenzione di stupefacenti e sostanze psicotrope, abbiamo voluto raccogliere i pareri di alcuni parlamentari dei due distinti schieramenti, di centrodestra e di centrosinistra. Nell’ordine: gli On. Vittorio Sgarbi, Pier Paolo Cento, Carolina Lussana, Dorina Bianchi, Marco Rizzo, Antonino Lo Presti, Alfonso Gianni, Enrico Boselli, Giuseppe Caldarola e Vittorio Craxi.
La domanda che abbiamo loro formulato questa volta è la seguente: lei è favorevole o contrario all’inasprimento normativo proposto dal governo in materia di disciplina dell’uso delle sostanze stupefacenti? Ed è valida, a suo parere, la distinzione tra droghe leggere e pesanti, ai fini di una regolamentazione del possesso per uso personale delle cosiddette ‘modiche quantità’?

VITTORIO SGARBI (Forza Italia): “In verità, io sono contrario sia alla nuova, sia alla vecchia legge sull’uso e sul possesso di sostanze stupefacenti, cioè anche di quella attualmente vigente, in quanto favorevole alla liberalizzazione di tutte le droghe. Inoltre, ho sempre ritenuto opportuna una effettiva e precisa distinzione di regolamentazione tra droghe leggere e droghe pesanti. In sostanza, ritengo sia il caso di cercare di sconfiggere questo nuovo disegno di legge, al fine di liberalizzare le droghe ed abbattere, in questo modo, il loro mercato clandestino”.

PIER PAOLO CENTO (Federazione dei Verdi): “Il disegno di legge di revisione dell’attuale testo unico di regolamentazione dell’uso delle sostanze stupefacenti e psicotrope, a mio parere è un autentico orrore giuridico. Nessun tentativo viene predisposto a fini di prevenzione del fenomeno, e il presupposto unico sul quale viene basato l’articolato di riforma della maggioranza di governo è quello repressivo”.

CAROLINA LUSSANA (Lega Nord): “Sono contraria a tutte quelle sostanze che alterano la percezione della realtà, dunque favorevole all'inasprimento normativo, pur con i logici distinguo tra le diverse sostanze”.

DORINA BIANCHI (Unione Democratici Cristiani): “La discussione sulla normativa che deve disciplinare l’uso delle sostanze stupefacenti sta suscitando molte polemiche e dividendo il Paese. Personalmente, avverto la necessità di seguire una ‘terza via’ tra la linea meramente favorevole all’inasprimento delle pene e quella che protende verso la liberalizzazione, soprattutto delle droghe leggere. Io sono favorevole all’inasprimento normativo, che però non può essere semplicemente tradotto in una più severa e lunga detenzione carceraria. In pratica, l’idea secondo la quale fumare uno spinello è come fumare una sigaretta va combattuta con ferma tenacia, anche perché spesso, chi fa uso di droghe leggere durante la settimana, finisce per “impasticcarsi” il sabato sera in discoteca. Ma i tossicodipendenti sono, il più delle volte, ragazzi che hanno perso il senso dell’orientamento e si sono avviati verso l’autodistruzione con un comportamento che incide anche sul processo di disgregazione del nucleo familiare. L’esperienza del carcere potrebbe così risultare devastante, senza al contempo garantire l’effettivo recupero di chi fa uso di sostanze stupefacenti. Cercare una ‘terza via’ vuol dunque dire: trovare soluzioni alternative al carcere e alla comunità obbligatoria; potenziare e diversificare i servizi a disposizione degli adolescenti, degli adulti, delle famiglie; stabilire un maggior equilibrio tra azione preventiva e azione repressiva. Quanto alla distinzione tra droghe leggere e pesanti, credo che essa sia opportuna per evitare che chi fa uso di hashish e marijuana possa essere tratto alla stessa stregua di un abituale consumatore di eroina o cocaina”.

MARCO RIZZO (Partito dei Comunisti Italiani): “Sono contrario al disegno di legge poiché dimostra, una volta di più, quanto questo governo sia scelleratamente forte con i deboli e debole con i forti, come dimostrato proprio dalla discriminazione in favore della cocaina. Peraltro, nella recente Finanziaria non v’è traccia di sostegni concreti di carattere preventivo”.

NINO LO PRESTI (Alleanza Nazionale): “Il problema della diffusione delle droghe ha assunto connotati di sempre maggior gravità. Il fenomeno, oltre alle implicazioni dirette sulla salute dei singoli e sulla criminalità diffusa e organizzata, a distanza di un decennio dalla tornata referendaria del 1993 ha ricreato distorsioni sociali e comportamentali preoccupanti, imponendo la lotta alla droga come una priorità. Non si tratta di applicare schemi ideologici, ma di confrontarsi responsabilmente con la terribile deriva di morte legata al consumo di eroina, sempre più rimpiazzata dalla cocaina e dalle cosiddette nuove droghe. E non possono nemmeno trascurarsi i decessi per incidenti stradali, che rimangono in ombra in quanto non sempre si è nelle condizioni di rilevare che la loro causa è stata proprio l’uso di stupefacenti. Inoltre, voglio sottolineare che la proposta del governo non prevede automaticamente il ricorso alla pena, ma si traduce in graduali provvedimenti di tipo amministrativo, per andare a coprire anche quelle ‘zone grigie’ tra consumo e spaccio che la mera detenzione di apprezzabili quantità di stupefacenti ha dimostrato di costituire significativo punto di partenza, ai fini di diffusione del fenomeno: tali zone grigie, a causa di una serie di difficoltà probatorie e di una non sempre possibile distinzione netta tra consumo e spaccio, possono rappresentare punto di approdo privilegiato, insieme ad altre attività illecite come furti e rapine o la prostituzione, per molti assuntori”.

ALFONSO GIANNI (Partito della Rifondazione Comunista): “Sono in totale disaccordo con il disegno di legge del governo, per un discorso di civiltà giuridica, oltreché di buon senso. Peggio di così non poteva esser redatto…”.

ENRICO BOSELLI (Socialisti Democratici Italiani): “Un progetto di legge pericoloso, con attuazioni illogiche, anche se parzialmente scusabili per l’assenza di riscontri farmacologici certi sugli effetti a lungo termine della cannabis. Tuttavia, è impensabile criminalizzare il possesso di modiche quantità”.

PEPPINO CALDAROLA (Democratici di Sinistra): “Sono assolutamente contrario a questo progetto di legge, in quanto andrebbe invece operato un discorso di corretta prevenzione, al riguardo, e non di indiscriminata repressione”.

VITTORIO CRAXI (Nuovo Partito Socialista Italiano): “L’esperienza internazionale, in materia di contrasto e dissuasione dall’uso di stupefacenti, ha da tempo sancito la crisi della visione proibizionista. E’ inoltre indispensabile saper distinguere tra l’uso e il consumo dei derivati della cannabis, che la realtà ci impone di tollerare, e tutte le altre droghe. ‘Tolleranza zero’ è una parola d’ordine che può valere soltanto nei confronti dell’uso e dello spaccio di droghe letali, o in campagne di dissuasione dalla droga in generale. E’ necessario aumentare i fondi statali per le comunità di recupero e per i Sert, anziché ricadere in tentazioni proibizioniste dai toni esasperati o in campagne peraltro già sperimentate e che, in passato, hanno diviso il Paese ottenendo successi limitati”.

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