Mario Michele PascaleCari compagni, non potrò essere presente all’assemblea socialista di sabato 13 luglio al Capranica. Impegni amministrativi nel pomeriggio e iniziative culturali previste per la serata me lo impediscono. Voglio comunque, anche se in spirito, essere con voi. Credo che questo evento sia importante e che potrà creare una 'road map' che porti ad un congresso nuovo, cui segua una rinascita del socialismo italiano. Il Psi, così come è oggi, non va. Non voglio tediarvi con analisi superlative e galattiche, vi darò solo un numero: 0,57%. Tale è la percentuale che la lista del Partito ha racimolato a Roma, non molto distante dal risultato della lista al Senato nel Lazio. Nel resto d’Italia, la presenza del Partito va cercata con la lente d’ingrandimento. Quel poco che si riesce a costruire viene periodicamente messo in pacchetto-regalo e consegnato, con tanto di fiocchetto sopra, a ‘rientrati dell’ultima ora’ che hanno fatto e rifatto il giro delle sette chiese e la cui affidabilità è tutto un programma, o a mercenari in cerca di un posto al sole. Il Partito, così com’è, divora i suoi figli: emargina coloro i quali hanno lavorato sodo, giorno dopo giorno, per la visibilità del nostro simbolo e della nostra cultura. Federazioni ‘in affido’, referenti locali che parlano a puro titolo personale completano l’opera. Verrebbe da dire che il Psi, com’è oggi, non serve a nulla se non all’autoconservazione e autocollocazione di una classe dirigente fin troppo brava a fare il gioco delle tre carte e imbrogliare lo sciocco di turno, ma perfettamente incapace di gestire e rilanciare un Partito per dargli una politica coerente, priva di imbarazzanti oscillazioni e penose figure con gli alleati. Una classe dirigente, quindi, totalmente inabile alla politica. Il fatto che i socialisti si riuniscano, prima del congresso, per darsi una prospettiva politica va salutato con estremo favore. Che una parte cospicua del Partito voglia uscire dal limbo attuale per riappropriarsi della capacità e del diritto di fare politica va salutata con gioia. Sono certo che i compagni che interverranno sabato al teatro Capranica di Roma saranno all’altezza della situazione, ponendo problemi e trovando soluzioni che vadano in direzione dell’affermazione del socialismo. Il Psi, coì com’è, serve a poco. Il congresso futuro, previsto a Venezia in autunno, dovrà dare risposte certe all’interno di un quadro generale difficile, che muta in continuazione. Il Psi, a breve, non rappresenterà neanche più univocamente il socialismo europeo; la richiesta di Sel di entrare nel Pse può rendere l’attuale Psi definitivamente superfluo. Occorre reagire e farlo in fretta. Lascio quindi i miei migliori auguri ai partecipanti ai lavori e ringrazio quei compagni che, con coraggio politico, hanno promosso l’iniziativa. Lunga vita al socialismo.


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