Cristiana ZarneriL’onorevole Enzo Raisi, coordinatore regionale per l’Emilia Romagna di ‘Futuro e Libertà’ e di ‘Generazione Italia’, è anche il responsabile nazionale della propaganda di Fli e amministratore del quotidiano ‘il Secolo’. Lo abbiamo incontrato per scambiare insieme a lui qualche riflessione sull’importanza della laicità e del senso dello Stato, in un momento particolarmente difficile della vita politica del nostro Paese.

Onorevole Raisi, perché è così importante, secondo lei, sottolineare la laicità della nuova destra targata ‘Futuro e Libertà’?
“Perché credo che una società come la nostra, sempre più multietnica, debba trovare dei valori comuni, che uniscano tutti coloro che vi appartengano e debba porre al centro la laicità dello Stato. Essere laico non significa laicismo o anticlericalismo, ma rispetto verso tutte le fedi religiose e, al contempo, ‘soluzionare’ pragmaticamente i problemi delle persone, prescindendo da qualsiasi interpretazione religiosa, nel rispetto della libertà di tutti, ma avendo, come fine ultimo, l’interesse del proprio Paese”.

Quale futuro vede per il nostro Paese?

“Con il Governo Monti siamo a un bivio: se riuscirà a fare quelle riforme che per vent’anni la politica del ‘bipolarismo muscolare’ Prodi/Berlusconi non è riuscita a produrre per i continui veti incrociati, l’Italia potrà uscire anche rafforzata da questa crisi. Se, invece, prevarranno logiche corporative dentro la società civile e logiche di ‘bandiera’ nei Partiti potrebbe essere un grave problema”.

Qual è il rapporto, o più genericamente l’atteggiamento, di Fli verso il mondo associazionistico e del volontariato?
“Fli vede nel terzo settore, ossia nel mondo associazionistico e del volontariato, un importante interlocutore verso quel percorso che proprio in questi giorni Gianfranco Fini ha definito “patriottismo repubblicano”. La politica ha bisogno di rinnovarsi per tornare a essere credibile e impegnarsi nel processo di modernizzazione di cui ha bisogno il Paese. Ed è proprio dal terzo settore che possono venire nuove forze e anche nuove idee per rilanciare il nostro Paese”.

Quale è stata la spinta iniziale che la portò a entrare in Fli?
“La spinta è stata la piena condivisione di quei valori che avevano portato Fini ad avere una posizione conflittuale all’interno del Pdl, come la legalità, l’amore per la Patria, la democrazia interna al Partito, le riforme economiche liberali che venivano rinviate. Quando, il 29 luglio 2010, Fini fu dichiarato incompatibile con il Pdl e, quindi, di fatto espulso, la mia scelta poteva essere solo quella di seguirlo”.

Di recente c'è stata la ‘festa del papà’: ci racconta qualcosa del Raisi ‘padre’?

“Il mestiere, anzi i mestieri, che svolgo, mi portano a essere spesso lontano da mia figlia, purtroppo e con grande dispiacere. Ciò non toglie che ogni minuto di libertà lo dedico proprio a lei, rinunciando a qualsiasi spazio personale, anche in virtù di un senso di colpa per aver dato la precedenza, nella mia vita, all’attività professionale. Cerco così di conciliare il dovere con il piacere di stare a fianco della cosa più bella che ho fatto nella mia vita: mia figlia”.


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