Mario Michele PascaleIn un Paese abituato al “panem et circenses” suona paradossale il ‘no’ di Mario Monti alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Supermario ha preso la decisione giusta, una volta tanto, ma per i motivi sbagliati. Il presidente del Consiglio ne fa una questione di sperpero e di santità del bilancio. Oltre a ciò, le Olimpiadi sono un pozzo senza fondo dove, in quanto a spesa finale, si va ben oltre le previsioni. Ma questi sono motivi ‘tecnici’, per quanto nobili. Monti dimentica di dire - e perdonatemi se sono io a farlo - che le Olimpiadi di Roma sarebbero state non tanto una festa dello sport, quanto un ‘festino’ per ‘palazzinari e clientes’ di ogni natura. Una sorta di ‘maialino grasso’ che avrebbe visto ruspe e muratori all’opera per creare strutture, sportive e residenziali degne dell’evento. Passati i giochi, le residenze sarebbero rimaste e, con esse, le urbanizzazioni che, a loro volta, avrebbero attirato profittatori di ogni sorta. Il risultato finale sarebbe stato uno scempio edilizio, l’ennesimo ‘sacco di Roma’. Monti, pur prendendo una decisione giusta, ha deluso ancora una volta: i suoi parametri sono sempre i sacrifici, il bilancio e la salute dei mercati. Mi permetto di porre come problema primario, dato che lui non ne è capace, la qualità della vita degli italiani. Nel caso specifico la qualità della vita dei cittadini di Roma. Non è poco.






(articolo tratto dal blog www.laziowebtv.wordpress.com)
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Carlo Cadorna - Frascati - Mail Web Site - martedi 21 febbraio 2012 20.46
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