Cristiana Zarneri"Sono preoccupata, molto preoccupata, per tutti noi, per il popolo italiano, per le persone deboli, perché i ricchi se la cavano comunque e sempre. Siamo in uno stato d'allarme, da una parte il Partito dei populisti senza esperienza alcuna, dall'altra un Berlusconi che torna in campo con tutti i suoi colonnelli. Non vedo nulla di buono all'orizzonte! Occorre subito un centro forte e solido, se si vuole salvare l'Italia". Queste le parole della senatrice Anna Mancuso. Bene, le ho volute riprendere perché conosco Anna intimamente, nelle gioie e nei dolori. Amiche e sorelle, molto simili, percorsi di vita (malattie) e di anima empatici. Credete che per Anna fare la senatrice sia un privilegio? Sbagliate: per Anna è un dolore, un onere che non le permette di dormire la notte. Anna Mancuso ci crede, ci crede da anni e non da un mese, da quando cioè è diventata senatrice. Ricordo tutte le volte che è venuta a Rocca di Papa, in questo meraviglioso e piccolo paese a lei sino ad allora sconosciuto: sì, veniva per abbracciare me e mio figlio, veniva per costruire anche qui, un piccolo mattone (quello dell'Associazione Salute Donna). Veniva per vedere: Anna si guarda sempre intorno, guarda la gente, noi come lei; Anna ti telefona di sera, magari stanca morta, per capire e sapere come stai, come stai tu e cosa accade anche alle persone che conosce; Anna che piange, a volte, al telefono, perché? Perché vorrebbe fare di più e per tutti. Anna che raramente mangia con calma, Anna che andava ai consigli comunali a Monza con 39 di febbre e io a dirle “stai a casa” e lei a rispondermi:"Cristiana non posso". Anna che ci crede fermamente nel sociale, che vuole che la politica sia più sociale e meno tecnica: questa è Anna. Vorrei, per amore profondo, dire la ‘mia’ Anna ma, in realtà, è la nostra Anna, della gente, in mezzo alla gente.


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